Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (09/01/25)
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Le società che pagano elevati dividendi vengono spesso privilegiate dagli investitori per diversi motivi. La distribuzione di cedole periodiche, infatti, consente agli azionisti di monetizzare l’investimento effettuato tramite flussi relativamente stabili e sicuri, indipendentemente dalle oscillazioni dei prezzi che possono penalizzare il capital gain. La capacità di corrispondere pagamenti regolari, inoltre, viene spesso vista come un segnale di maturità e solidità finanziaria. Investire in aziende che distribuiscono cedole elevate permette infine di diversificare il portafoglio, riducendo la dipendenza dai titoli growth e dai settori più volatili, come quello tecnologico. Ecco le società del Ftse Mib, il principale indice di Piazza Affari, che offrono i rendimenti da dividendi (dividend yield) più elevati.
L’importanza dei dividendi nello scenario macro in evoluzione
Il 2025 sarà un anno di importanti cambiamenti politici ed economici, che avranno ripercussioni sui mercati finanziari. Da seguire in particolare le prime mosse da presidente di Donald Trump, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio, oltre alle elezioni in Germania e le consuete riunioni delle banche centrali. Il tutto, senza dimenticare gli sviluppi, difficilmente prevedibili, delle tensioni geopolitiche internazionali.
L’eurozona è alle prese con una crescita debole e un contesto politico instabile in due delle principali economie, Germania e Francia. Tuttavia, il processo disinflazionistico è ben avviato, come ribadito dal bollettino economico della Bce, e gli ultimi dati sull’inflazione lasciano aperta l’ipotesi di quattro tagli dei tassi quest’anno, al netto della dovuta cautela. La progressiva normalizzazione della politica monetaria dovrebbe agevolare la crescita degli utili e la distribuzione di dividendi, oltre a rendere più competitivo l’equity rispetto ai titoli di Stato.
Negli Usa, la Fed è meno propensa ad abbassare il costo del denaro, con un’economia resiliente e un’inflazione ancora elevata. Da seguire con attenzione i dati di domani sul mercato del lavoro, dopo gli ultimi indicatori (in particolare quello relativo ai prezzi dell’indice Ism servizi) che hanno sollevato qualche timore, facendo lievitare i rendimenti dei Treasury. Il tutto, con l’incognita legata ai nuovi dazi promessi da Trump. In uno scenario potenzialmente volatile, le azioni con alti dividendi dovrebbero fornire un importante cuscinetto per investitori avversi al rischio o in cerca di stabilità.
Nel complesso, i titoli con dividendi elevati possono rappresentare una soluzione adatta ad ogni esigenza, con una combinazione interessante di redditività e difesa, a patto di selezionare società con flussi di cassa solidi, un basso payout ratio e una comprovata capacità di mantenere cedole sostenibili nel tempo.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati
Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nell’ultimo anno per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il 2025 sono incoraggianti.
Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.
A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 12%, seguita da Banco Bpm (10,2%), Bper (10,1%), Intesa Sanpaolo (8,5%), Banca Popolare di Sondrio (8,4%) e Mediobanca (7,8%). Significativi rendimenti attesi anche per alcuni dei titoli più apprezzati di Piazza Affari, come Eni (7,5%), Poste Italiane (7,1%) ed Enel (6,6%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti dovrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo dopo le recenti difficoltà operative e di settore.
