Google VS Microsoft tra utili e sfida AI
Google VS Microsoft nella sfida AI. Focus sulle trimestrali delle Big Tech
Google VS Microsoft nella sfida AI, artificial intelligence, ovvero intelligenza artificiale.
Cosa emerge dai conti dei due titani dell’hi-tech, appena annunciati a Wall Street?
Come sono andati gli utili e il fatturato delle due Big Tech?
Dal trend dei titoli a Wall Street emerge che, dopo la pubblicazione delle trimestrali, i mercati guardano con entusiasmo soprattutto ai numeri e agli annunci arrivati dal colosso Microsoft che, con la sua scommessa su OpenAI e dunque sulla chatbot ChatGPT, è determinata a puntare sempre di più sull’AI.
Microsoft punta sempre di più sull’AI, migliora guidance
Nella conference call con gli analisti, la direttrice finanziaria di Microsoft Amy Hood ha detto di essere bullish sull’intelligenza artificiale (IA in italiano), manifestando tutto il suo entusiasmo nei confronti delle potenzialità del business.
“Così come accade in ogni cambiamento significativo di una piattaforma, che inizia con l’innovazione, siamo entusiasti degli iniziali feedback e dei segnali della domanda che sono arrivati in risposta alle iniziative di AI che abbiamo appena lanciato – ha detto la CFO di Microsoft – Continueremo a investire nella nostra infrastruttura cloud, in particolare nelle spese legate all’AI, puntando sulla crescita della domanda alimentata dalla clientela. E ci aspettiamo che il fatturato cresca nel corso del tempo”.
Microsoft ha annunciato di conseguenza una guidance sul fatturato migliore delle attese per il quarto trimestre fiscale (quello attuale).
Wood ha precisato che ora l’outlook punta a un range compreso tra $54,85 miliardi e $55,85 miliardi, con la media del range, pari a $55,35 miliardi, che implica una crescita del giro d’affari pari a +6,7%, superiore ai $54,84 miliardi previsti dal consensus.
Sul fronte della redditività, l’utile netto di Microsoft è salito nel terzo trimestre fiscale del 9% a $18,3 miliardi, o $2,45 per azione, rispetto ai $16,73 miliardi, o $2,22 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.
In particolare, l’utile per azione, pari a $2,45 per azione, ha battuto l’eps di $2,23 atteso dal consensus degli analisti intervistati da Refinitiv.
Il fatturato è ammontato a $52,86 miliardi, in crescita del 7% rispetto ai $49,36 miliardi del terzo trimestre fiscale del 2022, valore più alto dei $51,02 miliardi attesi.
Il titolo Microsoft corre a Wall Street fino a +9% circa. Le quotazioni della Big Tech hanno guadagnato dall’inizio del 2023 il 15%.
Alphabet: utili e fatturato meglio delle attese
Focus anche sui numeri di Alphabet, la Big Tech americana a cui fa capo Google, che ha annunciato anch’essa una trimestrale con utili e un fatturato che hanno battuto le attese del consensus.
Riguardo alla politica di dividendi e di remunerazione degli azionisti, il cda del gruppo ha autorizzato una operazione di buyback del valore di 70 miliardi di dollari.
Il titolo ha inizialmente brindato alla diffusione dei conti, balzando del 4% nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, per ridurre i guadagni nelle ore successive.
Va detto che, dall’inizio dell’anno, le quotazioni di Alphabet sono balzate del 20,1%, sovraperformando il trend dell’indice S&P 500 che, nello stesso arco temporale, ha guadagnato il 7,8%.
L’utile netto di Alphabet è sceso nei primi tre mesi dell’anno a $15,05 miliardi, a $1,17 per azione, rispetto ai $16,44 miliardi, o $1,23 per azione, dello stesso trimestre dell’anno precedente.
L’utile per azione di Alphabet di $1,17 ha battuto comunque gli $1,07 per azione attesi dagli analisti interpellati da Refinitiv.
Il fatturato è salito del 3% su base annua a $69,79 miliardi, rispetto ai $68,9 miliardi previsti dal consensus.
Per la prima volta dopo quattro trimestri precedenti in cui aveva deluso il consensus, Alphabet ha riportato conti migliori delle stime.
I tempi migliori della storia del colosso hi-tech, tuttavia, sembrano alla spalle.
Sono diversi trimestri, infatti, in cui Alphabet continua a riportare una crescita del fatturato a una cifra percentuale, dopo quasi 20 anni in cui l’espansione del giro d’affari è stata decisamente più rapida.
E ora, tra l’altro, con il timore di una recessione alle porte, il mondo Corporate continua a tenere sotto controllo gli investimenti pubblicitari e di marketing, a danno delle entrate di Google, Facebook e altri gruppi online.
Le entrate pubblicitarie di Alphabet sono riuscite comunque a battere le attese degli analisti, anche se in calo, su base annua, a $54,55 miliardi.
Alphabet: i trend di YouTube e Google Cloud
Andando a guardare al trend delle divisioni di Alphabet, da segnalare che il fatturato pubblicitario di YouTube, che tra le principali sfide ha quella della competizione crescente di TikTok, è ammontato a $6,69 miliardi, meglio dei $6,6 miliardi attesi dagli analisti di StreetAccount.
