Tassi Bce: anche il falco dell’Olanda Klaas Knot frena sui rialzi
Countdown Bce-Day: a frenare sui rialzi dei tassi è ora anche l’olandese Klaas Knot
Tassi e Bce: a parlare è stato davvero il super falco Klaas Knot, governatore della banca dell’Olanda?
Interpellato dalla televisione Bloomberg, l’esponente olandese del Consiglio direttivo della Bce ha sicuramente lasciato di stucco non poche colombe, e probabilmente più di qualche suo collega falco.
Knot ha frenato sulla possibilità di un nuovo rialzo dei tassi nell’area euro nel meeting di settembre, oltre a quello atteso e ormai considerato certo, di luglio.
L’attenti contro il rischio che la politica monetaria della Bce finisca per strozzare il Pil dell’Eurozona è stato lanciato di nuovo, proprio negli ultimi giorni, dal governatore uscente di Bankitalia, Ignazio Visco.
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Bce, Knot: rialzi tassi, per il mese di luglio una necessità. Poi…
“Per il mese di luglio è una necessità, per qualsiasi cosa che vada oltre luglio sarebbe al massimo una possibilità, ma sicuramente non una certezza – ha detto il banchiere centrale – Dobbiamo guardare con attenzione a ciò che i dati ci diranno”.
E ancora:
“Finora, ci siamo focalizzati soprattutto sul rischio rappresentato dalla persistenza dell’inflazione. Ma la bilancia dei rischi si sta gradualmente spostando, ed è necessario prestare più attenzione al rischio di fare troppo”.
Le dichiarazioni di Klaas Knot hanno stupito , in quanto arrivate da quello che da tempo viene considerato uno degli esponenti più hawkish della Bce.
E’ possibile, si sono chiesti in molti, che la Bce di Christine Lagarde sia a questo punto vicina a sotterrare l’ascia di guerra brandita ripetutamente, nell’ultimo anno, a colpi di rialzi dei tassi, contro l’inflazione dell’area euro?
Forse sì, se ora anche i falchi che siedono nel suo Consiglio direttivo frenano sulla probabilità di ulteriori strette monetarie dopo il meeting atteso per la prossima settimana, giovedì 27 luglio.
Una buona notizia per i BTP e per i titoli di stato dell’Eurozona, che hanno visto erodere il loro valore, a fronte dell’impennata dei rendimenti, provocata sia dalla carrellata di rialzi dei tassi che dalle aspettative di nuove misure anti-inflazione da parte dell’Eurotower: come il QT-Quantitative Tightening, che ha certificato la fine del ruolo salvifico che la Banca centrale europea ha ricoperto con il QE-Quantitative easing, in quegli anni in cui ha fatto da scudo per proteggere i bond sovrani dell’Eurozona dalla minaccia della speculazione.
Esattamente il Quantitative Tightening, minaccia per i BTP e campanello di allarme per lo spread BTP-Bund, che è stato sponsorizzato soprattutto da Germania e Olanda. In primis, dallo stesso Knot, che fin da subito ha spinto per il via alla minaccia tra le più pericolose per il debito pubblico italiano.
Quando i falchi di Olanda-Germania lanciarono appello pro-QT
Era la fine del 2022 e il falco Knoot promuoveva l’arma QT contro l’inflazione dell’Eurozona facendo coppia fissa con l’altro super falco della Bce: il presidente della Banca centrale tedesca Bundesbank Joachim Nagel.
Insieme, i due sostenevano come, oltre al rialzo dei tassi, l’Eurotower dovesse iniziare a ridurre il suo immenso portafoglio ingolfato da BTP e altri titoli di stato per disporre di un altro espediente contro l’inflazione ostinata dell’area euro.
Il QT diventava pochi mesi dopo operativo ed è tuttora in atto.
A tal proposito, tra le ultime novità e i vari rumor circolati sui mercati in vista del BCE Day del 27 luglio prossimo è emerso anche un dubbio proprio su questa misura..
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Detto questo, dalle stesse minute della Bce relative all’ultima riunione del Consiglio direttivo, è emerso che la decisione della prossima settimana è stata praticamente incisa sulla pietra: Christine Lagarde & Co annunceranno un nuovo rialzo dei tassi di interesse, di 25 punti base, contro l’inflazione persistente del blocco.
Cautela tassi Knot segnale di fine ciclo rialzi?
La cautela del falco Klaas Knot è sicuramente qualcosa da non sottovalutare: le sue parole si innestano tra l’altro in un contesto in cui le pressioni inflazionistiche si stanno davvero sfiammando, anche se va detto che i timori di Lagarde riguardano il trend dell’inflazione core.
Proprio ieri l’Eurostat ha reso noto che l’indice dei prezzi al consumo core, ovvero l’indice CPI depurato dalle componenti più volatili, rappresentate dai prezzi dei beni energetici e alimentari, è salito a giugno del 5,5%.
Il dato è stato rivisto al rialzo rispetto alla crescita del 5,4% riportata con la lettura preliminare di giorni fa, ed è anche salito rispetto al +5,3% di maggio.
Vero è che l’inflazione headline ha segnato un rialzo sempre del 5,5%, che corrisponde al tasso di crescita minimo dall’inizio della guerra in Ucraina del 24 febbraio 2022.
E vero è anche che, se anche i falchi della Bce iniziano ad avere qualche dubbio sulla necessità che Lagarde continui ad alzare i tassi, forse davvero la fine della politica monetaria della banca centrale europea che ha tanto angustiato il governo Meloni è vicina.
Qualche mese fa, a confermare la guerra di nervi tra l’Eurotower e il governo Meloni sono state le dichiarazioni arrivate dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.
in occasione del recente Forum di Sintra organizzato dalla stessa Eurotower., Christine Lagarde aveva dedicato un discorso alla persistenza dell’inflazione nell’area euro, ribadendo l’intenzione di alzare i tassi nella riunione, ormai imminente, del prossimo giovedì, 27 luglio.
Nell’ultima riunione del 15 giugno, la Bce ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%.