Notizie Notizie Italia BTP: Scope conferma rating Italia con PNRR e aiuti Bce

BTP: Scope conferma rating Italia con PNRR e aiuti Bce

17 Luglio 2023 13:41

Scope Ratings conferma rating e outlook Italia e non esclude né downgrade che upgrade, illustrando il nodo del PNRR e l’aiuto della Bce di Christine Lagarde che, verso i BTP, permane. Riferimento anche allo scudo anti-spread

Scope Ratings ha annunciato di aver confermato il rating sul debito pubblico dell’Italia a BBB+ con outlook stabile: la notizia è confortante per i BTP e per lo spread BTP-Bund, visto che la valutazione rimane invariata.

L’agenzia di rating ha motivato la decisione affermando che, alla base del rating, vi sono presenti diversi fattori, come gli ampi meccanismi di sostegno europei, la resilienza economica dell’Italia, la prudenza fiscale e il profilo del debito favorevole.

Dall’altro lato, “l’elevato debito pubblico, la bassa produttività, la rigidità del mercato del lavoro e la debolezza demografica rappresentano delle sfide” per il paese.

Scope Ratings conferma rating BBB+ Italia. Ecco perché

Andando nel dettaglio delle motivazioni, Scope Ratings ha affermato che il rating BBB+ dell’Italia con outlook stabile beneficia dei seguenti fattori:

  • I sostegni che arrivano dalla politica monetaria e fiscale dell’Europa, che si basano su un’architettura istituzionale per l’Unione europea e per l’euro che fornisce un forte incentivo, per le autorità italiane, a preservare l’agenda delle riforme e il graduale consolidamento fiscale, nel corso dei prossimi anni.
  • La dimensione dell’economia italiana (Pil di un valore di 1,9 trilione di euro) e la diversificazione che, insieme all’elevato reddito pro-capite di 32.000 euro circa, alla posizione patrimoniale netta sull’estero positiva supportata da un forte settore esterno, al debito del settore privato non finanziario moderato e ai cuscinetti presenti nel sistema finanziario, sostiene la resilienza economica.
  • La politica fiscale prudente del governo (Meloni), che dovrebbe tradursi in avanzi primari sostenuti a partire dal 2024, la solida base di investitori e la struttura favorevole del debito pubblico, con un costo medio del debito del 3% circa nel corso del periodo 2023-2025 e una scadenza media di 7 anni circa, che smorza l’impatto dell’aumento dei costi di finanziamento.
  • La recente stabilità politica del paese, vista l’ampia maggioranza parlamentare e il fatto che le prossime elezioni politiche sono previste per il 2027.

Ma l’attenti al debito pubblico dell’Italia non manca

Il debito pubblico dell’Italia e dunque i titoli di stato del paese, BTP in generale, fanno fronte tuttavia ad alcune sfide:

  • La debolezza dei conti pubblici, visto il debito governativo elevato, superiore al 140% del Pil, così come all’elevato fabbisogno che, su base annua, è vicino al 25% del Pil: una situazione, questa, che dovrebbe permanere nel medio termine.
  • I problemi economici strutturali, che frenano la crescita di medio termine, limitando la produttività e riducendo la crescita dell’occupazione e la partecipazione della forza lavoro.
  • La debolezza del fattore demografico che, con l’invecchiamento e il calo della popolazione in età lavorativa, pesa sui conti pubblici e sulla crescita economica.

Possibilità di un upgrade del rating o rischio di downgrade: in quali casi

Scope Ratings spiega allo stesso tempo che l’outlook stabile per l’Italia riflette l’opinione secondo cui i rischi sui rating del debito pubblico si confermano ampiamente bilanciati nel corso dei prossimi 12-18 mesi.

C’è la speranza di un upgrade del rating italiano?

Sì, se si verificheranno in modo individuale o collettivo le seguenti condizioni:

  • Una traiettoria stabilmente al ribasso del rapporto debito-Pil.
  • Un miglioramento della crescita economica nel medio termine, grazie all’esecuzione efficace degli investimenti pubblici e alle riforme strutturali, in linea con il PNRR.

