Notizie Indici e quotazioni Ftse Mib, crollo e risalta ad agosto. Cosa ci dice l’analisi tecnica

Ftse Mib, crollo e risalta ad agosto. Cosa ci dice l’analisi tecnica

29 Agosto 2024 12:45

Siamo ormai agli sgoccioli di questo mese di agosto che è stato molto movimentato per le piazze mondiali e anche per il principale indice italiano Ftse Mib. A inizio agosto i mercati finanziari globali hanno infatti sperimentato forti turbolenze. Nonostante il panico iniziale, da allora si sono ripresi, il che solleva dubbi sulle cause sottostanti e sulle conseguenze di tale volatilità. Il bilancio del Ftse Mib in questo mese segna una performance positiva dell’1% e proprio oggi ha superato anche la soglia dei 34.000 punti, tornando sui livelli di fine luglio scorso. Vediamo insieme cosa è successo ad agosto e cosa ci può dire l’analisi tecnica sui possibili scenari futuri.

Cosa è successo a inizio agosto?

Qualche settimana fa i mercati erano in subbuglio. L’azionario globale è crollato, trascinato da una flessione del 12,4% dell’indice giapponese Nikkei il 5 agosto 2024, secondo peggior calo giornaliero di sempre. Questo è stato solo il culmine di una correzione generalizzata degli indici che era iniziata nella seconda metà di luglio. Ora i mercati sembrano essersi dimenticati di quest’episodio con i principali listini azionari che si sono pienamente ripresi.

Ma cosa ha innescato il sell-off? Secondo Stephen Dover, Chief Market Strategist e Head of Franklin Templeton Institute, “Il principale catalizzatore è stato un rapporto sull’occupazione Usa più fiacco del previsto (con una crescita di posti di lavoro, ore lavorate e salari inferiore alle attese, oltre a un balzo del tasso di disoccupazione). La cattiva notizia è arrivata sull’immediata scia di un crollo dell’indice ISM per il settore manifatturiero statunitense, risultato inferiore alla soglia di 50 che segna il confine tra contrazione ed espansione. Si tratta di un segnale che i settori votati alla produzione di beni negli Stati Uniti sono già entrati in recessione”.

Questi preoccupanti sviluppi si sono aggiunti ad altri timori sui rischi per l’espansione globale. Come spiega Dover, “Nel corso di tutto il 2024 si è assistito a una pericolosa escalation del conflitto in Medio Oriente e di quello tra Russia e Ucraina. E malgrado il rischio che la guerra in Medio Oriente si espanda mettendo a repentaglio le forniture energetiche i prezzi del greggio sono in discesa, potenziale segnale di debolezza della domanda globale. Le autorità cinesi, per giunta, hanno fatto ben poco per rassicurare gli investitori sull’incerta crescita dell’economia del paese. La Bank of Japan, al contempo, ha rivisto al rialzo i tassi d’interesse passando a una politica monetaria più restrittiva e facendo presagire un possibile ulteriore inasprimento”.

A mutare, poi, è stato anche un altro fattore fondamentale: la politica statunitense. Secondo il manager di Franklin Templeton, “La decisione del presidente Biden di ritirarsi dalla corsa presidenziale ha cambiato le carte in tavola con il passaggio da una probabile vittoria di Donald Trump a un esito più incerto. Il cosiddetto ‘Trump trade’, basato sull’aspettativa, da parte degli investitori, di un taglio delle tasse e di una minore regolamentazione, ha cominciato a dipanarsi”.

Il “muro” delle preoccupazioni

I preoccupanti movimenti di inizio agosto dei mercati rispecchiano un certo mutamento dei fondamentali e di ciò che conta di più secondo gli investitori. Per gran parte degli ultimi 18 mesi l’attenzione si è concentrata sull’inflazione e sulla sua discesa esasperatamente lenta in quanto ostacolo principale per un rialzo dei mercati azionari globali o per una graduale riduzione dei tassi d’interesse. Ma oggi l’attenzione si è spostata sui timori in merito alla sostenibilità dell’espansione economica globale e, per estensione, all’evoluzione degli utili delle società.

Gli investitori devono sempre “scalare un muro di preoccupazioni” che, a volte, possono mutare bruscamente. “Non hanno fatto neanche in tempo a doversi preoccupare meno dell’inflazione, arretrata negli Stati Uniti, in Europa, che hanno iniziato ad aumentare i timori sull’attività economica globale e sulle relative implicazioni per i profitti delle aziende. Un segno che le paure legate agli utili stanno divenendo più pronunciate è l’entità del sell-off subito dalle società che hanno comunicato utili inferiori alle previsioni. Nell’ultima stagione di presentazione dei risultati, secondo FactSet, il numero di tali aziende è risultato pari al doppio della propria media a cinque anni” puntualizza Dover.

