Notizie Notizie Italia Governo Meloni Mps: uscita di Stato a tappe. Tonfo titolo (-7%), Piazza Affari boccia piano Meloni

Mps: uscita di Stato a tappe. Tonfo titolo (-7%), Piazza Affari boccia piano Meloni

27 Settembre 2023 14:02

Dossier Mps-Monte dei Paschi di Siena: l’eterno mal di testa del governo italiano di turno si conferma protagonista dei mercati.

Le indiscrezioni sulla possibile intenzione del Mef di cedere la propria quota di maggioranza sul mercato, in tranche, si fanno sempre più martellanti.

E’ da un po’, di fatto, che si parla del piano del Tesoro di vendere a rate parte della partecipazione detenuta, che si aggira attorno al 64% del capitale della banca senese (non per niente, ormai nota come Monte di Stato), in vista dello smobilizzo ‘finale’, che decreterebbe la privatizzazione dell’istituto.

Ieri il titolo Mps è caduto sotto il peso di forti sell off, confermandosi maglia nera del listino Ftse Mib di Piazza Affari. Le quotazioni sono scivolate del 4,3%.

Oggi, le perdite si confermano ancora più pesanti, con le quotazioni che crollano alle 14 circa ora italiana di oltre il 7% a 2,38 euro, a fronte di un Ftse Mib in flessione dello 0,18% circa.

Sotto attacco anche i titoli di altre banche: sul Ftse Mib spiccano i ribassi di Bper e Banco BPM, che cedono più del 3%, confermandosi, insieme a Mps, i titoli peggiori dell’indice benchmark.

Ribassi decisamente più contenuti per UniCredit (-0,11%) e Intesa SanPaolo (-0,39%).

Mps, nuovi rumor: Mef verso vendita quota dell’8%

“Mps: sul tavolo la vendita dell’8%. Advisor pronti”: è il titolo dell’articolo firmato da Rosario Dimito e pubblicato sul quotidiano Il Messaggero.

L’articolo riporta le indiscrezioni secondo cui il Tesoro, che detiene il 64% della banca senese da quella ricapitalizzazione precauzionale avvenuta ormai nel lontano 2017, sei anni fa, starebbe “completando l’esame delle proiezioni di andamento del titolo in modo da avere un quadro complessivo su come muoversi”.

I tecnici del Tesoro sarebbero già al lavoro sul dossier del Monte di Stato, individuato come prioritario una volta approvata la Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento del Documento di economia e di finanza (Def), che rappresenterà la base della legge di bilancio a cui il governo Meloni sta lavorando.

Il quotidiano romano fa riferimento all’intenzione del Mef di procedere al più presto, “con la cessione di una prima tranche – minima – sul mercato, primo passo di successivi passaggi da realizzare senza fretta”.

L’obiettivo di suggellare un matrimonio tra il Monte dei Paschi di Siena e un’altra banca italiana non sarebbe stato abbandonato. A essere abbandonata, sarebbe stata però l’urgenza di mettere la parola punto al dossier e di procedere a quella privatizzazione della banca che sembrava prioritaria per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fin dall’inizio del suo governo.

Il Messaggero indica che un primo passo potrebbe concretizzarsi “nella prima decade di ottobre”, con il Tesoro che piazzerebbe una quota direttamente sul mercato, pari all’8% circa.

Ma al mercato l’idea non piace affatto: anche nella sessione di ieri, quando è capitolato di oltre il 4%, il titolo Mps ha pagato la prospettiva di una vendita sul mercato di tranche della quota di maggioranza detenuta dal Mef, nell’assenza di un cavaliere bianco potenzialmente intenzionato ad accollarsi il Monte.

Nel caso in cui piazzasse una quota dell’8% di Mps sul mercato, stando a quanto riportato oggi da Il Messaggero, il Tesoro rimarrebbe con una partecipazione, nel capitale della banca, pari al 56%.

Il Messaggero scrive che “è evidente che la vendita dovrebbe avvenire con uno sconto”, ricordando come lo scorso febbraio Allianz abbia ceduto sul mercato “il 7,94% al prezzo di 2,33 euro, con uno sconto del 15% e un controvalore di 233 milioni”.

