Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (30/01/25)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (30/01/25)

Pubblicato 30 Gennaio 2025 Aggiornato 6 Febbraio 2025 11:22

Le società che distribuiscono dividendi elevati fanno gola agli investitori per diversi motivi. I pagamenti regolari delle cedole consentono agli azionisti di ottenere una fonte di reddito costante e tendenzialmente prevedibile. Inoltre, contribuiscono a limitare l’effetto delle fluttuazioni di mercato sul rendimento complessivo dell’investimento. Peraltro, un’azienda che mantiene una policy di distribuzione costante, o la migliora nel tempo, viene spesso considerata più stabile e matura. Le società con alti dividendi possono anche contribuire ad una migliore  diversificazione del portafoglio, riducendo la necessità di esporsi a titoli più aggressivi per alzare il rendimento atteso. Di seguito, un approfondimento sulle aziende del Ftse Mib, il principale indice di Borsa Italiana, con i dividend yield più elevati.

Perché puntare sui dividendi nell’attuale scenario di mercato

In un contesto caratterizzato da incertezze sulla crescita economica, sull’operato delle banche centrali e soggetto a potenziali impatti geopolitici, una strategia che prevede investimenti in azioni ad alto dividendo può risultare vincente.

In Europa, la Bce ha abbassato i tassi di 25 bp nella riunione odierna e, secondo molti analisti, si appresta ad effettuare altri tre tagli consecutivi fino a giugno. La presidente Lagarde ha detto che al momento è prematuro parlare di tasso neutrale, anche se viene spesso individuato intorno al 2%. Se l’inflazione continuerà a diminuire in linea con le attese dei funzionari, i tassi continueranno a scendere, sostenendo consumi e investimenti e agevolando la distribuzione di utili e dividendi aziendali.

Negli Usa, la Fed ha deciso invece di lasciare inalterato il costo del denaro, alla luce di un’inflazione ancora elevata e di un’economia solida. Inoltre, la banca centrale guidata da Powell attende le prime mosse del presidente americano Trump in tema di commercio, immigrazione, tasse e deregolamentazione, che potrebbero avere un impatto sui prezzi e sulla crescita. In uno scenario potenzialmente volatile, gli investitori parzialmente avversi al rischio possono affidarsi ad azioni con alti dividendi per stabilizzare i rendimenti.

Pertanto, i titoli con cedole elevate offrono una combinazione di redditività e protezione che li rende interessanti per diverse tipologie di investitori. Il tutto, stando attenti a inserire in portafoglio società con flussi di cassa robusti, payout ratio ragionevoli e cedole sostenibili.

Cos’è il dividend yield e come si calcola

Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:

(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.

Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati

Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nell’ultimo anno per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il 2025 sono incoraggianti.

Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.

A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 13,4%, anche se sarà prima necessario capire gli sviluppi in tema di M&A dopo l’offerta per Mediobanca rigettata dal Cda di Piazzetta Cuccia. Seguono Banco Bpm (9,5%), a sua volta oggetto dei desideri di UnicreditBper (9,4%), Intesa Sanpaolo (7,9%) e Banca Popolare di Sondrio (7,7%). Rendimenti attesi piuttosto elevati, al di fuori del comparto bancario, anche per Eni (7,4%), Poste Italiane (6,9%) ed Enel (6,7%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti dovrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo.

