Notizie Notizie Italia UniCredit: il titolo a Piazza Affari dopo no Orcel a Opa su Commerzbank. Il commento su Deutsche Bank

UniCredit: il titolo a Piazza Affari dopo no Orcel a Opa su Commerzbank. Il commento su Deutsche Bank

Pubblicato 19 Settembre 2024 Aggiornato 20 Settembre 2024 13:56

Il ceo di UniCredit Andrea Orcel commenta il blitz lanciato dalla banca su Commerzbank, non mostrando particolari preoccupazioni nei confronti di Deutsche Bank, e su eventuali mosse su cui il governo di Berlino starebbe ragionando per blindare il DNA del sistema bancario tedesco.

Allo stesso tempo, Orcel esclude il lancio di un’Opa su Commerzbank:

“No, sarebbe un atto aggressivo”, dice in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, e pubblicata nella giornata di oggi.

Dopo essere scattato di oltre l’1% a Piazza Affari, il titolo UniCredit azzera i guadagni, a fronte di un indice Ftse Mib che, dopo il verdetto della Fed sui tassi Usa, avanza dello 0,70%, a quota 33.910 punti circa.

Alla borsa di Francoforte, il titolo Commerzbank arretra dell’1,5%.

UniCredit, Orcel dice no Opa su Commerzbank

Nell’intervista rilasciata al quotidiano romano, Orcel ha spiegato la ratio dell’operazione con cui UniCredit ha acquistato il 9% di Commerzbank, di cui il 4,5% durante la procedura di vendita che Berlino stessa ha lanciato, per iniziare a liberarsi della partecipazione di maggioranza detenuta nell’istituto, dopo averlo salvato con un bailout nel 2008, anno della crisi finanziaria globale.

Quella procedura di vendita, per la precisione quella offerta di Accelerated book building, è stata vista da UniCredit come una opportunità da cogliere al balzo.

Orcel ha così fatto incetta del 4,5% della seconda banca tedesca (l’altro 4,5% della quota complessiva del 9% è stato rilevato attraverso operazioni sul mercato), annunciando una operazione che ha alzato in Germania un vero e proprio polverone, come dimostra il post che, su X, ha pubblicato l’esperto di mercato Holger Zschaepitz.

Zschaepitz in particolare ha ricordato che, “di solito, buyer strategici pagherebbero un premio significativo  – spesso con una percentuale a doppia cifra”.  Tuttavia, visto il procedimento scelto dell’asta (accelerated bookbuilding), UniCredit “ha finito per pagare un ammontare extra contenuto”.

L’analista Craig Coben non ha lesinato critiche al governo Scholz, scrivendo sull’FT che “la vendita di Commerzbank mette in evidenza una tripletta di ingenuità, mancanza di trasparenza, esecuzione malgestita, che lascia i contribuenti tedeschi praticamente ‘fregati’ e il governo preso in contropiede”.

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un’ondata di critiche si è levata di fatto contro il governo tedesco, già ammaccato dai risultati delle recenti elezioni tedesche statali, che hanno certificato la forte ascesa dell’estrema destra dei nazionalisti di Alternative für Deutschlandin Germania (AfD), e che ora è accusato di aver svenduto una parte di Commerzbank a mani straniere, che potrebbero anche decidere di fagocitarla.

UniCredit non ha escluso infatti altre manovre per arrivare a raggiungere l’obiettivo finale di una operazione di M&A, ovvero di una fusione.

Negli ultimi giorni, il Messaggero ha riportato inoltre indiscrezioni, secondo cui Orcel punterebbe a chiedere alla Bce il permesso per arrivare al 30% di Commerzbank.

Tali Indiscrezioni, relativeall’istanza per salire al 29,9% della seconda banca tedesca, sono state così commentate da Orcel nel corso dell’intervista: “Presenteremo l’istanza per avere la possibilità di un dialogo continuo con la Bce e anche con tutti gli altri stakeholders”.

Ovviamente, non solo per questo motivo, nel senso che, “quando il governo vorrà mettere in vendita la quota residua (del 12%), se saremo graditi e ci saranno le condizioni anche di prezzo, con l’autorizzazione (della Bce) potremmo muoverci”.

Ma niente manovre aggressive.

