Notizie Notizie Italia Eurovita: ‘il fantasma SVB in Italia’. I nodi bond-banche-riscatti

Eurovita: ‘il fantasma SVB in Italia’. I nodi bond-banche-riscatti

4 Luglio 2023 16:06

Caso Eurovita: cosa è successo e cosa succede. Il fantasma SVB-Silicon Valley si presenta in Italia

Il caso Eurovita riporta il dramma del crac di SVB-Silicon Valley Bank in Italia. E’ quanto scrive un articolo di Reuters, che fa un parallelismo tra i due dossier.

Va detto subito che, se la banca californiana delle start up SVB è fallita, mandando in tilt tutti i mercati, il dossier Eurovita, in teoria, si è chiuso con un lieto fine.

Venerdì scorso, 30 giugno, le quattro principali compagnie assicurative italiane Intesa Sanpaolo Vita, Generali Italia, Poste Vita e Unipol SAI e la tedesca Allianz hanno raggiunto un accordo insieme a 25 banche che distribuiscono polizze Eurovita per blindare, in primis, i sottoscrittori delle polizze stesse.

Eurovita, IVASS: polizze trasferite in una nuova entità

“L’IVASS prende atto dell’intesa raggiunta da cinque grandi compagnie assicurative e da 25 banche distributrici per risolvere la crisi di Eurovita, annunciata oggi (venerdì, 30 giugno). Sulla base dell’accordo, le polizze Eurovita verranno trasferite a una nuova entità in via di costituzione partecipata dalle cinque compagnie”, si legge nel comunicato con data 30 giugno, pubblicato sul sito dell’Ivass, istituto di vigilanza per le assicurazioni.

SVB una banca, Eurovita una compagnia di assicurazione: l’una fallita, l’altra salvata con una operazione di sistema.

Eppure le similitudini non mancano, e a presentarle è l’articolo dell’agenzia di stampa Reuters.

Il fantasma di SVB-Silicon Valley Bank si presenta in Italia

“Ghost of Silicon Valley Bank turns up in Italy”: ovvero, tradotto: ‘Il fantasma di Silicon Valley Bank si presenta in Italia’.

L’articolo mette in evidenza l’elemento che questi due dossier hanno in comune:

Reuters spiega, di fatto, che sia SVB che Eurovita hanno pagato le conseguenze sui loro bilanci dell’aumento dei tassi di interesse varato rispettivamente dalla Fed di Jerome Powell, negli Stati Uniti, e dalla Bce di Christine Lagarde, nell’area euro, dunque anche in Italia.

“Il rapido collasso di Silicon Valley Bank avvenuto all’inizio di quest’anno è stato provocato soprattutto da un portafoglio di bond e da passività meno stabili di quanto fosse stato previsto. Sebbene Eurovita non sia una banca, la sua crisi presenta alcune similitudini”, si legge.

Tra queste similitudini, in primis, c’è la decisione di entrambe di puntare su titoli governativi di lungo termine.

Silicon Valley Bank (SVB): davvero come Lehman?

Il fattore rialzi tassi di interesse e investimenti in titoli a lunga scadenza

Viene ricordato che, nel 2022, il bilancio di Eurovita ammontava ad appena 15 miliardi di euro circa e che la società offriva polizze assicurative vita,  assicurando la garanzia del capitale investito e un tasso fisso annuale.

Ma Eurovita “ha venduto la maggior parte di questi prodotti (polizze) quando i tassi di interesse dell’area euro erano ancora pari a zero o negativi. E, così come SVB, ha utilizzato i fondi raccolti dai clienti per puntare su titoli di stato a lunga scadenza”.

Il problema ha iniziato a presentarsi nel momento in cui i tassi di interesse sono stati alzati dalla Bce (come dalla Fed negli Stati Uniti) per cercare di sfiammare l’impennata dell’inflazione.

L’aumento dei tassi ha portato questi bond a perdere valore velocemente, a fronte delle banche centrali che hanno alzato rapidamente i tassi per combattere la fiammata dell’inflazione – spiega Reuters – Nel frattempo, i clienti hanno attivato l’opzione di riscattare le loro polizze assicurative in cambio di una commissione, al fine di spostare i loro soldi verso investimenti più redditizi“.

L’aiuto delle banche italiane e il nodo riscatti

Ma “quando il private equity Cinven, il gruppo di private equity proprietario di Eurovita, si è rifiutato di iniettare più capitale in Eurovita, la compagnia di assicurazione si è ritrovata nell’impossibilità di rimborsare i clienti, portando così l’autorità italiana a porla in amministrazione straordinaria, con il conseguente blocco dei riscatti delle polizze fino al 30 giugno, ovvero fino a venerdì scorso”. (con l’accordo, il blocco dei riscatti è stato prorogato).

L’articolo di Reuters continua sottolineando che è possibile che l’operazione di sistema annunciata lo scorso venerdì abbia impedito alla crisi di scatenare un effetto contagio.

Ma questa operazione “ha avuto un costo”.

“Messe sotto pressione dal ministero dell’Economia e dall’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), le banche (italiane) che includono Intesa SanPaolo, Banco BPM e Bper – che distribuivano i prodotti di Eurovita – hanno dovuto offrire un finanziamento di 6 miliardi di euro per garantire le polizze rimanenti”. E’ questo, ha reso noto Reuters, quanto due fonti hanno riferito all’agenzia.

