Notizie Notizie Italia Debito, Giorgetti: più BTP agli italiani. Visco: spread sale con timori investitori

Debito, Giorgetti: più BTP agli italiani. Visco: spread sale con timori investitori

31 Ottobre 2023 15:34

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco parla di spread BTP-Bund e di tassi dei titoli di stato italiani, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ammette la spina per l’Italia rappresentata dall’elevata spesa degli interessi sul debito, sponsorizzando di nuovo il BTP Valore, mentre il numero uno dell’Abi Antonio Patuelli lancia un appello affinché venga fissato un tetto al debito pubblico dell’Italia.

Nella 99esima Giornata Mondiale del risparmio organizzata dall’Acri, il debito pubblico dell’Italia torna sotto i riflettori dei mercati e delle istituzioni.

In particolare il ministro Giorgetti rimarca il grande disegno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di tutto l’esecutivo italiano, che si può riassumere nella famosa frase della premier: “Più titoli di stato nelle mani degli italiani”.

Bankitalia, Visco su spread e tassi BTP: investitori hanno timori per l’Italia

In quello che è stato il suo ultimo intervento alla Giornata mondiale del risparmio organizzata dall’Acri, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco (che cederà domani 1° novembre lo scranno più alto di Palazzo Koch a Fabio Panetta, banchiere e fino a oggi esponente del Comitato esecutivo della Bce), è tornato a commentare il trend recente dello spread BTP-Bund, che è tornato al di sopra della soglia di 200 punti base dopo la presentazione della Nadef da parte del governo Meloni, alla fine del mese di settembre.

Nelle ultime sessioni, grazie anche alla decisione della Bce di Christine Lagarde di lasciare i tassi dell’Eurozona invariati e di continuare a blindare il PEPP, noto anche come QE pandemico, lo spread BTP-Bund è tornato a viaggiare al di sotto dell’importante soglia psicologica.

Oggi, martedì 31 ottobre, lo spread BTP-Bund a 10 anni viaggia appena al di sopra della soglia di 190 punti base.

“Recentemente, il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato decennali e quelli tedeschi è tornato a crescere, collocandosi intorno ai 200 punti base, dopo la sensibile riduzione registrata in primavera”, ha detto Visco, facendo notare che lo spread rimane “significativamente superiore a quello osservato in altri paesi europei a noi simili, tra cui la Spagna e il Portogallo”.

La ragione del rialzo? La presenza di fattori esogeni, sicuramente, ma non solo.

“L’aumento dello spread – ha continuato il governatore di Bankitalia – riflette senza dubbio anche fattori globali, non specifici del nostro paese: la politica monetaria ha innalzato rapidamente e significativamente i tassi ufficiali e gli equilibri geopolitici internazionali sono stati turbati dal conflitto in Ucraina e dalle tensioni in Medio Oriente”.

Detto questo, ha ammesso Ignazio Visco, “l’effetto sui rendimenti dei titoli del debito pubblico italiano di tale accresciuta incertezza (vedi tassi BTP) è stato superiore a quello registrato negli altri paesi dell’area probabilmente perché gli investitori temono per la capacità di sviluppo dell’Italia e percepiscono che, anche per questa ragione, il bilancio pubblico non è ancora in equilibrio”.

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L’ansia per i conti pubblici e, in particolare, per quel debito pubblico italiano che rimane ostinatamente alto è stata affrontata anche dal ministro Giorgetti che, proprio per questo motivo, ha rimarcato l’intenzione del governo Meloni di continuare a corteggiare il ricco risparmio degli italiani.

Giorgetti ha ammesso che la solidità, a suo parere, dei conti pubblici “non deve portare a sottovalutare il tema del livello elevato del debito, il nostro punto debole”.

“Dopo anni di bassi tassi d’interesse e di impennata degli scostamenti per la pandemia e la guerra è suonata la sveglia – ha detto ancora il ministro, ricordando che “più debito significa più spesa per interessi che significa risorse sottratte a famigle ed imprese”.

Il titolare del Tesoro ha colto l’occasione della giornata mondiale del risparmio organizzata dall’Acri per ribadire con rinnovata convinzione il piano di Meloni e del Mef da lui guidato, rimarcando la grande soddisfazione per il successo incassato dalle due edizioni del BTP Valore:

“Rivendico con soddisfazione il riscontro più che positivo che gli italiani hanno dato al collocamento di titoli pubblici specificamente destinati ai piccoli risparmiatori. Si tratta – ha spiegato – di un segnale molto importante di un rapporto che deve ispirarsi alla massima correttezza e fiducia reciproca tra risparmiatori e lo Stato e che si inserisce in una strategia di più ampio respiro volta a collocare larga parte del debito pubblico all’interno del nostro Paese come è giusto che sia”.

A tal proposito, va in questa direzione la decisione del governo Meloni di non includere i titoli di stato nel computo dell’Isee, una decisione che ha generato un’ondata di polemiche, con critiche arrivate da più parti, in particolare da chi aveva già gridato allo scandalo nel venire a conoscenza, già alla fine del 2022, del piano di Meloni volto a lanciare un BTP che era stato definito dai critici anche BTP autarchico o BTP sovranista.

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Nello stesso giorno in cui è arrivata la doccia fredda sul Pil Italia, con l’annuncio dell’Istat sui dati del terzo trimestre del 2023 – crescita pari a zero per l’Italia – il ministro ha parlato anche dell’effetto di quei continui rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce di Christine Lagarde.

“La politica monetaria restrittiva delle banche centrali inizia a produrre effetti, ahime’ anche con l’azzeramento della crescita”, ha detto, commentando il trend del Pil dell’Italia.

Detto questo, un commento confortante è stato rilasciato riguardo al rallentamento della crescita dell’inflazione:

“Mi auguro davvero che le previsioni ottimistiche su un forte ridimensionamento del tasso di inflazione nel prossimo futuro possano trovare riscontro nella realtà, anche perchè l’andamento dei prezzi non è stato lineare ed omogeneo registrandosi, piuttosto, forti distorsioni dei prezzi relativi che hanno inevitabilmente impattato anche sulla distribuzione del reddito”.

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Debito pubblico, Patuelli (Abi): non può crescere all’infinito, si ponga un tetto

Ad affrontare il tallone d’Achille dell’economia italiana del debito pubblico, è stato oggi anche il numero uno dell’Abi (Associazione bancaria italiana) Antonio Patuelli:

“I crudeli conflitti in Ucraina e nel vicino Oriente colpiscono duramente i principi fondamentali della dignità umana – ha detto Patuelli, nel suo intervento alla 99esima Giornata mondiale del risparmio – Gli aspetti umanitari sono i più gravemente violati, ma, dopo di essi, non vanno sottovalutati i rischi per l’economia”

“Questi conflitti, oltre alle inammissibili violenze, portano anche a crescite di costi energetici e a ulteriori spinte inflazionistiche che possono convincere le banche centrali ad altre strette monetarie, con nuovi rischi di indebolimento della crescita economica. In questo così aggravato contesto, occorre porre un tetto al debito pubblico italiano che non può crescere in cifra assoluta all’infinito e che sottrae risorse alle iniziative sociali pubbliche e penalizza la competitività internazionale delle imprese”.