Per questo, alla domanda posta dal Messaggero sulla possibilità che il ceo “abbia in serbo una mossa a sorpresa, un’Opa”, Orcel ha risposto con un no netto:

“No, sarebbe un atto aggressivo, noi abbiamo comprato il 4,5% sul mercato e un 4,49% che ci è stato venduto dallo Stato tedesco, siamo contenti di quanto abbiamo fatto. Nessun retropensiero né una tattica diversa”.

Commerzbank, Orcel: al momento rimarremo al 9%

Per ora, “siamo sempre al 9% e per il momento ci rimarremo”, ha detto ancora l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, mettendo i puntini sulle ‘i’ :

“il governo tedesco ha venduto ad UniCredit la quota del 4,5% di Commerzbank ritenendoci un investitore affidabile e adeguato“.

E, ancora: “il governo tedesco ci ha venduto le azioni, noi da tempo parlavamo con loro, per noi era importante misurare un certo livello di consenso”.

Nessuna battaglia, dunque, né un blitz improvviso, a quanto pare.

Noi ora “siamo investitori finanziari con il 9%, assieme a BlackRock con l’8%, Norges Bank e altri”, ha puntualizzato il ceo.

Orcel su Deutsche Bank: ‘Siamo in un libero mercato’

Orcel nel frattempo non teme neanche alcuna rappresaglia, in particolare da Deutsche Bank che, secondo alcune indiscrezioni, starebbe considerando il da farsi per non farsi strappare dall’italiana UniCredit la posizione di banca numero uno in Germania.

Alla domanda su un suo possibile timore nei confronti di una reazione di Deutsche Bank, il ceo di Piazza Gae Aulenti ha infatti risposto che “siamo in un libero mercato”, non sbilanciandosi però più di tanto.

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I complimenti arrivati dal ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina

Nel frattempo Orcel ha ricevuto i complimenti del collega e ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina sull’operazione lanciata su Commerzbank:

Mi sembra un’ottima operazione. Una strategia di diversificazione eccellente. E’ chiaro che è un primo passaggio perchè hanno acquisito solo una quota. Mi sembra una strategia coerente con il loro modello di business, noi abbiamo un modello di business completamente differente perchè puntiamo su risparmio gestito, asset management e assicurazione e la diversione geografica per noi non è una priorità”, ha spiegato Messina, uscendo dall’assemblea annuale di Confindustria, che si è tenuta nella giornata di ieri.

Le dichiarazioni rilasciate da Orcel al Messaggero sono state intanto commentate da Andrea Lisi, analista di Equita SIM.

Tra gli spunti principali emersi dall’intervista, Lisi ha segnalato il fatto che UniCredit era ” da tempo in dialogo con il governo tedesco” che, nel vendere a Piazza Gae Aulenti una quota del 4,5%, ha ritenuto evidentemente la banca italiana “un investitore affidabile”. E “questa dichiarazione – ha precisato Lisi – smentisce voci (a nostro avviso poco credibili) relativi all’assenza di precedenti interlocuzioni tra Unicredit e il governo tedesco”.

L’altro spunto è che per ora UniCredit sarebbe orientata a mantenere lo status quo, ovvero a non muoversi.

“Ad oggi UniCredit non ha intenzione di salire sopra l’attuale quota del 9% in Commerzbank”, si legge nel commento di Lisi.

Per quanto riguarda la richiesta alla Bce per avanzare al 30%, si tratta inoltre, come ha detto Orcel, di una decisione presa per “proseguire nel dialogo” con l’Eurotower e con gli stessi “stakeholder della banca, oltre che per sfruttare la possibilità di rilevare dal governo tedesco la restante quota”, nel caso in cui la partecipazione di maggioranza, tuttora nelle mani di Berlino, “venisse messa in vendita e le condizioni fossero ritenute adeguate”.

La SIM milanese ha messo in evidenza infine che Orcel ha preferito non rilasciare commenti “sulla possibilità di un intervento di Deutsche Bank in Commerzbank”, esprimendo “sostegno all’attuale management di Commerzbank e al lavoro fatto per migliorare la performance operativa della banca”.

Aspetto cruciale, il ceo di UniCredit non ha alcuna intenzione di innervosire Berlino né di imbarcarsi in una battaglia per conquistare Commerzbank, come conferma il no all’Opa.

“Viene ribadito più volte che UCG al momento vuole avviare una fase di dialogo e di confronto e che non ha fretta relativamente ad eventuali ulteriori mosse future”, ha fatto notare ancora Lisi.

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