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Governo Draghi e tassi Bce: un anno fa il doppio shock BTP-spread

21 Luglio 2023 13:05

Governo Draghi e primo rialzo tassi della Bce in un decennio: oggi l’anniversario del doppio shock che colpì BTP e spread, Italia ed Europa

Addio governo Draghi: è passato esattamente un anno da quel 21 luglio del 2022 che ha messo la parola fine all’esperienza del governo italiano guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi.

Quello è stato anche il giorno in cui la Bce di Christine Lagarde, pur a fronte del pericolo di un attacco speculativo contro i BTP e dunque del rischio di un’impennata dello spread BTP-Bund, è andata dritta per la sua strada, annunciando il primo rialzo dei tassi dell’area euro in 11 anni, con una stretta di ben 50 punti base.

La stretta monetaria si confermava il doppio rispetto a quanto era stato anticipato dalla stessa Bce il mese prima e poneva fine a quell’era dei tassi negativi che, anche (o proprio?) al fine di blindare il debito pubblico italiano, era stata varata anni prima dalla Bce di Mario Draghi.

Caduta governo Draghi nel Bce-Day. Lagarde e lo scudo anti-spread

La Bce di Christine Lagarde decideva quello stesso giorno 21 luglio 2022 di annunciare, a fronte del rialzo dei tassi, una sorta di scudo salva BTP anti spread:

non proprio la soluzione sperata dai mercati che, intimoriti dalla fine dei giochi del governo Draghi, avevano chiesto un sostegno, a favore dell’Italia ormai orfana di Mr. Whatever It Takes, più forte.

Ma Lagarde, dopo aver sottovalutato per mesi la minaccia dell’inflazione, balzata prima con il reopening dell’economia dai lockdown lanciati durante i periodi più bui della pandemia Covid, poi scattata con la guerra in Ucraina iniziata il 24 febbraio del 2022, decideva comunque di varare la prima stretta monetaria del decennio, citando la presenza di rischi di impennate ancora più forti dei prezzi.

Come misura pro-BTP, Lagarde lanciava lo strumento TPI, rivolgendo all’Italia un messaggio chiaro: “Non saremo ostaggio di nessuno”.

La stessa Europa non faceva niente per nascondere la propria irritazione, nei confronti di un’Italia.

In particolare Stefan Gerlach, capo economista di EFG Bank, ex vice governatore della banca centrale dell’Irlanda, faceva capire in modo inequivocabile che non toccava alla Bce di Lagarde salvare l’Italia dai suoi politici.

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“In tutta Europa, l’inflazione sostenuta inizia a creare instabilità politica, come stiamo vedendo in Italia. È un momento molto complesso per la BCE, che ovviamente fa di tutto per combattere l’inflazione e tenere sotto controllo le aspettative del mercato in merito, anche a rischio di dare il via a una recessione”, commentava Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X.

In quel giorno rovente di luglio lo spread BTP-Bund oscillava attorno a quota 230 punti base.

Con la fine dell’epoca dei tassi negativi, si apriva un nuovo capitolo della politica monetaria della banca centrale europea, che avrebbe visto protagoniste, in tutto, otto strette monetarie consecutive, per un ammontare totale di 400 punti base.

Lagarde inaugurava una fase storica che avrebbe visto scendere in campo, contro Francoforte, lo stesso governo Meloni, contrario a una carrellata di mosse considerata ormai da più parti strozza-Pil.

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La Bce, quel 21 luglio 2022, alzava i tre principali tassi di riferimento, ovvero i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente allo 0,50%, allo 0,75% e allo 0,00%.

Livelli decisamente bassi se paragonati a quelli attuali, dopo l’ultima stretta monetaria di 25 punti base della riunione del 15 giugno.

E non è neanche finita qui visto che, nell’imminente riunione dell’Eurotower della prossima settimana, giovedì 27 luglio, la Bce annuncerà l’ennesimo rialzo dei tassi, nell’ambito della sua estenuante lotta contro un’inflazione che, come l’ha bollata Christine Lagarde, rimane persistente .

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La mancanza di Mario Draghi, che si è fatta sentire già in diverse occasioni, è particolarmente evidente nella giornata di oggi, primo anniversario delle sue dimissioni.

Diversi i commenti sui social che ricordano il suo governo.

Nessuna fiammata tassi BTP e spread con governo Meloni

Va detto che il governo Meloni, formatosi a seguito delle elezioni anticipate del settembre 2022, ha mostrato una prudenza fiscale che è stata più che premiata dai mercati.

Non c’è stata di fatto alcuna fiammata dello spread BTP-Bund dal suo insediamento, se non in modo episodico.

Il differenziale tra i tassi dei titoli di stato tedeschi e italiani è rimasto sotto controllo, nonostante i continui rialzi del costo del denaro da parte della Bce e l’inflazione dell’area euro che rimane al di sopra del target del 2% della banca centrale, seppur in forte rallentamento rispetto ai mesi precedenti.

Lo spread si è anzi addirittura assottigliato, qualcosa che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha più volte rimarcato.

Per la precisione, i tassi dei BTP a 10 anni, così come conferma il grafico di Bloomberg, sono saliti dal 3,52% del 21 luglio del 2022 al 4,07%.

 

Lo spread BTP-Bund è sceso invece (per effetto dei rialzi dei tassi dei BTP ma anche dei tassi dei Bund tedeschi) da 232 a 159 punti.

 

Tassi e spread sotto controllo non solo a fronte delle strette monetarie ripetute varate dalla Bce di Lagarde, ma a dispetto, anche, dello strumento considerato tra i più pericolosi per il debito pubblico italiano, ovvero il QT.

BTP e minaccia QT. L’ex Goldman Sachs: ‘Ma in Italia c’è ancora il QE’

I BTP si sono mostrati, nonostante i venti contrari, decisamente resilienti anche con la minaccia del Quantitative Tightening diventata realtà, e che potrebbe farsi ancora più insidiosa.

Come è possibile?

Una spiegazione sulla resilienza dei BTP è stata data negli ultimi giorni da Robin Brooks, capo economista @IIF, ovvero dell’Institute of International Finance ed ex capo strategist forex di Goldman Sachs, che ha smentito quell’allarmismo sugli effetti della politica monetaria della Bce che è stato lanciato ripetutamente da diversi esponenti del governo italiano, in particolare nelle ultime settimane da Giorgia Meloni e dal leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Con un post pubblicato su Twitter, Robin Brooks ha scritto che “la Bce sta reinvestendo il capitale il capitale rimborsato dai titoli tedeschi in scadenza per effettuare investimenti nei titoli di stato italiani”.

E questo significa, fa notare l’ex di Goldman Sachs, che, di fatto, il QE (sì, proprio quel Quantitative easing che dovrebbe in teoria essere ormai defunto) sta continuando a favore dell’Italia (e in misura molto minore a favore della Spagna)”.

E’ la Germania, insomma, che sta facendo fronte agli effetti del QT. “E questo significa che sono i tassi tedeschi i veri tassi di mercato. Non quelli dei BTP“, ha concluso Robin Brooks.