In coda alla classifica si confermano Ferrari (0,7%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Banca MPS 6,30 0,2500 4,0% 0,8420 236,8% 13,4%
Banco BPM 8,53 0,5600 6,6% 0,8120 45,0% 9,5%
BPER Banca 6,66 0,3000 4,5% 0,6240 108,0% 9,4%
Intesa Sanpaolo 4,23 0,2960 7,0% 0,3350 13,2% 7,9%
Bca Pop Sondrio 9,02 0,5600 6,2% 0,6900 23,2% 7,7%
Eni 13,56 0,9400 6,9% 0,9980 6,2% 7,4%
Mediobanca (**) 15,86 1,0700 6,7% 1,1270 5,3% 7,1%
Poste italiane 14,65 0,8000 5,5% 1,0090 26,1% 6,9%
Enel 6,85 0,4300 6,3% 0,4580 6,5% 6,7%
Italgas 5,75 0,3520 6,1% 0,3810 8,2% 6,6%
Snam 4,48 0,2820 6,3% 0,2900 2,8% 6,5%
Banca Mediolanum 12,97 0,7000 5,4% 0,8370 19,6% 6,5%
Azimut 25,39 1,3800 5,4% 1,4690 6,4% 5,8%
Stellantis 13,09 1,5500 11,8% 0,7530 -51,4% 5,8%
Unipol Gruppo 13,19 0,3800 2,9% 0,7400 94,7% 5,6%
UniCredit 44,71 1,8029 4,0% 2,3720 31,6% 5,3%
Inwit 10,12 0,4800 4,7% 0,5090 6,0% 5,0%
Terna 7,95 0,3396 4,3% 0,3810 12,2% 4,8%
Generali Assicurazioni 30,39 1,2800 4,2% 1,3900 8,6% 4,6%
A2A 2,28 0,0958 4,2% 0,1000 4,4% 4,4%
Hera 3,53 0,1400 4,0% 0,1500 7,1% 4,2%
FinecoBank 18,38 0,6900 3,8% 0,7260 5,2% 3,9%
Pirelli&C 5,87 0,1980 3,4% 0,2260 14,1% 3,9%
Tenaris (*) 18,26 0,6000 3,3% 0,7000 16,7% 3,8%
Iveco Group 12,05 0,2200 1,8% 0,3810 73,2% 3,2%
Recordati 58,60 1,2000 2,0% 1,3350 11,3% 2,3%
Saipem 2,35 0,0520 2,2%
Moncler 61,10 1,1500 1,9% 1,1430 -0,6% 1,9%
Buzzi 39,24 0,6000 1,5% 0,7060 17,7% 1,8%
STMicroelectronics (*) 21,63 0,3600 1,7% 0,3330 -7,5% 1,5%
Prysmian 66,56 0,7000 1,1% 0,8020 14,6% 1,2%
Amplifon 25,83 0,2900 1,1% 0,3040 4,8% 1,2%
Campari 5,67 0,0650 1,1% 0,0660 1,5% 1,2%
Diasorin 103,95 1,1500 1,1% 1,1250 -2,2% 1,1%
Leonardo 29,58 0,2800 0,9% 0,3020 7,9% 1,0%
Brunello Cucinelli 123,50 0,9100 0,7% 0,9810 7,8% 0,8%
Interpump Group 45,46 0,3200 0,7% 0,3230 0,9% 0,7%
Ferrari 411,90 2,4430 0,6% 2,7780 13,7% 0,7%
Nexi 4,92
Telecom Italia 0,27

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 30 gennaio 2025

Le prossime cedole a Piazza Affari

Ecco i dividendi sinora confermati da qui alla fine del primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Stm metterà in pagamento dal 26 marzo (stacco il 24) la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari. Il 20 gennaio Enel e Snam hanno staccato l’acconto sul 2025, rispettivamente da 0,215 euro e 0,1162 euro.

Società Data stacco dividendo Data pagamento dividendo Cedola Note Dividendo complessivo
Italian Wine Brands 03/02/2025 05/02/2025 0,5 Dividendo straordinario
Bifire 10/02/2025 12/02/2025 0,0285 4^ tranche 0,114
Banca Generali (**) 24/02/2025 26/02/2025 0,6 Saldo 2,15
STMicroelectronics (*) 24/03/2025 26/03/2025 0,09 4^ tranche 0,36

(*) Dividendo in dollari

(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.

* Le presenti informazioni vengono fornite al solo scopo educativo e non rappresentano consigli d’investimento o suggerimenti personali. Tali informazioni non devono quindi essere interpretate come offerte o solleciti di compravendita di strumenti finanziari.