Il fatturato di Google Cloud è stato pari a $7,45 miliardi, lievemente al di sotto dei $7,49 miliardi previsti.
I costi di acquisizione del traffico (TAC) si sono attestati a $11,72 miliardi, livello inferiore rispetto agli $11,78 miliardi previsti.
Per far fronte alla recente debolezza delle entrate pubblicitarie, Google è stata costretta ad annunciare il round di tagli dei costi più imponente della sua storia, in cui spicca il licenziamento di 12.000 dipendenti, il 6% della sua forza lavoro globale.
Questo mese, il direttore finanziario Cfo Ruth Porat ha annunciato inoltre una strategia “pluriennale” di tagli che andranno a colpire gli immobili, i servizi ai dipendenti e le attrezzature di Alphabet.
Nel trimestre appena concluso, sulla scia dei licenziamenti varati e del ridimensionamento degli uffici, la Big Tech ha sofferto oneri per un ammontare di $2,6 miliardi.
Google e la sfida AI: l’imbarazzo Bard
Oltre a TikTok, la cui competizione incide in particolare su YouTube, Google fa fronte alla sfida AI rappresentata dalla crescente popolarità della chatbot ChatGPT, che è stata lanciata alla fine dello scorso anno da OpenAI, e su cui scommette Microsoft.
Non per niente, agli inizi di febbraio, Google e Baidu hanno annunciato rispettivamente le tecnologie chatbot Bard e ‘Ernie bot’ (in inglese) o ‘Wenxin Yiyan'(in cinese).
Bard, in particolare, è una chatbot basata sulla tecnologia LaMda di Google (Language Model for Dialogue Applications, ovvero modello di linguaggio per le applicazioni di dialoghi), che a sua volta attinge ai modelli di linguaggio Gpt: gli stessi su cui è nata la ChatGPT di OpenAI su cui non per niente punta il colosso Microsoft.
Per Bard, le ultime indiscrezioni ripirtate da Bloomberg non hanno fatto però sicuramente da assist: alcuni dipendenti di Google hanno rivelato di fatto la loro totale sfiducia nei confronti della chatbot, definendola, addirittura, una bugiarda patologica.
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La scorsa settimana, un articolo del New York Times ha riportato inoltre alcune indiscrezioni, secondo cui il colosso produttore di smartphone Samsung starebbe valutando l’opzione di passare dal motore di ricerca impostato per default di Google a Bing di Microsoft.
Google al momento detiene, stando a quanto ha ricordato il ceo Pichai rispondendo a una domanda degli analisti, una quota superiore al 90% nel mercato dei motori di ricerca.
L’AD ha detto di essere soddisfatto del business e del livello di competitività di Google ma i mercati guardano attentamente agli ultimi sviluppi che in generale le Big Tech stanno facendo nell’AI, ritenendo che sarà questa l’arena in cui la competizione diventerà sfrenata.
Rispondendo alle domande degli analisti, il ceo di Alphabet Sundar Pichai ha ribadito che Google sta investendo nell’AI in modo significativo.
Allo stesso tempo, Pichai ha minimizzato l’impatto che la tecnologia potrebbe avere sul business pubblicitario, che rimane la linfa vitale per il fatturato del gruppo.
Microsoft: APP quadruplicate da lancio Bing AI
Diverso il tono del ceo di Microsoft Satya Nadella, decisamente più entusiasta, che ha reso noto invece che le installazioni delle APP della Big Tech sono quadruplicate dal lancio a febbraio della nuova versione del motore di ricerca Bing, sostenuta dall’intelligenza artificiale.
Nadella ha sottolineato che Bing ha conquistato quote di mercato negli Stati Uniti, nel corso del primo trimestre, senza entrare tuttavia nel dettaglio.
Nel commentare le trimestrali di Microsoft e Alphabet Josh Gilbert, market analyst di eToro, ha fatto notare che “un aspetto fondamentale per gli azionisti è che la crescita del cloud rimane un punto luminoso per entrambe le società”.
L’analista ha messo in evidenza che Alphabet “ha registrato una crescita del 28% delle vendite, segnando il suo primo utile trimestrale, mentre Microsoft ha registrato un enorme aumento del 31% e sta cercando di guadagnare quote su AWS, il leader del mercato”.
“Oltre al cloud – ha tenuto a precisare il market analyst di eToro – il prossimo grande obiettivo è l’intelligenza artificiale: entrambi i colossi tecnologici considerano questa tecnologia fondamentale per la crescita futura e si affrontano in un testa a testa per il dominio del mercato”.
Nello specifico, “Microsoft è probabilmente in una delle posizioni più forti a Wall Street per il momento, dato il suo investimento in OpenAI che ha avuto un grande successo quest’anno”, mentre “la preoccupazione di Alphabet è quella di tenere il passo, dato che l’IA potrebbe giocare un ruolo chiave nell’uso futuro dei motori di ricerca, cosa che Google ha dominato fino ad ora”.
“L’AI -ha concluso Gilbert – sta diventando il prossimo grande cambiamento nella tecnologia e nel prossimo decennio ci sarà un’intensa battaglia per la conquista di quote di mercato, e gli investitori staranno a guardare” .
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