Sorpresa (amara) per il PIL dell’Italia. Germania schiva recessione tecnica
Nel terzo trimestre del 2024 l’Europa corre a velocità diverse, come emerge dalla lettura dei dati di oggi sul prodotto interno lordo di diversi Paesi e della regione nel complesso. Il PIL della zona euro è cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre, secondo i dati flash pubblicati dall’agenzia statistica dell’Unione Europea. La Francia ha registrato una crescita dello 0,4% trimestrale, mentre la Spagna ha mantenuto il suo passo sostenuto al +0,8%. Ma l’attenzione è catalizzata dall’Italia da una parte e dalla Germania dall’altra. E se la prima economia della zona euro sorprende in positivo, l’Italia delude.
Istat: PIL fermo nel terzo trimestre
Nel terzo trimestre del 2024 l’economia italiana, come rivela l’Istat, è risultata stabile rispetto al trimestre precedente ed è cresciuta dello 0,4% rispetto al terzo trimestre del 2023. La sostanziale stazionarietà del Pil lascia quindi inalterata allo 0,4% la crescita acquisita per il 2024 già rilevata nel secondo trimestre dell’anno in corso. La variazione congiunturale, spiega l’ente statistico, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.
Sorpresa Germania: recessione scampata per un soffio
La più grande economia della zona euro, la Germania, ha invece registrato a sorpresa una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre, evitando così la recessione prevista da alcuni economisti. “Sebbene sia stata evitata una recessione tecnica, l’economia tedesca rimane a malapena più grande di quella che era all’inizio della pandemia”, ha dichiarato Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING, definendo la nazione una ‘calamita per le notizie macro negative’. “I dati sul PIL di oggi portano un gradito sollievo per la Germania. Tuttavia, ciò non toglie che l’economia rimanga bloccata nella stagnazione. Certo, almeno non sta cadendo in una grave recessione” conclude.
Italia in stallo, serve uscire dall’empasse
E se la Germania con il suo +0,2% rappresenta una timida ripresa, “non basta a scacciare i timori di stagnazione” come commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro.
L’industria tedesca, già messa sotto pressione dal settore automobilistico in crisi e dai costi energetici, fatica a riprendersi. Con la previsione di una contrazione per il 2024, Berlino guarda al 2025 con speranza, ma la fiducia in una ripresa guidata dai consumi interni e da un recupero dell’export resta tutta da confermare.
Così l’esperto, secondo cui però, Germania a parte, oggi è l’Italia che sorprende, sebbene in negativo.
Nell’economia italiana sembra che il motore sia acceso, ma l’auto non si muova. Il PIL è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente (rispetto ad attese di un progresso dello 0,2%), con una crescita annuale dello 0,4%. I servizi reggono il timone, ma l’industria e l’agricoltura sono un freno importante. Anche la domanda interna ha dato un piccolo contributo, ma non abbastanza da far partire la ripresa. Il vero problema è che senza investimenti robusti (come se il PNRR non lo sia) e una spinta sulle esportazioni, sarà difficile cambiare marcia.
La ricetta per far sì che l’Italia, come la Germania, esca dall’impasse, è puntare su misure strutturali, secondo Debach.
A differenza di Francia e Spagna, che riescono ad appoggiarsi sulla domanda interna per alimentare la crescita, Roma fatica a trovare slancio. Se non si interviene con misure strutturali, il rischio è di restare intrappolati in una crescita intermittente, dove ogni piccolo passo avanti è seguito da una battuta d’arresto. Come in Germania, l’Italia paga un contesto globale sfidante, con il comparto auto in panne, la domanda estera fiacca e investimenti in calo.
Unc: Paese fermo, un miraggio obiettivo Pil +1%
“Il Paese è fermo! Con una variazione acquisita per il 2024 pari allo 0,4% l’obiettivo di avere una crescita per l’anno in corso dell’1% è diventato ormai un miraggio“, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, riferendosi al Pil Italiano. “Peraltro a salvarci da un ribasso del Pil è solo il settore terziario, probabilmente trascinato dal turismo e, quindi, destinato a ridimensionarsi nel quarto trimestre. Preoccupante invece, in prospettiva, la forte riduzione dell’industria”, conclude Dona.
Una settimana fa l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) aveva tagliato le stime sul Pil italiano, con una crescita attesa allo 0,8 per cento per il 2024. Nuove previsioni sulla crescita dell’economia italiana, presentate con la nota congiunturale di ottobre.
“Gli indicatori congiunturali tempestivi disponibili non concordano su una chiara evoluzione della fase ciclica. Sulla base dei modelli dell’Ufficio parlamentare di bilancio nel terzo trimestre il Pil sarebbe variato in misura contenuta, all’interno di un intervallo tra il -0,1 e lo 0,2 per cento, per cui c’è una probabilità non trascurabile che abbia sostanzialmente ristagnato; l’attività resta frenata dalla debolezza del settore manifatturiero e sono incerte le prospettive per l’edilizia”, si legge in una nota dell’Upb nella quale si precisa che “nel 2024 il Pil aumenterebbe dello 0,8 per cento, due decimi di punto meno di quanto previsto dall’Upb in occasione dell’esercizio di validazione delle previsioni del Piano Strutturale di Bilancio (PSB); la revisione è ascrivibile al peggioramento della variazione acquista per il 2024, desumibile dai dati trimestrali recentemente pubblicati dall’Istat”.