Notizie Notizie Italia Intesa SanPaolo e i conti II trimestre. L’assist della Bce e l’analisi tecnica

Intesa SanPaolo e i conti II trimestre. L’assist della Bce e l’analisi tecnica

19 Luglio 2023 10:35

Grande attesa per la trimestrale di Intesa SanPaolo: i conti della banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina, relativi al secondo trimestre del 2023, saranno resi noti venerdì prossimo, 28 luglio.

L’assist della Bce che, con i rialzi dei tassi di interesse decisi dalla presidente Christine Lagarde ha dato un forte sostegno alla redditività delle banche dell’area euro e italiane in particolare, sarà inciso anche stavolta sui conti, in particolare sul trend del NII, net interest income, ovvero margine di interesse.

Lo scrive subito Equita SIM nelle preview dedicata a Intesa SanPaolo:

Ci aspettiamo un buon trimestre per Intesa SanPaolo supportato da una forte dinamica dell’NII”.

“In particolare riteniamo che Intesa SanPaolo sia ben posizionata per superare il target di NII fissato a un valore superiore ai 13 miliardi (per l’intero 2023) e, conseguentemente, la guidance di utile a 7 miliardi di circa“.

Tassi Bce e deposit beta basso: outlook su NII in II trimestre

Per il secondo trimestre del 2023, l’outlook di Equita per Intesa SanPaolo è di un NII di circa 3,4 miliardi di euro, in rialzo del 4% su base trimestrale, “grazie all’ulteriore allargamento dello spread commerciale, con un deposit beta rimasto su livelli compressi”.

Lo spread commerciale è rappresentato dalla differenza tra i tassi di interesse che vengono applicati dalle banche ai prestiti erogati alle famiglie e alle imprese e i tassi sui depositi.

A tal proposito va detto che il basso livello del deposit beta – che ha confermato come le banche abbiano adeguato i tassi sui depositi al trend dei tassi fissato dalla Bce in modo decisamente inferiore rispetto all’intensità con cui hanno allineato i tassi sui prestiti – ha scatenato in particolare in Italia una ondata di polemiche.

La questione è stata affrontata dallo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che più volte ha lanciato un monito agli istituti di credito italiani, chiedendo loro di lanciare misure volte a compensare in modo adeguato i correntisti, in linea con il trend dei tassi dell’Eurozona e con i tassi sui prestiti.

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Per ora, il deposit beta è rimasto tuttavia basso, permettendo allo spread commerciale delle banche di continuare ad attestarsi a livelli significativi.

Una notizia non proprio incoraggiante per i titolari dei depositi in banca, ma molto buona per il settore bancario italiano, nel caso specifico per Intesa SanPaolo, che dovrà ringraziare ancora la Bce e l’effetto tassi sull’NII, così come è avvenuto con i conti del primo trimestre del 2023.

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Intesa SanPaolo: preview Bloomberg ed Equita su utili e fatturato

Per il secondo trimestre del 2023, il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg prevede per Intesa SanPaolo un utile operativo in rialzo dai 2,743 miliardi di euro del primo trimestre a 3,374 miliardi.

Equita stima un utile operativo superiore, a 3,5 miliardi, in calo del 2% su base trimestrale e in crescita del 27% su base annua.

Gli utili ante imposte sono stimati da Bloombeg in calo a 2,785 miliardi, rispetto ai 3,363 miliardi dei primi tre mesi dell’anno.

L’utile netto GAPP è atteso in flessione dagli 1,956 miliardi a 1,824 miliardi.

Equita anticipa un utile netto di 1,9 miliardi, in flessione del 2% su base trimestrale.

I ricavi di Intesa SanPaolo sono stimati da Bloomberg in lieve crescita dai 6,057 miliardi a quota 6,124 miliardi.

Equita prevede ricavi, per la banca guidata da Carlo Messina, pari a 6,2 miliardi (dunque lievemente più alto rispetto alla stima del consensus di Bloomberg), in rialzo del 2% su base trimestrale e del 15% su base annua.

Così si legge nella nota di Equita:

“Sul fronte dei volumi non ci aspettiamo particolari discontinuità, con leggero calo sia della raccolta diretta che delle erogazioni dei prestiti. Sul fronte delle commissioni, vediamo fee sostanzialmente stabili su base trimestrale”.

