Mps gelata da dossier Unipol-Pop Sondrio. Mef valuta vendita ‘a rate’
Mps Monte dei Paschi di Siena: storia del cavaliere bianco che non c’è. E ora la situazione si complica con dossier Unipol-Banco Popolare di Sondrio. Fonti parlano dell’ipotesi del Tesoro di piazzare azioni del Monte sul mercato con tranche del 10-15%.
Mps senza pretendenti, ancora più sola dopo il dossier Unipol-Banca Popolare di Sondrio, che ha riacceso sui mercati la scommessa sulla creazione di un terzo polo bancario in Italia che la vede grande assente, contrariamente alle scommesse, fino a qualche mese fa, dei mercati.
Il titolo Monte dei Paschi, che nella sessione di ieri si è confermato maglia nera del Ftse Mib, con una perdita del 5,6%, perde terreno anche nella sessione odierna di Piazza Affari, scendendo dell’1,6% circa.
Va detto che, alla vigilia, il sell off si era abbattuto su tutti i titoli delle banche italiane, portando UniCredit a scivolare del 5% circa.
Forti vendite anche su Banco BPM -3% e Bper (-3,6%): quest’ultima, non è riuscita a beneficiare dunque delle scommesse dei mercati che, subito dopo le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica – hanno risfoderato il vecchio scenario di un matrimonio tra la banca modenese e la Pop di Sondrio.
La stessa corsa del titolo della banca valtellinese, che aveva aperto la sessione di Piazza Affari con un rialzo di quasi il 9%, si è poi sfiammata in modo significativo, pagando il peggioramento di Piazza Affari, e chiudendo con un progresso pari ad appena +1,50%.l
Mps e il cavaliere bianco che non c’è. Ipotesi vendita di tranche dal Mef
Un articolo pubblicato su “MoltoEconomia” de Il Messaggero indica oggi che il Tesoro starebbe lavorando a questo punto a un piano volto a collocare sul mercato tranche di Mps del 10-15% per volta, a sconto, ricordando che, nel gennaio di quest’anno, fu Allianz a vendere sul mercato il 7,9% del Monte, con uno sconto del 15%.
In assenza di pretendenti per il Monte, in questo modo il Tesoro riuscirebbe a rispettare in questo modo i patti con l’Europa, visto che la scadenza per privatizzare il Monte di Stato è stata prorogata, grazie all’ok del Dg Comp, al giugno del 2024: una data che, con nessun cavaliere bianco che si staglia all’orizzonte, non è poi così lontana.
Il governo Meloni insomma non dispone poi di molto tempo per risolvere la grana del Monte.
Per questo, l’opzione, in assenza di offerte, potrebbe diventare quella di smobilizzare quote di Mps piazzando tranche direttamente sul mercato.
Via XX Settembre, riporta MoltoEconomia, potrebbe alla fine conservare, dopo aver collocato le quote di Mps sul mercato, una partecipazione pari al 15-20%.
L’articolo illustra le opzioni a disposizione per risolvere l’eterna impasse del Monte dei Paschi, ancora nelle mani dello Stato da quel 2017, anno in cui l’Ue diede il consenso alla ricapitalizzazione precauzionale della banca senese, e in un contesto in cui, dalla recente edizione del Forum Ambrosetti che si è svolta come ogni anno a Cernobbio, è emerso che il governo Meloni (o meglio la Lega) non ha neanche tutta questa voglia di liberarsi della patata bollente.
“Risolveremo tranquilli, ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario. E non solo”, ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, dopo le dichiarazioni arrivate da altri esponenti della Lega come dal deputato, vicepresidente della commissione Finanze e responsabile del dipartimento Economia del Partito, Alberto Bagnai che, in una nota, aveva così scritto:
“Così come la privatizzazione dei porti, già opportunamente smentita dalla premier, anche la vendita della quota di Monte dei Paschi non è all’ordine del giorno. Il Governo ha il dovere di approfondire i dossier e discuterne attentamente e riservatamente”.
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Con scommesse Pop Sondrio-Bper, Mps lasciata in panchina in partita?
