La Fed chiude l’anno con un altro taglio ai tassi dello 0,25%. Powell: nel 2025 agiremo con cautela.
La Federal Reserve ha deciso di continuare nella sua politica monetaria moderatamente espansiva con un terzo taglio consecutivo ai tassi di interesse sui fed funds, portandoli ad un range tra il 4,25% e il 4,5%.
La riduzione di un quarto di punto percentuale è stata annunciata in un comunicato del Fomc, il braccio finanziario della Banca Centrale Americana, riunitosi ieri e oggi a Washington, che così facendo ha chiuso l’anno tagliando i tassi di un intero punto percentuale, cominciando con il maxi taglio dello 0,5% in settembre e proseguendo con i due aggiustamenti moderati di novembre e di oggi.
La decisione era stata ampiamente prevista da analisti e operatori di mercato ed è stata presa con larghissima maggioranza dei votanti: solo uno dei dodici membri con diritto di voto del Fomc ha dissentito.
Il dot plot: previsti due tagli di tassi sia nel 2025 che nel 2026
Dal dot plot, che riassume le stime per i prossimi anni di tutti gli esponenti del Fomc, emerge un’opinione di maggioranza su tassi in discesa moderata nel 2025, che dovrebbero assestarsi in un range tra 3,75% e 4%, un valore superiore a quello mediano del 3,4% previsto dopo l’incontro di settembre. L’istituto sembra voler procedere con cautela, quindi è possibile che l’anno prossimo ci saranno due tagli di un quarto di punto percentuale.
Altre due riduzioni della stessa entità dovrebbero avvenire nel 2026, per il quale il tasso mediano previsto è del 3,4%, superiore al 2,9% previsto in settembre.
Per quanto riguarda l’inflazione “core” i funzionari della Fed prevedono un dato che raggiungerà un picco del 2,5% nel 2025, più alto rispetto al 2,2% previsto in settembre, per poi scendere gradualmente al 2,2% nel 2026 e al 2% nel 2027. La Fed predilige regolarsi in base al dato “core”, che esclude le componenti di energia e beni alimentari, e risulta pertanto meno volatile e più affidabile per valutare l’impatto storico dell’inflazione.
La Fed, come ha detto anche Powell nella conferenza stampa dopo l’annuncio del Fomc, resta saldamente fedele all’impegno del suo doppio mandato di raggiungere massima occupazione e stabilità dei prezzi.
Il mercato del lavoro americano ha visto un aumento del tasso di disoccupazione al 4,2% e viene considerato in un momento “low-hire, low-fire”, ossia premiante per chi ha già un lavoro ma difficile per chi lo cerca. Il Fomc prevede un aumento della disoccupazione al 4,3% nel 2025 e che quel livello si mantenga anche nel 2026 e 2027.
In materia di crescita economica, la Fed ha rivisto in positivo le sue stime per il Pil dell’anno prossimo, con una crescita prevista del 2,1%. Nel 2026 e 2027 sono previsti invece cali rispettivamente al 2% e successivamente all’1.9%.
Powell: questa fase è terminata, ora più cautela.
In conferenza stampa Powell ha lasciato intendere che dopo i 100 punti percentuali tagliati quest’anno dalla Fed ci si può attendere più cautela l’anno prossimo.
“La nostra politica è ora molto meno restrittiva. Possiamo quindi essere più cauti nel considerare ulteriori aggiustamenti” ai tassi di interesse, ha sottolineato.
Gli è stato chiesto quindi se si sentisse di escludere ulteriori tagli oltre ai due previsti per l’anno prossimo e ha detto che “se l’economia e il mercato del lavoro continuano ad essere solidi, possiamo essere cauti nel considerare ulteriori tagli”.
Powell ha riconosciuto che al di là dei freddi dati economici, la pressione sui cittadini dovuta all’esplosione inflattiva degli anni post-pandemia si fa ancora sentire. “Capiamo benissimo che i prezzi sono aumentati tantissimo e la gente lo sente per davvero, e si tratta dei prezzi del cibo, dei trasporti e del riscaldamento di casa”, ha detto. “C’è un’enorme sofferenza in uno scoppio dell’inflazione che è stato globale”, ha sottolineato, aggiungendo che ci vorrà ancora un po’di tempo, forse qualche anno, perché un aumento dei salari possa assorbire questi effetti.
Trump, Bitcoin, Geopolitica: pochi i commenti fuori copione
A differenza della precedente conferenza stampa i suoi commenti su Trump e sull’amministrazione che si insedierà il prossimo 20 gennaio alla Casa Bianca sono stati minimi. Powell ha detto che alcuni membri del Fomc avrebbero incorporato alcuni fattori di rischio legati a potenziali politiche economiche proposte da Trump, come quella dei dazi, che secondo molti esperti sarebbero inflazionarie. “Alcuni hanno identificato l’incertezza sulle politiche come una delle ragioni per attribuire più incertezza riguardo all’inflazione”, ha detto Powell.
Gli è stata chiesta un’opinione sull’idea, vagamente attribuita a Trump, che comunque sembra apprezzare molto le criptovalute, di costruire riserve di valore in bitcoin e ha liquidato la cosa senza mostrare di prenderla troppo sul serio. Per quanto riguarda la Fed “non possiamo detenere bitcoin”, ha detto Powell, citando il Federal Reserve Act. “Non siamo in cerca di un cambiamento della legge. È una cosa che deve prendere in considerazione il Congresso.”
Per quanto riguarda infine la situazione geo-politica globale, con riferimento particolare al conflitto in Ucraina e alla situazione bollente in Medio Oriente, Powell ha detto che “finora nessuno di quei rischi ha avuto un impatto negativo sull’economia americana. Il prezzo del petrolio è sceso. Gli Stati Uniti per ora non stanno avvertendo l’effetto di quella turbolenza geopolitica“.