La SIM milanese prevede inoltre per Intesa SanPaolo “costi operativi in aumento del 7% su base trimestrale a causa della tipica stagionalità trimestrale”. Dunque, “il rapporto C/I cost-to-income è atteso in area 45%”.

Sul fronte asset quality, non riteniamo che il trimestre abbia mostrato un tangibile incremento dei tassi di default”.

Detto questo, in un contesto che è stato confermato anche dalla trimestrale del colosso bancario americano JPMorgan, diffusa lo scorso venerdì, gli accantonamenti per far fronte a eventuali perdite sui crediti, dunque ai crediti deteriorati o NPL, sono previsti in crescita.

In Eurozona in particolare, occhio al check up sul livello degli NPL lanciato dalla Vigilanza bancaria della Bce, che ha diramato proprio negli ultimi giorni i risultati delle sue simulazioni, in vista dell’esito della vera prova del nove, quella degli stress test sulle banche.

Altri rumor hanno fatto sorgere il dubbio che i maxi-dividendi delle banche dell’area euro possano essere a rischio.

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Questione NPL, in crescita accantonamenti Intesa SanPaolo

Per Intesa SanPaolo, Equita prevede “accantonamenti in incremento a 50 punti base che, combinati con i 17bps del primo trimestre del 2023, rappresentano un livello coerente con la guidance dell’anno fiscale 2023 in area 35bps”.

Equita SIM riassume così la sua preview sui conti del secondo trimestre di Intesa SanPaolo:

  • NII (net interest income, margine di interesse): 3,4 miliardi (+4% su base trimestrale, +63% su base annua)
  • Ricavi totali: 6.2 miliardi (+2% su base trimestrale, +15% su base annua)
  • Utile operativo: 3.5 miliardi (-2% QoQ, +27% YoY)
  • LLPs (accantonamenti): 500 milioni (49bps)
  • Utile netto: 1,9 miliardi (-2% su base trimestrale)

“Sul fronte del capitale, ci aspettiamo che il CET1 (13,7% al primo trimestre del 2023) possa essere impattato per -10/-20 punti base circa da headwind regolamentari – precisa ancora Equita – Facciamo un fine tuning delle stime di utile 2023-25 (+2% in media), posizionandoci mediamente 8% sopra consensus Factset, principalmente per rivedere un NII leggermente più alto”.

Guardando all’intero 2023, le previsioni della SIM sono di un utile netto di 7,5 miliardi.

Viene fatto notare anche che il titolo Intesa SanPaolo ha sottoperformato il settore YTD (+22% YTD vs +36% IT8300) e tratta ora con un 2024E P/TE = 0.85x a fronte di un ROTE al 14,5% e un dividend yield pari al 10%.

Il punto tecnico (a cura dell’analista Giulio Visigalli)

A Piazza Affari prosegue la fase di positività per il titolo Intesa Sanpaolo che grazie agli acquisti delle ultime sedute ha portato il suo bilancio da inizio anno ad un rialzo del 18% (+48% rispetto a luglio 2022).

In particolare, il titolo ha rotto al rialzo l’area di resistenza a quota 2,45 euro ad azione e si sta dirigendo verso la trendline ribassista costruita dai massimi di febbraio 2021 e confermata anche a marzo di quest’anno.

Ecco che da questo punto di vista il breakout al rialzo anche di quest’area dinamica di resistenza potrebbe spingere i prezzi verso i successivi livelli di resistenza statica posti a 2,6 euro, prezzi di febbraio 2020.

 

Al contrario, le principali aree supportive che potrebbero sorreggere i prezzi in caso di un ritorno della debolezza di breve periodo si trovano prima a 2,4 e poi a 2,35.

Da questo punto di vista solo un breakout ribassista del supporto a quota 2,26 potrebbe innescare una certa debolezza con target ribassista a quota 2 euro.

In ogni caso la tendenza dei prezzi mostra una dinamica favorevole (analizzando il trend perlomeno da febbraio 2022) con i corsi che si trovano al di sopra delle principali medie mobili a 50 e 200 periodi, con l’indicatore di direzione Parabolic Sar che si trova ancora in posizione long.