Tassi Bce: sorpresa da inflazione Germania. Ma falco tedesco Nagel lancia alert su tagli
In attesa del grande dato market mover relativo all’inflazione dell’intero blocco dell’area euro, in calendario nella giornata di oggi, tra qualche minuto, il presidente della Bundesbank ed esponente della Bce Joachim Nagel mette le mani avanti, invitando la banca centrale europea a non tagliare i tassi di interesse troppo velocemente.
Eppure, è stato lo stesso dato relativo all’inflazione della sua Germania a dare il via libera all’ulteriore allentamento della restrizione monetaria lanciata dall’Eurotower negli ultimi due anni, al fine di arrestare la crescita scatenata dei prezzi: tentativo riuscito, evidentemente, visto che il processo disinflazionistico procede ora spedito nell’area euro, come confermato dagli ultimi numeri, relativi ai singoli paesi membri, resi noti alla vigilia.
Numeri che hanno visto protagonista soprattutto la Germania di Nagel.
Inflazione Germania centra target Bce
L’agenzia statistica nazionale Destatis ha infatti annunciato nel pomeriggio di ieri che, nel mese di agosto, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo della Germania è tornato al target della Bce del 2% per la prima volta in più di tre anni:
vero che a zavorrare l’inflazione è stato soprattutto il calo dei prezzi energetici, che costituiscono la componente più volatile del dato, insieme ai prezzi dei beni alimentari.
Tuttavia, a migliorare, è stata anche l’inflazione di fondo.
Inoltre, nella giornata di ieri, anche i dati relativi alla Spagna, al Belgio e all’Irlanda hanno confermato l’indebolimento delle pressioni inflazionistiche del blocco.
Oggi il giorno della verità, con la pubblicazione del dato relativo all’intera area euro atteso al varco dai mercati:
sarà infatti questo indicatore macro a decretare la direzione dei tassi in Eurozona e, in primis, la prossima decisione di politica monetaria che sarà annunciata dalla Bce di Christine Lagarde dopo l’imminente riunione del Consiglio direttivo del prossimo 12 settembre che, secondo le attese degli analisti e dei mercati, si concluderà con un nuovo taglio dei tassi dopo quello del 6 giugno scorso, la cui definizione immediata di taglio hawkish non era stata sicuramente di buon auspicio per chi sperava in una grande svolta firmata da Lagarde.
Di fatto, nell’ultima riunione del Consiglio direttivo di luglio, prima della pausa di agosto, l’Eurotower ha confermato i tassi, lasciandoli invariati.
Bce: alert tagli dal falco tedesco Joachim Nagel
La novità che ha riguardato la Germania nelle ultime ore non è stata soltanto la pubblicazione del dato.
Protagoniste anche le parole del falco tedesco Joachim Nagel, noto per le sue posizioni hawkish sui tassi, che sempre ieri ha detto che l’Eurotower dovrebbe rimanere cauta, anche se il target dell’inflazione del 2% è ormai vicino a essere centrato.
“Considerato nel suo complesso, un ritorno tempestivo alla stabilità dei prezzi non può essere dato per scontato – ha sottolineato il banchiere – Di conseguenza, dobbiamo essere attenti e non abbassare i tassi troppo velocemente”.
Una posizione troppo hawkish, considerando soprattutto quanto emerso dal fronte macro tedesco? O Nagel, dopo tutto, ha ragione a essere così cauto?
La risposta è nello stesso indicatore tedesco diffuso ieri da Destatis, ovvero dall’indice dei prezzi al consumo della Germania che, nel mese di agosto, è salito al ritmo annuo dell’1,9%, ovvero al tasso di crescita più basso dal marzo del 2021.
Ottima notizia, a quanto pare: la ritirata è stata importante, rispetto al +2,6% di luglio, e ben più sostenuta rispetto al dietrofront stimato dal consensus degli analisti, che avevano previsto un rialzo su base annua pari a +2,3%.
Ma attenti a inflazione servizi-salari. L’attenti dell’economista
A studiare meglio l’indicatore, emergono tuttavia alcuni fattori che, di fatto, indurrebbero a una certa cautela:
dallo stesso dato è stato confermato in particolare il mal di testa di Christine Lagarde dell’inflazione dei servizi che, in Germania, ha segnato un rialzo ad agosto ancora significativo, pari a + 3,9% su base annua, sulla scia della crescita dei salari che ha interessato tutto il settore.
