Notizie Notizie Italia Governo Meloni Mps: tensioni nel governo Meloni. La Lega blinda il Monte di Stato

Mps: tensioni nel governo Meloni. La Lega blinda il Monte di Stato

4 Settembre 2023 11:45

Mps Monte dei Paschi di Siena: le dichiarazioni al Forum Ambrosetti del ministro Giorgetti e del ministro Tajani aprono una nuova crepa nel governo Meloni. Rebus privatizzazione del Monte di Stato: la Lega di Matteo Salvini frena.

Mps, effetto parole Giorgetti sul titolo: a Piazza Affari le azioni del Monte dei Paschi di Siena riportano la performance peggiore tra i titoli scambiati sul Ftse Mib.

Il titolo del Monte dei Paschi di Siena sconta le parole che sono state proferite dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nel suo intervento a Cernobbio, in occasione dell’appuntamento annuale del Forum Ambrosetti.

Da Giorgetti è sembrato arrivare un freno al piano del governo Meloni, apparentemente determinato fino a qualche mese fa a mettere il piede, piuttosto, sul pedale dell’acceleratore, per creare con Mps un terzo polo bancario.

Con il suo intervento al Forum di Ambrosetti, Giorgetti ha invece confermato le posizioni espresse nelle ore precedenti da alcuni esponenti della Lega, suo partito, sconfessando la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Risolveremo tranquilli, ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario. E non solo”.

I titolare del ministero ha fatto capire, dunque, che il governo Meloni per ora non ha alcuna fretta di liberarsi della quota detenuta nel capitale di Mps nelle vesti di azionista di maggioranza e dunque di risolvere, in sostanza, quel dossier che è stato definito in tutti i modi possibili da quella ricapitalizzazione precauzionale avvenuta nel 2017 con cui la banca è stata consegnata nelle mani nello Stato e sulle spalle, praticamente, dei contribuenti italiani: contribuenti che continuano tuttora a tenere in vita l’istituto di credito, seppur apparentemente risorto dalle ceneri del passato, grazie all’aumento di capitale orchestrato alla fine dello scorso anno dall’AD Luigi Lovaglio, che la premier Meloni sembrava voler liberare il prima possibile dalla perenne ansia di Stato.

LEGGI ANCHE

Giorgetti a Cernobbio su extraprofitti banche, Mps, Tim e manovra

Meloni, fine 2022 su Mps: ‘Non dobbiamo ripetere errori passato’

Trappola di Stato, ansia di Stato, zavorra di Stato: se c’è stata una parola onnipresente nel definire Mps-Monte dei Paschi di Siena in tutti questi anni è stata ‘Stato’. La banca è nota infatti anche come Monte di Stato.

Ma per il ministro Giorgetti e per la Lega di Matteo Salvini, evidentemente, si può aspettare ancora a privatizzare la banca.

La Lega di Matteo Salvini smentisce fretta apparente di Meloni

Con le dichiarazioni del ministro e di altri suo esponenti, la Lega ha smentito però  la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che più volte aveva auspicato il bisogno che la banca senese tornasse al mercato attraverso un processo di privatizzazione, e che altrettante volte aveva puntato il dito contro la gestione passata.

Non dobbiamo ripetere gli errori del passato – aveva rimarcato la presidente del Consiglio in un’intervista rilasciata a Milano Finanza alla fine di aprile di quest’anno Giorgia Meloni – Abbiamo confermato Lovaglio alla guida del Monte dei Paschi, l’amministratore delegato ha condotto in porto con successo l’ultimo aumento di capitale e adesso bisogna lavorare per riportare il Monte sul mercato privato”.

Un aumento di capitale il cui esito era stato messo in evidenza con fiducia dallo  stesso ministro Giorgetti.

LEGGI ANCHE

Mps e l’aumento di capitale da 2,5 mld: ecco i risultati. La fiducia di Giorgetti e il commento di Messina (Intesa)

Giorgia Meloni aveva espresso il seguente chiaro desiderio:

“Vogliamo gestire in modo ordinato l’uscita dello Stato dal capitale di Mps per creare in Italia le condizioni perché ci siano più poli bancari”.

