Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (19/12/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (19/12/24)

19 Dicembre 2024 11:52

Gli investitori tendono ad apprezzare le azioni che pagano dividendi elevati per una molteplicità di fattori, tra cui sicurezza, redditività e gestione del rischio. La capacità di offrire un flusso di reddito regolare sotto forma di pagamenti periodici viene spesso visto come un segnale di maturità e solidità finanziaria. Inoltre, il dividendo è una forma di rendimento indipendente dal prezzo delle azioni, per cui gli investitori sono meno esposti al rischio di oscillazioni di mercato. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, il principale indice di Piazza Affari, che offrono i maggiori rendimenti da dividendi (dividend yield).

L’importanza dei dividendi nello scenario macro attuale

I mercati si affacciano sul 2025 con prudenza, alla luce di alcuni elementi di rischio dal punto di vista economico, geopolitico e di politica monetaria.

L’eurozona deve fare i conti con l’instabilità politica in due delle principali economie, Germania e Francia, e con un rallentamento della crescita che ha portato la Bce ad abbassare i tassi per tre riunioni consecutive. Dopo l’ultimo incontro, le prospettive dei mercati indicano altri quattro tagli nel corso dell’anno, due già nei primi meeting in calendario a gennaio e a marzo.

La Fed, invece, ha espresso ieri una visione molto più cauta. La banca centrale ha abbassato i tassi di 25 bp ma le nuove proiezioni dei funzionari scontano soltanto due riduzioni nel 2025 e il presidente Powell ha suggerito una maggior cautela, innescando un sell-off a Wall Street e in generale sugli asset rischiosi. Lo scenario sconta anche l’incertezza sulle prime mosse di Trump da presidente, dopo l’insediamento previsto per il 20 gennaio.

In ogni caso, la direzione della politica monetaria è quella di una progressiva normalizzazione verso il cosiddetto “tasso neutrale”, che non stimola né frena l’economia. L’abbassamento del costo del denaro dovrebbe favorire la crescita degli utili e la distribuzione di dividendi.

Cos’è il dividend yield e come si calcola

Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:

(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.

Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati

Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nel corso di quest’anno per gli elevati rendimenti da dividendo.

Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.

A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 12,7%, seguita da Bper (10,2%), Banco Bpm (10,1%), Intesa Sanpaolo (8,6%), Banca Popolare di Sondrio (8,3%) e Mediobanca (8,0%). Significativi rendimenti attesi anche per alcuni dei titoli più apprezzati di Piazza Affari, come Eni (7,8%), Poste Italiane (7,4%) ed Enel (6,6%). Da segnalare la forte riduzione della cedola prevista per Stellantis, che secondo gli analisti potrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo dopo le recenti difficoltà.

In coda alla classifica dovrebbero confermarsi Ferrari (0,6%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Banca MPS 6,61 0,2500 3,8% 0,8390 235,6% 12,7%
BPER Banca 6,18 0,3000 4,9% 0,6300 110,0% 10,2%
Banco BPM 7,83 0,5600 7,2% 0,7940 41,8% 10,1%
Intesa Sanpaolo 3,88 0,2960 7,6% 0,3350 13,2% 8,6%
Bca Pop Sondrio 8,25 0,5600 6,8% 0,6840 22,1% 8,3%
Mediobanca (**) 14,03 1,0700 7,6% 1,1250 5,1% 8,0%
Eni 12,80 0,9400 7,3% 0,9990 6,3% 7,8%
Poste italiane 13,62 0,8000 5,9% 1,0030 25,4% 7,4%
Italgas 5,34 0,3520 6,6% 0,3830 8,8% 7,2%
Snam 4,22 0,2820 6,7% 0,2900 2,8% 6,9%
Enel 6,80 0,4300 6,3% 0,4580 6,5% 6,7%
Banca Mediolanum 11,47 0,7000 6,1% 0,7550 7,9% 6,6%
Stellantis 12,53 1,5500 12,4% 0,7830 -49,5% 6,3%
UniCredit 38,51 1,8029 4,7% 2,3930 32,7% 6,2%
Unipol Gruppo 11,98 0,3800 3,2% 0,7400 94,7% 6,2%
Azimut 24,09 1,3800 5,7% 1,4560 5,5% 6,0%
Inwit 9,58 0,4800 5,0% 0,5100 6,3% 5,3%
ERG 19,74 1,0000 5,1% 1,0230 2,3% 5,2%
Generali Assicurazioni 27,08 1,2800 4,7% 1,3900 8,6% 5,1%
Terna 7,53 0,3396 4,5% 0,3820 12,5% 5,1%
A2A 2,11 0,0958 4,5% 0,1000 4,4% 4,7%
FinecoBank 16,85 0,6900 4,1% 0,7380 7,0% 4,4%
Hera 3,34 0,1400 4,2% 0,1430 2,1% 4,3%
Pirelli&C 5,51 0,1980 3,6% 0,2240 13,1% 4,1%
Iveco Group 9,40 0,2200 2,3% 0,3710 68,6% 3,9%
Tenaris (*) 17,88 0,6000 3,4% 0,6970 16,2% 3,9%
Recordati 50,15 1,2000 2,4% 1,3390 11,6% 2,7%
Moncler 49,82 1,1500 2,3% 1,1420 -0,7% 2,3%
Saipem 2,60 0,0490 1,9%
Prysmian 60,90 0,7000 1,1% 0,8080 15,4% 1,3%
STMicroelectronics (*) 23,92 0,3600 1,5% 0,3100 -13,9% 1,3%
Amplifon 24,42 0,2900 1,2% 0,3030 4,5% 1,2%
Leonardo 25,75 0,2800 1,1% 0,2980 6,4% 1,2%
Campari 5,98 0,0650 1,1% 0,0650 0,0% 1,1%
Diasorin 99,86 1,1500 1,2% 1,0220 -11,1% 1,0%
Brunello Cucinelli 103,50 0,9100 0,9% 0,9710 6,7% 0,9%
Interpump Group 43,84 0,3200 0,7% 0,3230 0,9% 0,7%
Ferrari 416,10 2,4430 0,6% 2,7290 11,7% 0,7%
Nexi 5,42
Telecom Italia 0,26

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 19 dicembre 2024

Le prossime cedole a Piazza Affari

Il 2024 volge ormai al termine e non sono più previste cedole, dopo che il produttore di semiconduttori italo-francese STMicroelectronics ha staccato lunedì la terza tranche del dividendo complessivo da $36 centesimi, corrisposto trimestralmente.

Per quanto riguarda il primo trimestre del 2025, i dividendi noti ad oggi sono i seguenti:

Società Data stacco dividendo Data pagamento dividendo Cedola Note Dividendo complessivo
Enel 20/01/2025 22/01/2025 0,215 Acconto 2025
Snam 20/01/2025 22/01/2025 0,1162 Acconto 2025
Italian Wine Brands 03/02/2025 05/02/2025 0,5 Dividendo straordinario
Bifire 10/02/2025 12/02/2025 0,0285 4^ tranche 0,114
Banca Generali (**) 24/02/2025 26/02/2025 0,6 Saldo 2,15
STMicroelectronics (*) 24/03/2025 26/03/2025 0,09 4^ tranche 0,36

(*) Dividendo in dollari

(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.