D’altro canto l’inflazione core, quella che esclude l’impatto dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, ha segnato un rialzo del 2,8%, inferiore al +2,9% di luglio. E questo è un altro segnale positivo, come ha ammesso Carsten Brzeski, economista della banca olandese ING, parlando di “una grande notizia per la Bce, che mostra finalmente i primi segnali di un trend disinflazionistico più ampio”.
“Lo smorzarsi delle pressioni inflazionistiche, combinato con lo smorzarsi del ritmo di crescita, offre un quadro macro quasi perfetto per un altro taglio dei tassi“. Sempre Brzeski ha però detto che “è troppo presto parlare di un via libera dall’inflazione sia della Germania che dell’intera Eurozona”.
E questo perchè punti dolenti ce ne sono. Per l’economista di ING ha ricordato infatti che “dopo la pausa estiva i sindacati tedeschi avanzeranno nuove richieste”, il che significa che “potrebbe essere necessario più tempo rispetto a quello previsto dalla Bce prima che la crescita dei salari in Eurozona scenda in modo significativo”.
Ieri ha parlato anche il capoeconomista della Bce, Philip Lane, avvertendo da Francoforte che la crescita dei salari potrebbe tornare ad accelerare il passo verso la fine del 2024, prima di scendere di nuovo nel corso del 2025, a dispetto delle buone indicazioni arrivate dal rapporto sui salari recentemente diffuso , (che tuttavia non è stato neanche un vero e proprio via libera).
Grande market mover di oggi anche inflazione Usa
Oggi l’inflazione dell’area euro non sarà l’unico grande market mover a rivelarsi sui mercati.
Gli investitori attendono infatti anche la pubblicazione dell’indice PCE core Usa, ovvero del parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione degli Stati Uniti, per capire se quelle grandi scommesse dovish esplose a Wall Street e nel mondo dopo il discorso del presidente dell’istituzione, Jerome Powell, a Jackson Hole, abbiano fondamenta valide per andare avanti, anticipando il taglio dei tassi firmato dalla Federal Reserve che, finora, non si è ancora palesato.
Così riassume i market mover che decideranno la direzione dei mercati Davide Pascucci, analista dei mercati per XTB:
“L’inflazione in Europa è prevista oggi in uscita al 2,2% dall’attuale 2,6%, un dato in calo stando alle stime degli operatori. Osservando come sono usciti i dati relativi all’inflazione di Spagna, Belgio e Germania, l’inflazione potrebbe essere ancor più al ribasso rispetto le stime in quanto abbiamo assistito ieri ai dei cali molto consistenti sull’inflazione di questi paesi. Sulla Spagna abbiamo visto un’inflazione scendere dal 2,8% al 2,2%, in Germania siamo scesi a 1,9% (sotto il target), in Belgio il ribasso è stato quasi di un -1%, in sostanza inflazione in calo forte”.
Pascucci ha ricordato che “il tutto è dovuto principalmente alla correlazione macro che vede i tassi di interesse spingere l’inflazione al ribasso” , consigliando di conseguenza di fare “attenzione ai dati di stamani in uscita alle 11:00”, che “potrebbero nascondere delle sorprese e soprattutto potrebbero essere determinanti nell’entità del futuro taglio dei tassi della Bce”.
“Oltre all’inflazione, fare attenzione al tasso di disoccupazione in Europa che, secondo le correlazioni macro, potrebbe salire anche oltre le aspettative e vedere un aumento oltre le stime che vedono stabile il dato al 6,5%”, continua l’analista che, nel guardare agli Stati Uniti, ricorda che “l’inflazione PCE, l’indice dei prezzi delle spese personali in Usa, è previsto al 2,6% contro il 2,5% del dato precedente”.
Proprio “questo dato potrebbe essere il market mover della giornata e un dato inferiore alle aspettative potrebbe essere un ulteriore spinta al taglio dei tassi aggressivo da parte della Fed”.
Pascucci ricorda infine che “ora l’interrogativo principale non è piú se la Fed taglierà i tassi, bensí di quanto taglierà i tassi“, facendo notare che “l’inflazione misurata da Truflation è a ridosso del 1,5%, un dato molto basso rispetto al dato rilasciato dal Bls al momento al 2,9%, pertanto non escludiamo sorprese sull’uscita di questo dato”.
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