Ancora prima, nel dicembre del 2022, la premier aveva detto:

“Siamo al lavoro, ad esempio, sul dossier Mps, un’altra delle grandi questioni ereditate, una situazione molto difficile, gestita fin qui abbastanza pessimamente, con decine di miliardi spesi a carico dei contribuenti”.

LEGGI ANCHE

Mps eterna trappola di Stato. Meloni vuole il risiko

Il ruolo eterno della politica nel dossier Mps. Le parole del ceo di UniCredit Orcel

Ma che sia stata sempre, in questi ultimi anni, la stessa politica a pilotare il destino di Mps, certo non è cosa nuova. Era stato lo stesso ceo e amministratore delegato di UniCredit – la banca che convinta dalla prospettiva di un regalo di Stato sotto forma di dote fiscale si era inizialmente avvicinata alla banca senese, per poi mollarla – a ricordare il peccato originale del Monte.

Orcel (UniCredit): su Mps c’è il timore che ceda a logiche più politiche che di mercato 

UniCredit: Orcel pronto ad assediare Banco BPM con Opa ostile ma ha contro dossier salva-Mps. E Castagna cerca rifugio in Credit Agricole

Mps, ecco la cifra chiesta da Orcel rifiutata dal Mef. UniCredit tira dritto, Siena già parte del passato. Ora, addio a Turchia con uscita da Yapi Kredi

Mps +28,6% YTD su scommesse privatizzazione. Ma ora governo frena

Era stata la determinazione di riconsegnare al mercato il Monte di Stato, inizialmente manifestata dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ad accendere i buy sul titolo Mps dall’inizio dell’anno.

Giorgetti aveva definito Monte dei Paschi ‘preda ambita’

Lo stesso Giorgetti, pochi mesi fa, aveva addirittura definito la banca senese, che vede lo Stato italiano, per la precisione il Mef, azionista di maggioranza dal 2017, “preda ambita”, accendendo le scommesse su un piano del governo volto a far convolare a nozze il Monte con un’altra banca italiana.

Non per niente, il titolo del Monte ha guadagnato il 28,6% dall’inizio dell’anno (ma nell’ultimo mese ha perso il 2,1%, provato anche dall’annuncio della tassa sugli extraprofitti delle banche).

In occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio (Como), la priorità di Giorgetti, più che di riconsegnare Mps al mercato, è sembrata invece quella di andare piano con il processo di privatizzazione dell’istituto.

Ma il ministro degli Esteri su Mps ha detto tutt’altro

Il punto è che, quasi a confermare i dubbi di chi teme che nel governo Meloni si sia aperta più di una crepa, è che dallo stesso palco del Forum Ambrosetti il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invece spinto sulla necessità di andare avanti con le privatizzazioni: una discrepanza che è stata messa in evidenza dall’analista Luigi De Bellis di Equita SIM:

“In particolare, il presidente di Forza Italia e vicepremier, Tajani, ha suggerito un’accelerazione nel processo di privatizzazione di Mps, attualmente partecipata al 64% dal MEF. Questa posizione è stata condivisa dal Ministro Urso, il quale ha indicato che è giusto procedere sulla strada della privatizzazione della banca”.

La Lega, invece, ha adottato una posizione più cauta, con il responsabile del dipartimento economico, Bagnai, che ha precisato che l’argomento non è attualmente all’ordine del giorno”.

Ancora, “il sottosegretario al Mef, Freni, ha suggerito che il percorso di cessione dovrà essere valutato con calma, e la riduzione della quota detenuta dallo Stato dipenderà sia dalla volontà del governo che da fattori esterni”.