Mef pronto a testare le reazioni del mercato

Con lo smobilizzo della quota dell’8%, il Mef potrebbe testare le reazioni del mercato, sottolinea il quotidiano, per decidere poi il da farsi in vista di quella scadenza – giugno 2024 – entro cui, in base ai nuovi accordi con il DG Comp dell’Unione europea – dovrà liberarsi del gioco della banca, riconsegnandola del tutto al mercato, ergo privatizzandola.

Ma la nuova strategia del governo Meloni, che sembra aver innestato la retromarcia sulla vendita totale della partecipazione detenuta, pari al 64%, non sarebbe condivisa da Bankitalia, che auspicherebbe una soluzione, una volte per tutte, del caso del Monte, dunque una operazione di M&A con un altro istituto.

Vero è che è difficile che il Monte possa diventare il perno di un eventuale nuovo capitolo del risiko bancario del made in Italy, in assenza di un potenziale acquirente.

Di conseguenza, sarà per questo che di recente il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha così commentato il dossier:

Risolveremo tranquilli, ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario. E non solo”.

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Va detto che le indiscrezioni sulla vendita a rate della partecipazione detenuta dal Tesoro non sono nuove.

I rumor si sono intensificati soprattutto dopo l’annuncio della compagnia di assicurazione bolognese guidata dal ceo Carlo Cimbri, relativo all’intenzione del gruppo di salire ulteriormente nel capitale della Banca Popolare di Sondrio.

Già azionista di maggioranza sia di Pop Sondrio che di Bper (quest’ultima vista come potenziale sposa di Mps), Unipol ha portato i mercati a scommettere più su una operazione di M&A tra le due banche che su un matrimonio Bper-Mps.

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Guardando al trend del titolo, i rumor su un eventuale piano del Tesoro volto a vendere parti della sua quota collocando tranche del 10-15% per volta, fino a mantenere una quota finale del 15-20% (dal 64% attuale), non hanno fatto di certo bene al titolo.

Le quotazioni di Monte dei Paschi di Siena, va detto, rimangono in rialzo YTD, ovvero dall’inizio dell’anno, con un rialzo del 29,2%.

Tuttavia dall’inizio di settembre, il trend è negativo, pari a una flessione del 3,1%.


In una nota pubblicata nella giornata di ieri, Equita SIM ha menzionato i rumor riportati anche da Milano Finanza, secondo i quali il Mef starebbe valutando la cessione di una quota di Mps compresa tra il 5% e il 10%. (oggi Il Messaggero parla per l’appunto di una quota dell’8%).

“In particolare, il Mef sarebbe intenzionato a nominare a breve gli advisor per il processo di dismissione della quota che potrebbe avvenire entro giugno, dando così un messaggio segnaletico alla Bce sulla volontà di uscire (magari progressivamente) dal capitale della banca. L’ambizione successiva sarebbe quella di trovare un partner per un’aggregazione, sebbene ad oggi i possibili candidati si siano mostrati piuttosto freddi”.

Andrea Lisi di Equita SIM ha sottolineato che “rimane da valutare se una riduzione della quota possa permettere al governo di negoziare tempistiche più lunghe con la Bce per la completa exit dello Stato, andando quindi oltre la deadline ufficiosa del 2024″.

La SIM ha fatto notare che il titolo tratta a un valore superiore del 34% rispetto ai prezzi dell’aumento di capitale”.

L’Odissea Monte dei Paschi di Siena è riassunta in un recente articolo di Reuters, la prima agenzia di stampa a riportare le indiscrezioni sul piano del governo Meloni teso a piazzare quote del capitale detenuto dal Tesoro sul mercato:

“Italy has no buyers for Monte dei Paschi, eyes small share sales instead of exit, sources say”: “l’Italia non trova acquirenti per il Monte dei Paschi, invece dell’uscita (dello Stato) punta a vendere piccole quote”.

L’articolo sottolinea come UniCredit – disposta ad acquistarla due anni fa con una operazione che fece poi un flop clamoroso – e Banco BPM abbiamo detto ripetutamente di non essere interessate a una operazione di fusione con il Monte.