Piazza Affari: focus sui titoli mid e small cap con tagli tassi Bce
Migliorano le prospettive per i titoli delle small e delle mid cap quotati a Piazza Affari, con l’avvicinarsi del taglio dei tassi, sia da parte della Bce, chiamata ad annunciare le prossime mosse di politica monetaria il 12 settembre, che da parte della Fed, che si esprimerà il prossimo 18 settembre.
La fiducia nei titoli delle small e mid cap della Borsa Italiana viene rimarcata con un rapporto ad hoc da Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte.
Piazza Affari: il trend dei titoli delle small e mid cap
Randone ricorda che, prendendo come riferimento la chiusura di Piazza Affari del 23 agosto 2024, emerge che “il mercato azionario italiano ha registrato una performance negativa del 2,8% nell’ultimo mese (di agosto), ed è in rialzo del 10,9% su base annua“.
Guardando invece ai listini che includono i titoli delle small e delle mid cap, “l’indice FTSE Italy Mid-Cap (-2,9%) ha registrato una performance quasi in linea con l’indice principale nell’ultimo mese (scendendo del 4,8% su base annua relativa), mentre l’indice FTSE Italy Small Caps (-1,0%) ha registrato una performance dell’1,8% superiore rispetto al mercato, ma ancora un -8,3% su base relativa dall’inizio del 2024″.
Di seguito la tabella che mette in evidenza il trend ad agosto, nell’ultimo mese, e anche in diversi archi temporali, dei principali indici azionari di Piazza Affari, inclusi quelli dei principali listini, il Ftse Italia All-Share e il Ftse Mib.
Guardando più in generale alle performance delle mid – small cap in Europa, Intermonte fa notare anche che “l’indice MSCI Europe Small Caps è sceso dello 0,4% nell’ultimo mese, registrando”, così “una performance migliore rispetto alle mid-small cap italiane”.
Quali le prospettive, in questo contesto, per le azioni delle società a piccola e media capitalizzazione, quotate a Piazza Affari?
Le stime di Intermonte sugli eps dei titoli delle small e mid cap
L’analista di Intermonte ricorda nell’analisi dedicata ai titoli mid e small cap che, a fronte di una revisione , a partire dall’inizio del 2024, pari a -3,5%/-3,5% delle stime sugli EPS di Piazza Affari, in generale, per il 2024/2025, l’outlook sugli eps delle mid-small cap relativi a quest’anno e al prossimo anno è stato interessato da cambiamenti meno negativi, con le stime relative a questo anno che sono state addirittura riviste al rialzo del 2,2%, e quelle relative al prossimo anno che sono state tagliate dello 0,9%, in misura dunque inferiore rispetto al downgrade che ha interessato l’intero mercato.
Più “in particolare – ha fatto notare Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte – nell’ultimo mese la revisione delle stime è stata negativa per le large cap (-1,8%/-2,0% sugli EPS 2024/2025), mentre è stata leggermente positiva per le mid cap (+1,2%/+0,5%), soprattutto grazie alla raccolta attraverso le reti di promotori finanziari”.
Per quanto riguarda invece le small cap, si attendono ancora i risultati del primo semestre del 2024, che saranno resi noti nelle prossime settimane.
Intermonte ha messo poi in evidenza che, confrontando “la performance YTD con la variazione delle stime per l’esercizio 2024 nello stesso periodo”, risulta che “i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating YtD del 14,9% (lo stesso parametro era +17,2% un mese fa); le mid-cap si sono rivalutate dell’1,6%, mentre le small cap del 20,5%”.
Vero è che, esaminando il rapporto P/E, ha continuato Randone, “il nostro panel è scambiato con un premio del 26% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%)”.
Allo stesso tempo, il rapporto P/E è “leggermente al di sotto del livello di un mese fa (27%)”.
L’analista di Intermonte ha scritto inoltre che, “osservando l’andamento degli indici ufficiali italiani, notiamo che la liquidità delle large cap nell’ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore del 9,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in aumento del 18,4% su base annua” e che per le mid/small cap, “il quadro è simile”, con la liquidità aumentata del 19,6% su base annua.
Solido rialzo anche per la liquidità delle small cap, “salita del 18,3% su base annua”.
“In particolare – si legge nel report di Intermonte – la liquidità è rimasta abbastanza positiva nell’ultimo mese, soprattutto per le mid-cap”.
La strategia di investimento da adottare in vista tagli tassi Bce
Dunque, quale strategia di investimento adottare?
Molto dipende dalle prospettive sui tassi, dunque dalle imminenti decisioni che saranno prese sia dalla Bce di Christine Lagarde, il prossimo 12 settembre, che dalla Fed di Jerome Powell.
Tali prospettive, almeno nell’immediato, sembrano essere blindate.
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Intermonte rileva infatti che “dopo una serie di dati macroeconomici contrastanti, la Fed sembra pronta a cambiare politica monetaria poiché i rischi di inflazione si sono raffreddati mentre ci sono segnali di un peggioramento del mercato del lavoro”.
In area euro, inoltre, “sebbene la Bce sembri incline a confermare una strategia di taglio dei tassi più graduale, le prospettive per il secondo semestre ’24 dovrebbero essere favorevoli per le mid-small cap”.
“In questo contesto – segnala Intermonte – confermiamo la nostra preferenza per i titoli con una buona generazione di cassa ed esposizione a solidi trend internazionali. Ancora una volta, pensiamo che il sottogruppo degli ‘abilitatori digitali’ potrebbe beneficiare di prospettive piuttosto resilienti, così come altri nomi di ‘qualità'”.
In ogni caso, “il quadro della liquidità sta mostrando alcuni segnali progressivi di miglioramento rispetto ai trend recenti e potrebbe migliorare ulteriormente se i titoli growth beneficiassero di una graduale strategia di riallocazione di portafoglio”.
Intermonte sottolinea tra l’altro che, come “già commentato, l’avvio (previsto entro fine anno) di un fondo sponsorizzato dalla banca di sviluppo italiana CDP potrebbe essere un catalyst significativo per le mid-small cap italiane. Il fondo avrebbe circa 1 miliardo di euro di finanziamenti iniziali, il 49% da CDP e il 51% da investitori privati, tra cui fondi pensione, assicuratori e società di gestione patrimoniale. I criteri di investimento del fondo sarebbero simili ai fondi PIR, con un focus su emittenti a media/piccola capitalizzazione”.
Il commento di Intermonte accende ulteriormente i fari sui titoli delle small e mid cap, osservati speciali da un po’ anche a Wall Street, dove le scommesse sull’arrivo imminente di un taglio dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell hanno provocato una rotazione dai titoli in particolare tecnologici a quelli delle blue chip e anche alle small cap del Russell 2000, a più riprese, a danno, in alcuni casi, dell’intero Nasdaq.
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La spiegazione che è stata data a Wall Street, in vista del primo taglio in più di quattro anni da parte della Fed (taglio che ora, dopo le dichiarazioni che il presidente Jerome Powell ha rilasciato in occasione del simposio di Jackson Hole, viene considerato più probabile), è che i titoli delle small cap, insieme a quelli ciclici, sarebbero orientati a beneficiare in modo significativo della grande svolta sui tassi targata Federal Reserve, in quanto titoli, soprattutto nel caso di quelle a bassa capitalizzazione, di società che sono di norma destinate a far fronte a costi di finanziamento più elevati.
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