Tassi Bce, Lagarde: altri tagli in arrivo, ecco cos’è cambiato
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La Bce taglierà ancora i tassi, man mano che l’inflazione continuerà a stabilizzarsi verso l’obiettivo del 2%, anche se saranno necessari ulteriori progressi dal punto di vista dell’inflazione nei servizi. È questo il sunto dell’intervento odierno di Christine Lagarde a Vilnius, in Lituania. La presidente ha esaminato i motivi che hanno portato la Bce a rivedere i toni, più accomodanti, nella riunione della scorsa settimana, pur ribadendo che al momento i tassi rimangono restrittivi e che c’è ancora strada da fare.
Cos’è cambiato con l’ultima riunione Bce del 2024
Dopo un periodo prolungato di politica restrittiva, che ha portato ad un aumento complessivo dei tassi di 450 punti base, l’Eurotower ha avviato nel 2024 una fase di tagli che hanno già ridotto il costo del denaro di 100 punti base da giugno a dicembre.
La grande novità dell’ultima riunione è stata l’abbandono dell’orientamento politico restrittivo che ha caratterizzato i precedenti incontri. Questo cambio di rotta, spiga Lagarde, è legato a importanti cambiamenti che hanno incrementato la fiducia della Bce nel ritorno dell’inflazione verso il target del 2%.
Più fiducia nel ritorno dell’inflazione all’obiettivo della Bce
Il primo cambiamento riguarda il percorso dell’inflazione. “Nella prima parte del nostro ciclo di politica monetaria, era caratterizzato da un’elevata incertezza”, afferma Lagarde. “Il ritorno verso l’obiettivo è stato costantemente rinviato e i dati hanno sorpreso al rialzo, gettando ulteriori dubbi sull’accuratezza delle proiezioni”.
Quest’incertezza ha avuto implicazioni per l’orizzonte politico, ossia il periodo entro il quale l’inflazione converge verso l’obiettivo. “A un certo punto abbiamo ritenuto che il rischio di disancoraggio fosse diventato troppo elevato. Quindi, a settembre 2022, abbiamo introdotto l’idea che il ritorno dell’inflazione all’obiettivo dovesse essere ‘tempestivo’, per fissare l’orizzonte politico e creare fiducia sul fatto che non ci sarebbero stati più ritardi.”
Ora, “dopo un lungo periodo di politica restrittiva, la nostra fiducia è aumentata. I dati in arrivo hanno convalidato il percorso delineato nelle previsioni e questa fiducia trova conferma nelle aspettative di inflazione.”
Lagarde: “Più allineamento tra proiezioni e dati”
Il secondo punto è relativo agli shock che guidano l’inflazione. La politica monetaria, spiega Lagarde, ha dovuto fare i conti con “una sequenza di shock molto grandi che si sono trasmessi all’economia in modo persistente e difficile da prevedere. Quindi, anche se la fiducia nelle nostre proiezioni è aumentata, abbiamo dovuto fare attenzione a non rendere la posizione politica meno restrittiva troppo rapidamente”.
Ora il rischio che l’inflazione possa diminuire meno rapidamente del previsto è diminuito e “c’è un maggiore allineamento tra le nostre previsioni e l’inflazione di fondo”.
I dati “suggeriscono spazio per un aggiustamento al ribasso dell’inflazione dei servizi, e quindi dell’inflazione interna, nei prossimi mesi. A conferma di questo quadro, la crescita salariale –il principale fattore di costo che determina i servizi – è su una traiettoria discendente. Il monitoraggio dei salari della Bce prevede un rallentamento dal 4,8% di quest’anno a circa il 3% nel 2025, livello coerente con il nostro obiettivo”.
Meno rischi al rialzo per l’inflazione
Il terzo cambiamento riguarda i rischi per l’inflazione, che negli ultimi anni sono stati “per lo più orientati verso il rialzo” e, nonostante i recenti progressi, “non sono del tutto scomparsi”, mette in guardia Lagarde.
Tuttavia, i rischi attuali “sono più correlati a potenziali shock futuri che alla trasmissione di quelli passati”. Pertanto, “dovremo rimanere vigili finché il previsto aggiustamento al ribasso dell’inflazione dei servizi non sarà confermato dai dati”.
I principali rischi al ribasso riguardano le prospettive di crescita più deboli del previsto, legate a una minore domanda interna, e la maggiore incertezza a livello geopolitico. Le famiglie “continuano a risparmiare una quota insolitamente elevata del reddito e ad adottare un approccio cauto alla spesa”, ma la situazione dovrebbe cambiare “man mano che l’alta inflazione si allontana ulteriormente nello specchietto retrovisore”.
Lagarde: “Bce pronta per tutti gli scenari”
A livello di politica monetaria, tutto questo si traduce fondamentalmente in tre implicazioni.
Innanzitutto, la posizione politica rimane restrittiva, “ma la direzione di marcia è chiara e ci aspettiamo di abbassare ulteriormente i tassi di interesse se i dati in arrivo continueranno a confermare la nostra linea di base”, dichiara Lagarde. L’orientamento futuro non è più indirizzato a una politica “sufficientemente restrittiva”, ma ad una posizione “appropriata”.
La seconda implicazione riguarda la funzione di reazione, che resta incentrata sui tre criteri utilizzati finora: valutazione delle prospettive, monitoraggio dell’inflazione di fondo e valutazione della trasmissione monetaria.
Infine, per quanto concerne l’orizzonte politico, “siamo vicini al raggiungimento del nostro obiettivo, anche se non ci siamo ancora. Quindi, l’orizzonte può essere adattato a seconda della natura, della dimensione e della persistenza degli shock, in base alle necessità”.
In conclusione, “c’è molta incertezza davanti a noi”, ma “la nostra politica monetaria sarà preparata per tutti gli scenari a venire”, chiosa Lagarde.