Ma a contribuire alla volatilità è stato anche un fattore tecnico secondo il manager di Franklin Templeton: la concentrazione delle esposizioni azionarie. “Il copione, negli ultimi anni, è stato quello di una massiccia sovraperformance dell’azionario statunitense trainato dai titoli growth mega-cap come quelli delle Magnifiche Sette. Una leadership di mercato ristretta, esacerbata dalla prassi di investire in indici (che tende a privilegiare fortemente le mega-cap dal momento che i principali indici assegnano le proprie ponderazioni a seconda della capitalizzazione di mercato), ha fatto sì che le pressioni a vendere su una manciata di titoli abbiano contribuito alla rapidità e all’entità delle flessioni del mercato. Le azioni di diverse tra le maggiori aziende tecnologiche statunitensi, ad esempio, hanno ceduto oltre il 20% tra fine luglio e inizio agosto, contrazione pari a oltre il doppio di quella registrata dall’indice S&P 500 nel suo complesso”.

Il punto tecnico sul Ftse Mib

Tornando all’indice Ftse Mib, dal punto di vista grafico possiamo dire che l’andamento è positivo in questo 2024 con un rialzo del 12% circa ytd. La fase ascendente avviata dall’indice agli inizi di febbraio è culminata sul massimo del 16 maggio a 35.474 punti, livelli di prezzo che non si vedevano da gennaio 2008. Ma è da qui che sono arrivati i problemi per il Ftse Mib. Una prima correzione ha riportato il principale indice italiano sul minimo del 14 giugno a 32.474 punti per poi tentare una risalita fino in area 34.800 punti a fine luglio.

Il 24 dello scorso mese è poi iniziata una seconda fase di ritracciamento più pronunciata (di circa il 12%) che ha fatto scivolare il Ftse Mib sul minimo a 30.652 punti del 5 agosto. Proprio quel giorno si è formato un pattern candlestick chiamato “Hammer” che si verifica alla fine di un trend ribassista. Come si può vedere dal cerchio rosso sul grafico, la candela ha un corpo piccolo e un’ombra inferiore lunga, indicando che i venditori hanno spinto il prezzo verso il basso, ma i compratori sono intervenuti, riportando il prezzo verso i massimi di giornata.

La formazione dell’Hammer, confermata dal successivo rialzo dei prezzi (come si può notare dalla trendline rialzista in blu), indica che il minimo di 30.652 punti ha rappresentato un punto significativo di inversione del trend di breve termine. Inoltre l’indice, con un rialzo di circa l’11% dal minimo del 5 agosto, ha recentemente superato le medie mobili a 200 (in arancione) e a 50 periodi (in giallo), un segnale positivo che suggerisce un potenziale rafforzamento del trend rialzista. L’oscillatore RSI a 14 periodi, attualmente a 63, si trova in una zona neutrale, con una leggera inclinazione verso l’ipercomprato, ma ancora lontano dai livelli di eccesso. Questo indica che c’è ancora spazio per un ulteriore movimento al rialzo prima di una possibile correzione.

Guardando al futuro, il prossimo ostacolo al rialzo per il Ftse Mib potrebbe essere la trendline discendente (in viola) costruita sui massimi di maggio e luglio. In caso di superamento di questa resistenza dinamica con un aumento dei volumi potrebbe estendere il rally fino al prossimo livello statico chiave a 34.817 punti, che ha respinto l’indice sia a giugno sia a luglio. Superare questa soglia aprirebbe la strada verso i 35.474 punti, livello che coincide con i massimi annuali. Tuttavia, un eventuale calo della spinta rialzista e la rottura dei 34.000 punti potrebbe portare l’indice a entrare in una fase di consolidamento o a una leggera correzione verso i livelli di supporto a 33.349 e 32.484 punti.

In conclusione, il Ftse Mib si trova in una fase cruciale, caratterizzata da un trend rialzista di breve termine sostenuto dalla recente formazione di un Hammer e dalla rottura delle medie mobili a 50 e 200 giorni. Tuttavia, la conferma di un movimento sostenibile al rialzo dipenderà dalla capacità dell’indice di superare la trendline discendente e la resistenza chiave a 34.800 punti.