UniCredit-Commerzbank: incontro Orcel-Orlopp, quale premio da UCG? I titoli a Piazza Affari e alla borsa di Francoforte
Giornata cruciale, quella di oggi, per capire la risposta che Commerzbank, presto capitanata dalla ceo designata Bettina Orloop, deciderà di dare a UniCredit, la banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, arrivata con le ultime manovre ad acquisire una quota pari al 21% del suo capitale.
Da ieri si parla di un incontro previsto per oggi, venerdì 27 settembre, tra Orlopp e Orcel o, in ogni caso, tra Orlopp e i vertici di Piazza Gae Aulenti, per valutare in che modo una eventuale partnership, o anche qualcosa di più, potrebbe apportare ulteriore valore agli azionisti di entrambi gli istituti.
UniCredit-Commerzbank: la benedizione di BNP Paribas
In ballo non c’è ‘solo’ il futuro di UniCredit e di Commerzbank, ma anche l’impegno delle stesse a dar vita a una vera grande banca per l’Europa a cui l’Unione europea e la Bce tendono, almeno in via ufficiale, per superare un mercato bancario che rimane ancora frammentato, caratterizzato dalla presenza di troppi istituti di credito.
A dirlo è stato nelle ultime ore lo stesso direttore finanziario del colosso bancario francese BNP Paribas, Lars Machenil che, interpellato dalla CNBC, ha auspicato una maggiore integrazione tra le banche europee:
“Se la domanda fosse: quante banche ci sono in Europa, la risposta giusta da dare sarebbe che ce ne sono troppe“, ha detto Machenil.
Titoli UCG e Commerzbank. Citi parla del premio Orcel
Dopo l’ottima performance della vigilia, i titoli UniCredit e Commerzbank ritracciano rispettivamente sul Ftse Mib di Piazza Affari e alla borsa di Francoforte.
Le azioni UCG perdono l’1%, mentre il titolo Commerzbank viaggia appena al di sotto della parità.
Dal giorno del primo grande annuncio di UniCredit, che risale allo scorso 11 settembre, le azioni della seconda banca tedesca sono scattate del 30% circa, sulla scia delle speculazioni dei mercati, che hanno scommesso sul suo takeover.
Gli analisti di Citi hanno scritto a tal proposito in una nota riportata dal Financial Times che, “sulla base di conversazioni avute con il mercato”, le stime sull’offerta che UniCredit potrebbe fare su Commerzbank sono di “un premio di circa il 10% rispetto all’attuale capitalizzazione di mercato (di Commerzbank) di 18 miliardi di euro circa. La nota di Citi è stata resa nota dall’FT in data 25 settembre, quando la capitalizzazione della banca teutonica non era ancora schizzata a valori ancora più alti, sostenuta soprattutto dal rally di ieri.
Se invece restasse indipendente, dunque se optasse per l’ipotesi standalone, hanno calcolato gli stessi analisti di Citi, Commerzbank avrebbe un valore di 14 miliardi di euro.
Nel frattempo, mentre la preda made in Germany ha arruolato il gigante svizzero UBS per studiare il da farsi eventuale nei confronti di UniCredit, il governo Meloni ha commentato il dossier per bocca del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso , che ha dato la sua benedizione all’interesse di Orcel verso la tedesca Commerzbank. A parlare anche il vicepremier Matteo Salvini.
Governo Meloni: Urso favorevole, il no di Salvini
A margine del Consiglio Competitività dell’Ue, Urso si è detto favorevole alla prospettiva di una eventuale fusione tra Piazza Gae Aulenti e il secondo gruppo bancario tedesco dopo Deutsche Bank. Deutsche Bank che, tra l’altro, si è sfilata da una eventuale partita per la conquista della banca rivale di casa.
“Penso che, proprio per andare nella strada dell’Unione bancaria, che tutti vogliono, in cui si ritiene importante che ci siano delle banche di dimensione sovranazionale ed europea, quella tra Commerzbank e Unicredit sia una buona operazione, che risponde alle indicazioni che insieme abbiamo voluto dare alla nostra Europa”, ha detto Urso.