MoltoEconomia (Il Messaggero) ha fatto riferimento a quei “cavalieri bianchi che sono restii” ad accollarsi il Monte dei Paschi di Siena che, alla fine, probabilmente, non è quella “preda ambita” di cui il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti parlava appena qualche mese fa.
E, dunque, forse non è neanche il perno attorno al quale nascerà il terzo polo bancario, vista ieri la ‘sorpresa’ Unipol-Popolare di Sondrio, che ha rinfocolato le scommesse su un matrimonio tra la banca valtellinese e Bper, altro istituto che, così come Pop Sondrio, vede Unipol come azionista di maggioranza.
Tutto è iniziato con un articolo di Repubblica, che ha riportato le voci di una richiesta della compagnia di assicurazione bolognese guidata dal ceo Carlo Cimbri, alla Bce, per salire nella Popolare di Sondrio, fino al 20% del capitale, dal 9,5% attuale.
Unipol stessa è uscita poi allo scoperto con una nota, che ha confermato l’intenzione di salire ulteriormente nel capitale della banca valtellinese.
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A quel punto, i mercati hanno scontato il venir meno dell’ipotesi Bper nelle vesti di potenziale acquirente del Monte dei Paschi, per la creazione di quel polo bancario che, stando alle prime dichiarazioni del governo Meloni, sarebbe stato incentrato sull’acquisizione, da parte di una banca italiana, proprio dell’istituto senese.
L’impressione è che Mps sia stata lasciata in panchina in quella partita del risiko bancario di cui finora si è parlato molto, a fronte di pochi fatti.
Oggi le azioni del Monte si confermano di nuovo tra le peggiori del Ftse Mib, limitando i danni, rispetto a ieri, a un calo pari a -1,6%.
Il titolo della Popolare di Sondrio avanza di oltre il 2%, mentre Bper arretra di più di mezzo punto percentuale.
Equita: rischio overhang per il titolo del Monte dei Paschi
Equita ha riportato oggi le varie indiscrezioni stampa emerse nella giornata di oggi sul futuro di Mps:
“Dopo le indiscrezioni, successivamente confermate, della richiesta di Unipol di salire ulteriormente nel capitale di Popolare di Sondrio e le speculazioni in merito a una possibile aggregazione tra Bper e Popolare di Sondrio, vari articoli di stampa si concentrano su Mps e le alternative che il Mef potrebbeconsiderare per un’uscita dello Stato dal capitale della banca”.
“In particolare, Il Messaggero evidenzia come – in assenza di un partnerper una possibile aggregazione – il Mef stia lavorando per collocare tranche del 10-15% per volta, consentendo allo stato di diluirsi gradualmente e mantenere una quota finale del 15-20% (dal 64% attuale)”.
“Allo stesso modo – sottolinea Equita – una riduzione della quota attraverso piazzamenti sul mercato, secondo La Stampa, potrebbe permettere al governo di negoziare tempistiche più lunghe con la Bce per la completa uscita dello Stato dal capitale della banca, andando quindi oltre la deadline (ufficiosa) del 2024″.
Da Equita SIM ribadiscono che “il piazzamento di una quota significativa sul mercato senza l’individuazione di un partner strategico possa comportare un rischio overhang per il titolo”.
Opzione UniCredit ormai bruciata? La condizione Banco BPM
Sempre MoltoEconomia de Il Messaggero ha ricordato la posizione di UniCredit nel dossier Mps, dopo che la banca guidata da Andrea Orcel aveva già provato ad acquistare un perimetro della banca senese, lanciando trattative con il Mef poi naugrafate.
UniCredit, al massimo, indicano le fonti, potrebbe considerare di riavvicinarsi alla banca senese, nel caso in cui Banco BPM decidesse anch’essa di muoversi sul Monte, per dare vita a un terzo polo bancario.
Ma viene ricordato come sia stato lo stesso AD di Banco BPM Giuseppe Castagna a smentire di nuovo, lo scorso 31 agosto, l’intenzione di partecipare a una eventuale partita del risiko. “No all’M&A, il futuro piano sarà standalone“.
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