Tassi, fed e bce verso taglio riserve banche fino a -90%
Nel corso dell’ultimo anno le principali banche centrali al mondo hanno alzato repentinamente i tassi di interesse in modo da frenare la corsa dell’inflazione il cui livello è diventato insostenibile sia in Europa che negli Stati Uniti. Ma non solo, le Banche centrali hanno ridotto alcuni dei loro massicci acquisti di obbligazioni, dopo averle inondate di liquidità, in un contesto di mercato in cui i costi di indebitamento erano già pari a zero.
Tuttavia, adesso lo scenario è mutato e la domanda è: quanta liquidità dovrebbero mantenere nel sistema bancario le principali banche centrali in modo da soddisfare la domanda (di riserve) ora che lo stimolo monetario non è più necessario?
Mutate condizioni di mercato
Nell’ultimo decennio, le principali Banche centrali tra cui Fed e Bce hanno adottato politiche monetarie di stimolo senza precedenti, iniettando molta liquidità per affrontare prima la crisi finanziaria del 2008 e poi in occasione della pandemia, evento che ha costretto ancora una volta le principali Banche centrali ad intervenire a supporto dell’economia acquistando ulteriori titoli ad un ritmo sostenuto.
Per affrontare le recenti crisi finanziarie ed economiche, infatti, una delle strategie maggiormente utilizzate dalle Banche centrali è rappresentata dal Quantitative Easing (QE), un programma di acquisto di asset da parte delle banche centrali per aumentare la liquidità e abbassare al tempo stesso i tassi di interesse.
Ma come dicevamo dopo la pandemia lo scenario è mutato rapidamente e la rapida ripresa economica post pandemica unita all’elevato e persistente livello di crescita dei prezzi al consumo, sta portando le Banche centrali ad abbandonare l’era del Quantitative Easing a favore del Quantitative Tightening, il tutto in un contesto in cui permangono le tensioni sui prezzi a cui si sommano i rialzi dei tassi di interesse.
Ecco che le banche centrali stanno quindi delineando la traiettoria delle future decisioni di politica monetaria, con molte di esse che stanno passando da una politica di allentamento monetario (QE) al Quantitative Tightening (QT), un processo di riduzione delle riserve e dell’offerta di moneta. Ma perché le Banche centrali vogliono rimuovere gradualmente il supporto economico fornito tramite il QE?
Con il QT le principali banche centrali ridurranno il proprio bilancio, riducendo così anche le riserve delle banche e creando lo spazio per nuove azioni di politica monetaria.
Inizio del Quantitative Tightening
Ecco che da questo punto di vista secondo quanto riferito da un analista a Reuters, la Fed e la Bce potrebbero togliere dal sistema fino al 90% della liquidità che hanno pompato nelle casse delle banche nell’ultimo decennio, infatti, ora la combinazione tra alta inflazione e tassi di interesse in aumento, rendono superflua la liquidità extra.
Si stima che la Fed potrebbe così ridurre le riserve totali dagli attuali 6.000 miliardi di dollari a una cifra compresa tra 600 e 3.300 miliardi di dollari, e questo a seconda che accetti in cambio titoli di Stato statunitensi oppure asset meno ambiti.
I Treasury americani, così come i titoli di Stato tedeschi, sono infatti premiati sul mercato grazie alla loro liquidità e sicurezza. Questo significa che le banche sono meno incentivate a scambiarli con depositi presso la banca centrale.
Lo stesso percorso dovrebbe essere intrapreso nelle stesse modalità dalla Bce che potrebbe, secondo l’analista, ridurre la propria offerta di liquidità dagli attuali 4,1 trilioni di euro a soli 521 miliardi di euro, nel caso in cui accettasse solo titoli di Stato tedeschi, oppure circa 1,4 trilioni di euro nel caso in cui accettasse anche altri più rischiosi.
Tuttavia, nessuno dei due scenari è del tutto plausibile e realizzabile nel breve periodo e questo perché sia la Fed che la Bce hanno in bilancio un mix di titoli di Stato e altri tipi di debito.