Bollettino Bce: il quadro su inflazione e Pil. Focus su tassi mutui, debito e spread
La Bce ha pubblicato il suo Bollettino economico mensile, il quarto dell’anno, in cui fa il punto su politica monetaria, inflazione e crescita. All’interno del report vengono trattati anche temi come i tassi sui prestiti a imprese e famiglie, l’andamento dei rendimenti dei Btp e la finanza pubblica. Ecco alcuni degli spunti principali che emergono dal documento.
- Bce su taglio tassi: “Opportuno moderare restrizione monetaria”
- Le stime sull’inflazione nel triennio 2024-26
- Nessun percorso definito per tagli tassi Bce
- Crescita eurozona sopra le attese nel 1Q 2024
- Bce aumenta stime Pil 2024, rivede al ribasso 2025
- Il confronto tra eurozona e Usa
- Spread Btp-Bund sotto controllo, rendimenti spingono domanda
- Tassi prestiti a imprese e mutui a famiglie stabili su livelli elevati
- Debito/PIL eurozona elevato, monito per governo Meloni
Bce su taglio tassi: “Opportuno moderare restrizione monetaria”
Come noto, il 6 giugno la Bce ha tagliato i tassi di 25 punti base dopo averli mantenuti invariati per nove mesi, giudicando “opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria”.
Rispetto alla riunione di settembre 2023, a cui risaliva l’ultimo rialzo del costo del denaro, “l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono notevolmente migliorate”, sottolinea il Bollettino.
“Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti temporali”.
Tuttavia, malgrado i recenti progressi, “persistono forti pressioni interne sui prezzi per l’elevata crescita delle retribuzioni, e l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno.”
Le stime sull’inflazione nel triennio 2024-26
In particolare, le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e per quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto a marzo.
Al momento, il Consiglio direttivo prevede che l’inflazione complessiva si collochi, in media, al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.
Per l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare gli esperti anticipano una media del 2,8% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e del 2,0% nel 2026.
Ricordiamo che a maggio l’inflazione sui dodici mesi è aumentata al 2,6 per cento, dal 2,4% di aprile.
Nessun percorso definito per tagli tassi Bce
Le prossime decisioni sui tassi di interesse, ribadisce la Bce, “saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.”
Inoltre, il Consiglio direttivo “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”, come precisato anche dalla presidente Christine Lagarde e dagli altri funzionari successivamente al meeting.
Crescita eurozona sopra le attese nel 1Q 2024
Per quanto riguarda la crescita, dopo cinque trimestri di stagnazione, nel primo trimestre 2024 l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,3 per cento. Questa ripresa dell’economia dell’eurozona ha superato i livelli attesi dagli stessi esperti della Bce nelle proiezioni di marzo.
Nei primi tre mesi dell’anno, l’occupazione è aumentata a sua volta dello 0,3 per cento. Ad aprile il tasso di disoccupazione ha mostrato una leggera flessione, collocandosi al 6,4%, dato che rappresenta il livello più basso dall’introduzione dell’euro.
Bce aumenta stime Pil 2024, rivede al ribasso 2025
Rispetto a marzo, i funzionari hanno rivisto al rialzo le prospettive di crescita del PIL per il 2024, riflettendo l’inattesa dinamica positiva di inizio anno e il miglioramento dei dati più recenti. Per il 2025 le stime hanno subito una lieve correzione al ribasso, restando invece invariate per il 2026.
Nel dettaglio, il tasso atteso di incremento medio annuo del PIL in termini reali è pari allo 0,9% nel 2024, in aumento all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.
I rischi per la crescita economica sono bilanciati nel breve periodo, ma restano orientati verso il basso nel medio termine.
Il confronto tra eurozona e Usa
In prospettiva, secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell’Eurosistema, il differenziale di crescita tra l’area dell’euro e gli Stati Uniti si ridurrà nel corso dei prossimi due anni.
A differenza degli Stati Uniti, nell’area dell’euro la crescita del PIL in termini reali dovrebbe accelerare per effetto di consumi relativamente più vigorosi.
Inoltre, il divario di crescita della produttività dovrebbe ridursi, con una ripresa più marcata della produttività del lavoro nell’area dell’euro, anche per effetto di una parziale correzione ciclica dell’accumulo di manodopera.
Spread Btp-Bund sotto controllo, rendimenti spingono domanda
Per quanto riguarda il comparto del reddito fisso, la Bce sottolinea come i rendimenti dei titoli governativi dell’area dell’euro si siano mossi sostanzialmente in linea con i tassi privi di rischio, lasciando pressoché invariati i differenziali di rendimento su tali titoli.
Gli spread fra i titoli di Stato dei vari Paesi, compresi quelli con merito di credito più basso (come l’Italia), hanno registrato variazioni modeste nel periodo in esame.
La prima parte dell’anno è stata caratterizzata dalla capacità di tenuta del mercato dei titoli di Stato, dove emissioni eccezionalmente elevate sono state ben assorbite dalla vigorosa domanda di investitori, che mirano ad assicurarsi i rendimenti in previsione di un ciclo imminente di tagli dei tassi di riferimento.
Solo nelle ultime settimane i differenziali, in particolare lo spread Bund-OAT, ma anche il Btp-Bund, hanno registrato una fiammata in scia all’esito delle elezioni europee, che hanno creato una situazione di instabilità politica soprattutto in Francia.
Tassi prestiti a imprese e mutui a famiglie stabili su livelli elevati
Per quanto riguarda i tassi di interesse di mercato, il Bollettino ha ravvisato un aumento tra la riunione Bce di aprile e quella successiva di giugno.
I costi di finanziamento si sono stabilizzati su livelli restrittivi a seguito della trasmissione al sistema finanziario dei passati incrementi dei tassi di riferimento.
Nel dettaglio, ad aprile, 2024 i tassi applicati ai prestiti alle imprese e ai mutui per l’acquisto di abitazioni sono rimasti stabili su livelli elevati.
I primi non hanno subito variazioni, attestandosi al 5,18 per cento, e si sono collocati solo lievemente al di sotto del picco del 5,27% raggiunto a ottobre 2023.
Dopo quattro cali consecutivi, i tassi sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati al 3,80 per cento, al di sotto del livello massimo del 4,02% osservato a novembre 2023
Debito/PIL eurozona elevato, monito per governo Meloni
Per quanto riguarda gli aspetti di finanza pubblica, il disavanzo di bilancio stimato delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro, pari al 3,6% del Pil nel 2023, dovrebbe scendere al 3,1% nel 2024, al 2,8% nel 2025 e al 2,6% nel 2026.
Nel corso di quest’anno, l’orientamento delle politiche di bilancio nell’eurozona dovrebbe subire un “significativo inasprimento”, complice la revoca di gran parte delle misure di sostegno legate all’energia e all’inflazione. Un ulteriore restrizione è prevista nel 2025 e nel 2026.
Il rapporto debito/PIL dell’area dell’euro dovrebbe sostanzialmente stabilizzarsi a un livello elevato, pari a circa l’89 per cento. Un valore che risente negativamente del caso italiano, con un debito pubblico oltre i 2.900 miliardi e un rapporto debito/Pil superiore al 137 per cento.
Per ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL, sottolinea la Bce, “è importante che i governi attuino pienamente e tempestivamente il nuovo quadro di governance economica dell’UE” e che procedano ad una “rapida ed efficace attuazione del programma Next Generation EU, fondamentale per promuovere l’innovazione e accrescere gli investimenti nelle transizioni ecologica e digitale”.