UniCredit: Orcel non si ferma, sale al 21% di Commerzbank e si rivolge alla Bce. Sell sul titolo a Piazza Affari
UniCredit non ha alcuna intenzione di rimanere con le mani in mano, aspettando che i tedeschi diano il loro benestare all’operazione lanciata su Commerzbank.
Arriva così oggi da Piazza Gae Aulenti un nuovo annuncio bomba, con cui la banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel comunica di essere salita fino al 21% del capitale della seconda banca teutonica, rendendo contestualmente noto di avere presentato una istanza alla Bce per poter salire fino al 29,9% del gruppo.
Il titolo UCG non prende tuttavia bene la notizia, confermandosi alle 15.30 ora italiana il titolo peggiore dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari: le azioni UCG arretrano del 2,75%, a quota 36,95 euro. Non si muove più di tanto Commerzbank, che perde lo 0,73%.
UniCredit, nuovo annuncio su Commerzbank: raggiunto il 21%
A conferma della determinazione del ceo Andrea Orcel a continuare a fare shopping di azioni Commerzbank, identificata a quanto pare preda ideale per Piazza Gae Aulenti, UniCredit ha annunciato oggi con un comunicato ad hoc di aver “sottoscritto in data odierna strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank”.
Manca ancora l’autorizzazione perchè avvenga il regolamento in azioni.
UniCredit lo sa e scrive che “il relativo regolamento in azioni (physical settlement) può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni”.
Fatto sta che “la posizione complessiva di UniCredit, unitamente alla partecipazione del 9% circa comunicata in precedenza, pertanto ha raggiunto circa il 21%”, si legge nella nota.
La banca va avanti, precisando che “la maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania”.
UniCredit continua dunque a puntare sul mirino Commerzbank, sebbene, come ha detto lo stesso ceo Andrea Orcel la scorsa settimana, le mosse non abbiano alcuna connotazione di tipo aggressivo. Niente Opa, per intenderci.
La banca si muove anche a dispetto del colosso bancario numero uno in Germania Deutsche Bank, oltre che dei sindacati e dei dipendenti di Commerzbank, che temono il peggio, con una eventuale fusione tra i due istituti.
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Orcel non demorde, verso un campione d’Europa
UniCredit rimarca però anche tutto l’interesse già confermato in passato dal ceo Orcel di dar vita a una banca che sia campione d’Europa, così come fa capire che il fine ultimo, se le condizioni lo avalleranno, è la fusione:
“UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders”.
Andrea Orcel sa che esistono delle tappe imprescindibili che devono essere rispettate:
“Ciononostante, come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete”.
UniCredit: forte unione bancaria Europa svolgerebbe ruolo cruciale per tutti
Tuttavia, il ceo punta dritto all’obiettivo di realizzare una fusione che sia cross border, in una Europa che dia vita finalmente a una reale Unione bancaria.
“In linea con quanto evidenziato nel recente rapporto della Commissione Europea, UniCredit condivide la convinzione che una forte unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e, attraverso quest’ultimo, di ciascun paese. Inoltre, la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali sia per l’economia tedesca che per l’Europa nel suo complesso”.
UniCredit presente in Germania da quasi 20 anni
Il comunicato si conclude con il ricordare l’apporto che già da ora Piazza Gae Aulenti dà all’Europa intera:
“In ciascuno dei 12 mercati in cui è presente in Europa, UniCredit ha dimostrato di essere un operatore di mercato responsabile, impegnato e serio. Con riferimento in particolare alla Germania, il Gruppo è presente nel paese da quasi 20 anni, fornendo supporto ai propri dipendenti e servendo i propri clienti con una gamma di prodotti completa e competitiva”.
Detto questo, “sebbene questa transazione e le sue possibili evoluzioni richiedano un’attenta valutazione, l’attenzione principale del management team di UniCredit rimane costantemente rivolta all’esecuzione di UniCredit Unlocked e agli obiettivi di una crescita sostenibile e redditizia e di distribuzioni agli azionisti. È da questo che UniCredit continua a credere di poter estrarre il massimo valore per tutti i suoi stakeholder”.
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Banche tra ‘nazionalismo economico’ e occasione per l’Europa
In un momento in cui gli analisti guardano alla nuova mossa di UniCredit, Gabriel Debach, market analyst di eToro, fa una riflessione su quanto sia ancora labile parlare di risiko europeo in qualsiasi settore:
“La recente mossa di UniCredit su Commerzbank mette in luce due aspetti cruciali per l’integrazione economica europea. L’Europa promuove da tempo l’idea di un mercato unico integrato, ma il nazionalismo economico emerge chiaramente quando sono in gioco interessi strategici”.
I casi Fincantieri-STX France e Vivendi-Mediaset
Gli esempi non mancano: oltre alla “possibile acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit”, vengono citati “i precedenti casi Fincantieri-STX France e Vivendi-Mediaset” che, secondo l’esperto, “dimostrano che i paesi membri tendono a reagire con protezionismo quando aziende nazionali rischiano di passare sotto il controllo di entità straniere, anche se queste provengono da altri paesi UE. Questo dimostra che, nonostante i progressi, esistono ancora barriere nazionali difficili da superare”.
Debach continua, ricordando che, in questo contesto, “la mancanza di grandi player europei capaci di sfidare le potenze statunitensi è evidente“.
JPM prima banca in Usa con $600 mld. BNP Paribas prima in UE con $81,7 mld
Come riferimento viene preso il colosso bancario numero uno degli Stati Uniti, JPMorgan, le cui dimensioni dicono tutto su quanto l’Europa rimanga indietro:
“Se JPMorgan Chase, la prima banca americana per capitalizzazione, vale circa 600 miliardi di dollari, la principale banca del mercato unico europeo (escludendo il Regno Unito) è la francese BNP Paribas, che si colloca solo al 22º posto a livello globale con un valore di circa 81,7 miliardi di dollari. Questo gap dimostra l’importanza di incentivare le aggregazioni transnazionali”.
Di conseguenza, l’analista di eToro insiste sull’occasione che ha l’Europa:
“L’Europa ha l’opportunità di rafforzare la propria competitività globale, promuovendo la creazione di campioni finanziari europei. Superare il protezionismo e collaborare verso un sistema più integrato sono passi fondamentali. Come disse Massimo d’Azeglio: Abbiamo fatto l’Europa, ora dobbiamo fare gli europei’. Agire come un’unica entità è l’unica via per garantire un futuro competitivo a livello globale”, conclude Debach.