In coda alla classifica dovrebbero confermarsi Ferrari (0,7%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 7,02 | 0,2500 | 3,6% | 0,8390 | 235,6% | 12,0% |
Banco BPM | 7,81 | 0,5600 | 7,2% | 0,7940 | 41,8% | 10,2% |
BPER Banca | 6,26 | 0,3000 | 4,8% | 0,6300 | 110,0% | 10,1% |
Intesa Sanpaolo | 3,96 | 0,2960 | 7,5% | 0,3350 | 13,2% | 8,5% |
Bca Pop Sondrio | 8,19 | 0,5600 | 6,8% | 0,6840 | 22,1% | 8,4% |
Mediobanca (**) | 14,46 | 1,0700 | 7,4% | 1,1240 | 5,0% | 7,8% |
Eni | 13,67 | 0,9400 | 6,9% | 0,9980 | 6,2% | 7,3% |
Poste italiane | 14,00 | 0,8000 | 5,7% | 0,9980 | 24,8% | 7,1% |
Italgas | 5,43 | 0,3520 | 6,5% | 0,3830 | 8,8% | 7,1% |
Snam | 4,32 | 0,2820 | 6,5% | 0,2900 | 2,8% | 6,7% |
Enel | 6,99 | 0,4300 | 6,2% | 0,4580 | 6,5% | 6,6% |
Stellantis | 12,28 | 1,5500 | 12,6% | 0,7820 | -49,5% | 6,4% |
Banca Mediolanum | 12,13 | 0,7000 | 5,8% | 0,7550 | 7,9% | 6,2% |
Unipol Gruppo | 12,21 | 0,3800 | 3,1% | 0,7400 | 94,7% | 6,1% |
Azimut | 24,42 | 1,3800 | 5,7% | 1,4630 | 6,0% | 6,0% |
UniCredit | 40,46 | 1,8029 | 4,5% | 2,3900 | 32,6% | 5,9% |
Inwit | 9,96 | 0,4800 | 4,8% | 0,5090 | 6,0% | 5,1% |
Terna | 7,67 | 0,3396 | 4,4% | 0,3800 | 11,9% | 5,0% |
Generali Assicurazioni | 28,35 | 1,2800 | 4,5% | 1,3900 | 8,6% | 4,9% |
A2A | 2,23 | 0,0958 | 4,3% | 0,1000 | 4,4% | 4,5% |
FinecoBank | 17,23 | 0,6900 | 4,0% | 0,7380 | 7,0% | 4,3% |
Hera | 3,43 | 0,1400 | 4,1% | 0,1430 | 2,1% | 4,2% |
Pirelli&C | 5,61 | 0,1980 | 3,5% | 0,2210 | 11,6% | 3,9% |
Iveco Group | 9,51 | 0,2200 | 2,3% | 0,3690 | 67,7% | 3,9% |
Tenaris (*) | 18,80 | 0,6000 | 3,2% | 0,6960 | 16,0% | 3,7% |
Recordati | 53,25 | 1,2000 | 2,3% | 1,3390 | 11,6% | 2,5% |
Moncler | 51,78 | 1,1500 | 2,2% | 1,1420 | -0,7% | 2,2% |
Buzzi | 36,28 | 0,6000 | 1,7% | 0,7050 | 17,5% | 1,9% |
Saipem | 2,72 | – | – | 0,0520 | – | 1,9% |
STMicroelectronics (*) | 24,30 | 0,3600 | 1,5% | 0,3130 | -13,1% | 1,3% |
Prysmian | 65,60 | 0,7000 | 1,1% | 0,8020 | 14,6% | 1,2% |
Amplifon | 25,63 | 0,2900 | 1,1% | 0,3030 | 4,5% | 1,2% |
Campari | 5,90 | 0,0650 | 1,1% | 0,0650 | 0,0% | 1,1% |
Leonardo | 27,13 | 0,2800 | 1,0% | 0,2980 | 6,4% | 1,1% |
Diasorin | 102,85 | 1,1500 | 1,1% | 1,0210 | -11,2% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 109,00 | 0,9100 | 0,8% | 0,9710 | 6,7% | 0,9% |
Interpump Group | 43,26 | 0,3200 | 0,7% | 0,3230 | 0,9% | 0,7% |
Ferrari | 417,40 | 2,4430 | 0,6% | 2,7290 | 11,7% | 0,7% |
Nexi | 5,32 | – | – | – | – | – |
Telecom Italia | 0,26 | – | – | – | – | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 9 gennaio 2025
Le prossime cedole a Piazza Affari
Ecco i dividendi sinora confermati per il primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Enel e Snam staccheranno l’acconto sul 2025, rispettivamente da 0,215 euro e 0,1162 euro, il prossimo 20 gennaio, mentre Stm pagherà a marzo la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
Eurocommercial Properties | 10/01/2025 | 12/01/2025 | 0,68 | Acconto 2025 | |
Enel | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,215 | Acconto 2025 | |
Snam | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,1162 | Acconto 2025 | |
Italian Wine Brands | 03/02/2025 | 05/02/2025 | 0,5 | Dividendo straordinario | |
Bifire | 10/02/2025 | 12/02/2025 | 0,0285 | 4^ tranche | 0,114 |
Banca Generali | 24/02/2025 | 26/02/2025 | 0,6 | Saldo | 2,15 |
STMicroelectronics (*) | 24/03/2025 | 26/03/2025 | 0,09 | 4^ tranche | 0,36 |
(*) Dividendo in dollari
(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.