Scope Ratings precisa tuttavia anche che il rating e gli outlook potrebbero essere oggetto di un downgrade nei seguenti casi:

  • Se il sostegno delle istituzioni europee dovesse diminuire, facendo salire così i rischi sul rifinanziamento dell’elevato stock del debito pubblico dell’Italia.
  • Se l’outlook della crescta dovesse peggiorare, per esempio a causa dei ritardi degli investimenti pubblici e/o delle riforme stabilite con il PNRR.
  • In caso di deterioramento dell’outlook fiscale, fattore che porrebbe su una traiettoria crescente il rapporto debito-Pil.

Il PNRR continua ad attrarre l’attenzione di tutte le istituzioni internazionali, dopo le polemiche che sono tornate ad accendersi nelle ultime settimane e che hanno portato molti a paventare che, da occasione storica capitata all’Italia – riferimento ai fondi europei che hanno assicurato al paese la fetta maggiore dei fondi del Next Generation EU – il piano possa finire per confermarsi addirittura fonte di guai per il governo Meloni.

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Italia beneficia del sostegno della Bce (a dispetto delle critiche)

Oltre a mettere in evidenza il sostegno rappresentato dalla politica fiscale europea di cui l’Italia gode, Scope Ratings ha motivato il suo rating anche con “la politica monetaria di supporto della Bce”, che è stata un’ancora rilevante per le condizioni di accesso ai finanziamenti favorevoli di cui l’Italia ha goduto durante la pandemia Covid e la crisi energetica” e che “continuerà a fornire sostegno e stabilità al debito pubblico del paese anche “durante il processo di normalizzazione” che è stato avviato sotto la presidenza di Christine Lagarde, tanto invisa non solo a una certa politica ma ora anche a diverse istituzioni italiane.

“Sebbene la politica monetaria sia diventata restrittiva in modo significativo nel corso degli ultimi 12 mesi, attraverso la fine degli acquisti netti di asset (nel marzo del 2022), i rialzi dei tassi di interesse di 400 punti base a partire dal luglio del 2022, e la riduzione del Public Sector Purchase Programme nel marzo del 2023, la Bce ha ancora in mano gli strumenti per ridurre la volatilità del mercato e gli spread eccessivi, in caso di bisogno”.

Vale la pena ricordare che il Public Sector Purchase Programme (PSPP, lanciato il 9 marzo 2015) è un programma facente parte del piano Asset Purchase Programme (APP), che è stato concepito per l’acquisto di titoli emessi da governi, da agenzie pubbliche e istituzioni internazionali situate nell’area dell’euro.

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Scope ha messo inoltre in evidenza che “i reinvestimenti dei titoli a scadenza nell’ambito del piano Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), che continueranno almeno fino al 2024, permetteranno alla Bce di acquistare titoli italiani per un ammontare di circa 50 miliardi di euro ogni anno, il 10% circa del fabbisogno finanziario lordo stimato per il 2024″.

Viene fatto riferimento anche allo strumento salva-BTP o anche scudo anti-spread lanciato dalla Bce di Christine Lagarde nel luglio del 2022, ovvero al Transmission Protection Instrument (TPI): strumento che, fin dal momento del suo lancio, va detto, non ha convinto tuttavia molti economisti.

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“Sebbene fino a questo momento non sia stato testato – fa notare tuttavia Scope Ratings – si tratta di uno strumento permamente, che non ha limiti e che non dipende dal capital key, e che permette alla Bce di acquistare titoli di stato dei paesi membri (dunque nel caso dell’Italia BTP) se la Bce reputa, a sua discrezione, che i rendimenti e/o gli spread riflettano dinamiche di mercato disordinate e non giustificate”.

E, secondo Scope, le condizioni per la sua attivazione – rispetto delle regole fiscali Ue, l’assenza di gravi squilibri macro-economici, la sostenibilità fiscale e il rispetto degli impegni a fare le riforme sulla base del piano PNRR – offrono alle autorità italiane un forte incentivo ad assicurarsi che i bond italiani (BTP & Co) possano considerarsi legittimati a usufruire dell’TPI” e che l’agenda delle riforme e il processo di consolidamento fiscale nei prossimi anni” vengano tutelati.