Nel comunicato relativo all’operazione di sistema si legge che “a conclusione dell’operazione di sistema il portafoglio assicurativo di Eurovita sarà rilevato dai cinque gruppi assicurativi, che diventeranno pertanto le nuove compagnie di riferimento degli attuali clienti”.

Il piano prevede, come “passaggio tecnico intermedio, l’iniziale trasferimento delle polizze ad una società assicurativa di nuova costituzione (NewCo), che sarà partecipata dalle cinque compagnie assicurative sopra citate”.

L’articolo di Reuters commenta l’accordo raggiunto affermando che, in teoria, le garanzie che sono state offerte dovrebbero incoraggiare i sottoscrittori a non darsi alla fuga.

Il problema, tuttavia, è che le banche potrebbero perdere soldi nel momento in cui i riscatti, una volta scongelata l’attuale sospensione, dovessero ripresentarsi.

In tutto, i clienti di Eurovita sono 353 mila, per un valore totale delle polizze sottoscritte di 15 miliardi di euro.

“Le banche distributrici e la NewCo provvederanno a comunicare ai singoli clienti in una fase successiva quale delle cinque compagnie assicurative acquisirà la loro polizza, dopo l’iniziale passaggio nella società assicurativa di nuova costituzione”, recita ancora il comunicato.

Nel frattempo, i riscatti delle polizze assicurative vita di Eurovita rimarranno bloccati, si legge nel comunicato, fino al prossimo 31 ottobre.

“In questo contesto – si legge nel comunicato – al fine di garantire a tutti i soggetti coinvolti i tempi tecnici necessari per portare a termine l’operazione, l’IVASS, con provvedimento 159483/23 del 30 giugno 2023, ha prorogato fino al 31 ottobre 2023 la sospensione dei riscatti anticipati dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati con Eurovita S.p.A., ad eccezione dei riscatti e delle anticipazioni di cui alle forme pensionistiche complementari, disciplinate dal decreto legislativo n.252/2005″.

Le banche che hanno partecipato all’operazione di sistema

Va precisato che hanno aderito all’accordo le seguenti banche/gruppi bancari distributori:

Banca Agricola Popolare di Ragusa, Banca di Credito Popolare, Banca di Piacenza, Banca Fideuram, Banca Investis, Banca Popolare dell’Alto Adige, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Sant’Angelo, Banca Profilo, Banco Desio, BNL, Cassa di Risparmio di Volterra, Cassa Lombarda, FinecoBank, Finint Private Bank, Gruppo Banca Monte dei Paschi di Siena, Gruppo BCC Iccrea, Gruppo Cassa Centrale Banca, Gruppo Cassa di Risparmio di Bolzano, Gruppo Credem, Gruppo Credit Agricole, Gruppo Unicredit, Mediobanca, UBS EUROPE SE – Succursale Italia.

La vicenda Eurovita è tornata oggi sotto i riflettori in occasione dell’assemblea annuale dell’Ania, nel corso della quale è intervenuto il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini:

“Contiamo che le parti interessate, raggiunto l’accordo, procedano speditamente con la sua attuazione, in modo da normalizzare la gestione dei rapporti assicurativi nel tempo più breve possibile e rispondere alle attese degli assicurati”.

Signorini ha continuato affermando che, “chiusa questa vicenda, sarà bene por mano a interventi per affrontare, pro futuro, le questioni a cui ho già accennato il 19 giugno, e principalmente: rivedere il complesso delle norme che regolano la materia delle polizze a rendimento garantito riscattabili a valori predeterminati; considerare l’introduzione di un fondo di garanzia. Entrambe le materie richiedono una riflessione approfondita, che tenga nella dovuta considerazione l’esperienza di altri paesi europei”.

Signorini ha concluso rimarcando che “occorre un sistema che sia sostenibile e stabilisca incentivi corretti, contemperando rischi di stabilità, moral hazard e costi sociali complessivi”.

“Contiamo sulla prosecuzione del rapporto fattivo instaurato a questo fine con le autorità di Governo”, ha concluso il presidente dell’Ivass.

La lezione di Eurovita e il monito alle autorità

Reuters scrive:

“Guardando alle dimensioni, Eurovita non era grande. Ed è improbabile che player molto più grandi e più diversificati finiscano nei guai allo stesso modo. Sebbene il general manager di Generali Marco Sesana abbia detto durante una call con gli analisti che il gruppo, nel corso del primo trimestre di quest’anno, abbia fatto fronte a riscatti moderati di alcuni prodotti vita distribuiti attraverso le banche, la situazione è già migliorata ad aprile e maggio”.

“Inoltre – si legge ancora nell’articolo – Generali fa affidamento su una rete vasta, che le permette di offrire ai clienti la possibilità di cambiare i loro prodotti con altre” presenti.

Detto questo, da Eurovita arriva comunque una lezione, conclude l’articolo di Reuters. Ovvero, che “le crisi possono esplodere in angoli non previsti”. E che “se le autorità di regolamentazione europee non sono state sull’attenti a individuare eventuali e futuri casi di SVB, “forse dovrebbero iniziare a farlo ora”.

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