Notizie Notizie Italia Banche, Giorgetti chiede di adeguare i tassi sui depositi e minaccia mosse sugli extra profitti

Banche, Giorgetti chiede di adeguare i tassi sui depositi e minaccia mosse sugli extra profitti

18 Maggio 2023 18:08

In occasione della riunione Ecofin a Bruxelles, il ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti ha chiesto alle banche italiane di aumentare i tassi sui depositi, e adeguarli agli aumenti dei tassi della Bce. Anche il Portogallo e l’Olanda hanno fatto la stessa richiesta ai propri istituti di credito.

Voci su una tassa sugli extra profitti

Il ministro delle finanze ha fatto i commenti osservando che i tassi sui prestiti sono stati rapidamente alzati in seguito alla stretta monetaria della Bce, mentre i tassi sui depositi sono rimasti invariati, nonostante gli aggiustamenti di politica monetaria. Giorgetti ha fatto sapere che il governo non sarebbe rimasto indifferente a questo fenomeno alimentando le voci di una tassa a breve sugli extra profitti.

Gli analisti di Mediobanca Securities, sostengono che a questo punto non possono “escludere l’introduzione di una tassa sulle banche”. Nonostante, gli stessi istituti italiani “non hanno addebitato tassi di interesse negativi sui depositi durante gli anni in cui il costo del denaro era sottozero.”

Nei primo tre mesi dell’anno le banche italiane hanno registrato utili per oltre i €5 miliardi. Il Mef sta tentando di annullare le modifiche contrattuali a sfavore dei correntisti, alternativo a un possibile intervento del governo considerato sempre più probabile, facendo seguito alle mosse della Spagna, dove il governo socialista di Pedro Sanchez ha introdotto un prelievo del 4,8% sul margine d’interesse (NII).

Per esempio Unicredit e Intesa SanPaolo hanno visto crescere il loro margine di interesse a fine marzo, che deriva dall’attività di prestito e di finanziamento, rispettivamente del 44 e del 53%. E gli altri istituti viaggiano su questi stessi livelli.

Intanto il ceo di Unicredit, Orcel ha già detto no a tassare gli extra-profitti delle banche “perché svolgono un ruolo sociale”, in occasione della presentazione dei numeri del primo trimestrale, migliore di sempre.

Banche, a giugno inizierà la corsa per nuovi clienti

A giugno ci sarà un altro importante fattore da considerare: le banche europee dovranno restituire in un colpo solo alla Bce €477 miliardi di prestiti che arriveranno a scadenza nell’ambito dei rifinanziamenti a lungo termine (TLTRO). Il bilancio Bce si ridurrà di pari importo (senza considerare il Qt o Quantitative Tightening) e le conseguenze si potranno far sentire anche per i titoli di Stato, visto che le banche hanno usato i fondi Tltro anche per comprare titoli di stato. Tra novembre e marzo ci sono già stati rimborsi degli istituti per €980 miliardi.

Nello specifico gli istituti di credito italiani dovranno restituire in tutto 318 miliardi di euro in prestiti alla BCE. Gli importi residui dopo giugno torneranno a Francoforte entro dicembre 2024. Di conseguenza arriverà la necessità di riempire i buchi di liquidità, attraendo nuovi clienti con dei tassi sui depositi più attraenti.

La view degli analisti di Mediobanca

Nonostante future per il comparto bancario la gran parte degli analisti rimangono positivi sul comparto bancario italiano in quanto i prezzi attuali scontano già il calo della reddittività.

Secondo gli analisti di Mediobanca una possibile tassa sulle banche rappresenterebbe “un’evoluzione negativa inattesa, in particolare per gruppi più deboli.” Le stime di Mediobanca Securities scontano prudenzialmente un cuscinetto di cautela sul margine di interesse (calcolato al 2,5%, con un 30% di deposit beta, è la percentuale di rialzo dei tassi della Bce che le banche girano ai correntisti – nel 2023 e un 40% nel 2024) e un aumento di circa il 50% delle perdite su crediti nel biennio 2023-24 rispetto al 2022.

Banche, ecco quali potrebbero essere maggiormente colpite

Secondo i numeri del primo trimestre, gli istituti di credito che hanno registrato i maggiori guadagni sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, MPS, Bper, Credem e Banco Popolare di Sondrio. Insieme hanno registrato profitti superiori ai 5 miliardi, il doppio rispetto alle previsioni e il triplo rispetto al primo trimestre del 2022. Quindi si immagina che qualora dovesse essere introdotta una tassazione sugli extra profitti saranno i primi ad essere colpiti.

I numeri dimostrano che l’incremento dei tassi d’interesse della BCE abbia in un certo senso favorito il sistema bancario ed i suoi azionisti, ma, allo stesso tempo, sfavorito la clientela.