Il commento Equita SIM post parole Giorgetti

Sulla base delle recenti dichiarazioni sul Monte ancora di Stato, Equita SIM si è così espressa:

“Al momento, il prezzo del titolo Mps è il 27% superiore a quello dell’ultimo aumento di capitale. Il significativo miglioramento delle performance operative rappresenta certamente un elemento fondamentale nella ricerca di un partner per la banca. Tuttavia, restano questioni rilevanti in sospeso, sia specifiche della società (come i rischi legali, su cui potrebbero emergere importanti sviluppi entro la fine dell’anno), sia relative al settore (come l’incertezza regolatoria, in particolare riguardo alla formulazione della tassa sugli extra-profitti e alle possibili restrizioni nell’uso delle DTA), che rendono a nostro avviso più complesso un processo di aggregazione nel breve termine”.

“D’altro canto – ha spiegato ancora De Bellis – riteniamo che il piazzamento di una quota significativa sul mercato senza l’individuazione di un partner strategico possa comportare un rischio overhang per il titolo”.

Mps, Tajani: ‘si proceda con privatizzazione. Lo Stato non è un banchiere’

Tornando alle posizioni espresse su Mps dai vari rappresentanti del governo Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato fermo nel sottolineare come lo Stato non sia, intanto, un banchiere.

Mps, Tajani: lo Stato non è un banchiere

In una intervista rilasciata a Bloomberg News in occasione del Forum Ambrosetti, che si è aperto venerdì scorso 1° settembre, per concludersi ieri, domenica 3 settembre, a Cernobbio (Como), Tajani ha affermato che “su Mps si deve procedere alla privatizzazione. Lo stato non deve fare il banchiere e quindi credo che sia giusto procedere”.

Poi sarà il ministro Giorgetti a fare le proposte. Per me prima si fa e meglio è, ma la proposta deve venire dal ministro Giorgetti: vedremo quale sarà”, ha detto Tajani, dicendo la sua sabato scorso, 2 settembre, a Cernobbio.

Le parole del ministro Giorgetti sono arrivate ieri, domenica 3 settembre.

Con il suo intervento al Forum di Ambrosetti, Giorgetti ha confermato le posizioni che erano state espresse nelle ore precedenti da alcuni esponenti della Lega, suo partito.

“Risolveremo tranquilli, ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario. E non solo”, ha detto il ministro.

Cosa che aveva anticipato il sottosegretario all’Economia Federico Freni il giorno prima:

Verrà il giorno in cui Mps sarà ceduta, ma la fretta non è una buona consigliera. Soprattutto in queste vicende”, aveva detto Freni a margine dei lavori del Forum Ambrosetti, rispondendo alle domande sulla necessità di procedere in modo spedito sul dossier sottolineata da Tajani.

“Credo che il ministro Tajani volesse dire che tra gli asset che il governo cederà ci sarà Mps. Sarei cauto: si tratta di società quotate, si tratta di società soggette a vigilanza comunitaria. Nel momento in cui il governo riterrà maturi i tempi per la cessione di Mps certamente comincerà a valutare il processi di cessione”.

“La maturazione di questi tempi -aveva precisato sabato il sottosegretario al Mef – non dipende solo dalla volontà del governo, ma da fattori esogeni come l’andamento della Borsa, dei mercati, del titolo Mps e del sistema bancario“.

Bagnai: vendita quota Monte Paschi non all’ordine del giorno

E ancora, in una nota diramata sabato, il deputato della Lega, vicepresidente della commissione Finanze e responsabile del dipartimento Economia del Partito, Alberto Bagnai, aveva scritto:

“Così come la privatizzazione dei porti, già opportunamente smentita dalla premier, anche la vendita della quota di Monte dei Paschi non è all’ordine del giorno. Il Governo ha il dovere di approfondire i dossier e discuterne attentamente e riservatamente”.

Mps Monte di Stato ancora al centro della politica italiana, insomma. E la sensazione è che le posizioni di Lega e Forza Italia siano sempre più distanti tra di loro, tra l’altro in attesa dell’appuntamento cruciale delle elezioni europee del 2024.

Pomo della discordia, infatti, non è più ‘soltanto’ la questione, di per sé già preoccupante, della tassa sugli extraprofitti delle banche. Ora in ballo c’è anche il futuro di Mps, questione d’altronde che si è confermata sempre spinosa per tutti i governi italiani degli ultimi anni.