Chi invece ha storto il naso, oltre al governo Berlino e ai vari sovranisti teutonici, è stato il leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini che, in una conferenza alla Stampa estera, ha affermato ieri che “non mi farebbe piacere il trasferimento all’estero della sede di una grande banca come Unicredit”.
“Non posso dire che il governo si opporrebbe, stiamo valutando varie ipotesi, io non sarei favorevole”, ha detto ancora Salvini.
Ma che cosa implica il reclutamento di UBS da parte di Commerzbank? A dare una risposta, stando a quanto riporta Bloomberg, sono state le stesse dichiarazioni pronunciate dalla ceo designata Bettina Orlopp, che ieri si è espressa sull’avanzata di UniCredit nel capitale del gruppo, con un intervento nella conferenza organizzata a Londra da Bank of America (evento che aveva visto tra i protagonisti del mondo delle banche Ue, il giorno prima, lo stesso ad di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel, che aveva fatto anche il grande annuncio sugli utili della banca).
Orlopp ha parlato di un team che si è riunito per “difendere gli interessi dei nostri tre principali gruppi di stakeholders, ovvero gli investitori, i clienti e lo staff (di Commerzbank), niente altro”.
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La ceo prescelta per Commerzbank ha ribadito la necessità che Commerzbank rimanga “molto open-minded”, lanciando tuttavia anche un avvertimento su quei rischi legati all’esecuzione di un qualsiasi accordo.
D’altronde, gli accordi “a volte hanno senso, altre volte no, ed è questo che dobbiamo capire”, ha aggiunto Orlopp, riferendosi all’incontro fissato per oggi con i vertici di UniCredit, volto – parole sue – a uno “scambio di vedute”.
In ogni caso, nessuna “poison pill”, ha chiarito ieri Bettina Orlopp: “Non faremo niente di stupido”, ha detto la ceo designata di Commerzbank, rispondendo a chi le ha chiesto se la banca stia considerando eventuali msose per renderla meno appetibile agli occhi di UniCredit.
Mercati in attesa con incontro Orcel-Orlopp. Il fattore Bce
In attesa di capire come si evolverà il dossier UniCredit-Commerzbank, e soprattutto delle eventuali dichiarazioni che saranno rilasciate dai vertici delle due banche dopo l’incontro previsto per la giornata di oggi, va detto che, a dispetto dell’opposizione a una eventuale operazione di M&A manifestata dal governo di Berlino, sia l’Ue che la Bce hanno blindato le mire di Piazza Gae Aulenti, che non ha escluso fin da quando ha acquistato laquota iniziale del 9%, di cui il 4,5% direttamente dal governo di Berlino, per poi far salire la posizione complessiva al 21%, di puntare a una fusione, per realizzare quel sogno di banca paneuropea, che riflette anche il Draghi pensiero.
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Reuters ha riportato nello specifico le dichiarazioni di almeno sei banchieri della Bce, che hanno dato il loro sostegno a una possibile fusione tra i due istituti, interpretando il nein tedesco come un nein al principio di una maggiore integrazione in Europa.
I banchieri, tra gli esponenti del Consiglio di Vigilanza della Bce, hanno definito l’atteggiamento della Germania ipocrita, facendo riferimento al sostegno, presente almeno sulla carta, che diverse volte Berlino ha garantito all’Unione bancaria, così come al piano di creare campioni europei in diversi settori, come in quello della difesa.
Allo stesso tempo, i sei hanno riferito che la Bce può fare poco per impedire tensioni interne all’arena politica del blocco, a parte confermare l’importanza di una Unione bancaria.
A esprimersi sul dossier, sarà prima l’intero Consiglio di Vigilanza della Bce, presieduto da Claudia Buch, che include esponenti di 21 paesi diversi e che si focalizza sui requisiti prudenziali che le banche del blocco devono rispettare, monitorando i livelli di capitali e di liquidità delle stesse, i loro piani industriali e la governance.
Sarà poi il Consiglio direttivo della Bce, presieduto da Christine Lagarde, composto da cinque membri del board e dai governatori delle banche dei 20 paesi dell’area euro, a dire l’ultima parola.
Fonti interpellate da Bloomberg hanno riferito che determinanti per prendere una decisione che impiegherà diverse settimane per essere annunciata, saranno i dettagli del piano di Unicredit.
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