Wall Street, Nasdaq sfida tassi Fed con l’AI: +30% YTD
La febbre esplosa sull’AI ha scatenato i buy sul Nasdaq nei primi sei mesi del 2023. Il bilancio è più che positivo. Molto bene anche lo S&P 500. Sottoperforma il Dow Jones.
Wall Street sfida la Fed con l’AI e per ora riesce a vincere, soprattutto con il Nasdaq: la paura di tassi più alti per ora non piega la borsa Usa, che si appresta a concludere il primo semestre di contrattazioni del 2023.
Il bilancio è positivo, grazie ai buy fioccati sui titoli hi-tech.
Dall’inizio dell’anno, lo S&P 500 è salito del 14%, mentre il Nasdaq Composite è balzato di quasi il 30%, beneficiando della febbre AI, ovvero dei buy sui titoli di quelle società che puntano sull’intelligenza artificiale per espandere la propria crescita.
Il rally dell’hi-tech porta il Nasdaq a concludere il semestre migliore dal 1983.
Il primo semestre del 2023 vede sottoperformare l’indice Dow Jones, in rialzo di appena il 2% YTD.
Con buy giugno S&P 500 e Nasdaq in rialzo per il quarto mese consecutivo
Per quanto riguarda il trend su base mensile, lo S&P 500 e il Nasdaq Composite si avviano a concludere giugno in rialzo per il quarto mese consecutivo.
Lo S&P 500 vanta un rialzo da inizio giugno pari a +4,7%, mentre il Nasdaq porta a casa uno scatto di oltre il 5%.
Per entrambi gli indici, si tratta della fase rialzista più lunga dal 2021.
Performance positiva anche per l’indice Nasdaq-100, in progresso del 4,9% a giugno, al ritmo più alto dal 2020.
Lo S&P 500 si appresta inoltre a chiudere il secondo trimestre del 2023 in rialzo per il terzo trimestre consecutivo, in crescita del 6,5%.
La cautela, da parte degli strategist e dei gestori, non manca, in un contesto in cui la Fed di Jerome Powell si appresta a lanciare altri rialzi dei tassi, per cercare di sferrare il colpo finale, si spera, alla crescita dell’inflazione negli Stati Uniti. Crescita che ha rallentato sicuramente il passo, ma che rimane ben superiore al target del 2% fissato dalla Banca centrale americana.
L’inflazione continua a confermarsi il grande mal di testa delle banche centrali, come è emerso dal Forum di Sintra 2023, che ha messo in evidenza l’atteggiamento ancora hawkish della Fed di Powell, della Bce di Christine Lagarde e della Bank of England di Andrew Bailey.
Nel ‘Gran finale’ di Sintra, a cui ha presenziato insieme a Lagarde, Bailey e, anche, al governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda, Jerome Powell ha fatto notare che “non è passato molto tempo da quando la politica monetaria (della Fed) è diventata restrittiva” e che, in particolare, non sono stati rilevati “molti progressi nel comparto dei servizi non immobiliare“.
Praticamente, ha spiegato il numero uno della Federal Reserve, i prezzi nei settori alberghiero, healthcare e viaggi non hanno ancora reagito in modo soddisfacente alle dieci strette monetarie consecutive lanciate dalla Fed.
Di conseguenza, dopo quella pausa del ciclo di rialzi dei tassi annunciata nell’ultimo meeting del Fomc del 13-14 giugno scorsi – che Powell aveva precisato subito che non sarebbe stata uno stop – la Banca centrale si appresta ad annunciare ulteriori strette.
“Quello che sta sostenendo l’inflazione – ha sottolineato il numero uno della Federal Reserve – è un mercato del lavoro molto forte”.
Dunque, Powell non ha escluso che i tassi vengano alzati ancora anche per due volte consecutive.
Tornando al trend di Wall Street e in particolare dell’hi-tech, interpellato dalla CNBC Jason Draho, responsabile della divisione di asset allocation Americas presso UBS Global Wealth Management, non ha risparmiato toni improntati alla cautela:
“La Fed, i dati (macro) e il fattore AI dovranno andare tutti nella giusta direzione affinché l’azionario continui a salire, visto che lo S&P 500 ha ormai quasi del tutto prezzato uno scenario quasi perfetto di landing” dell’economia.
Guido Brera, chief investment officer di Kairos, ha commentato in particolare il trend del Nasdaq nel market outlook di Kairos per il terzo trimestre 2023, mettendo in evidenza come il listino “abbia effettuato i massimi di sempre contro l’indice US Russell 2000 delle small cap”.
Brera ha spiegato a tal proposito che “l’uso sempre più estensivo dei derivati” ha “considerevolmente aiutato questo
movimento al rialzo grazie al più elevato numero di calls comperate sia su questi 10 nomi tech che sull’indice S&P e Nasdaq”.
Una spinta indubbia è arrivata in ogni caso dal fattore intelligenza artificiale.
Per ora, leader del settore AI è Microsoft, che ha investito 10 miliardi di dollari in OpenAI, per la precisione nel chatbot Chat Gpt, per poi integrarlo nel motore di ricerca Bing.
Microsoft ha fatto parlare di sé anche per aver congelato gli stipendi per investire nella grande scommessa dell’AI.
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AI, bolla speculativa? I commenti di Jim Bianco e Goldman Sachs
Sul tema AI (artificial intelligence, intelligenza artificiale), la nuova febbre sulle società che scommettono sul settore è indubbiamente in atto. Detto questo, presente è anche il timore che sui titoli si stia formando una bolla speculativa.
Focus sul commento del veterano di Wall Street Jim Bianco, che ha ricordato il fattore più importante che caratterizza queste azioni, che hanno contribuito a fare la fortuna del Nasdaq nel primo semestre del 2023.
“Si tratta di azioni che prezzano il futuro – ha detto Bianco, direttore generale di Bianco Research, in un’intervista rilasciata a Fox Business – stando a quanto riportato da Business Insider – il che significa che i titoli AI potrebbero benissimo essere la febbre che noi crediamo che sia, ma anche che, nel caso in cui dovessero essere acquistati tra diversi anni, potrebbero non rendere niente, visto che di soldi ne sono stati fatti tanti ora, nella speranza di cosa l’AI potrebbe diventare”.
Nella Grande scommessa dell’AI crede invece Goldman Sachs che, in un report recente, ha detto di ritenere che l’intelligenza artificiale sarà il grande motore della crescita della produttività e degli utili societari, per quelle aziende che testeranno la tecnologia.
Goldman Sachs ha citato in particolare la star del settore, ovvero il colosso Usa produttore di semiconduttori Nvidia.
“La domanda per i chip di Nvidia sostenuta dall’AI sta accelerando in modo così rapido che le stime del consensus sulle vendite, pubblicate all’inizio di quest’anno, sono diventate del tutto obsolete“, ha commentato Ryan Hammond, analista del colosso bancario americano.
In generale, con l’assist alla produttività e agli utili, secondo Hammond, il contributo dell’AI al fair value dello S&P 500 potrebbe essere al minimo pari a +5% e al massimo fino al +14%.