Unicredit prepara l’assalto a Banco BPM, Orcel ha fretta e si parla di lancio Opa già nel weekend
Torna prepotente la suggestione di un nuovo round di risiko tra le banche italiane con Unicredit pronta all’assalto di Banco BPM. Un interesse verso la banca guidata da Giuseppe Castagna che era già circolato in passato e dietro gli ultimi movimenti al rialzo in Borsa del titolo ci sarebbe proprio l’ipotesi di un deal Unicredit-Banco BPM che andrebbe a creare un player in grado di contendere a Intesa Sanpaolo il primato di maggiore banca italiana.
Il titolo Banco BPM non ha fatto ancora prezzo e segna un teorico +8%. In calo invece Unicredit (-0,93%), che si allinea ai cali del resto del listino milanese. Banco BPM, che capitalizza poco più di 5 mld di euro, ieri ha chiuso a 3,23 euro e segna un saldo di +19% circa da inizio anno. Mercoledì il titolo aveva toccato i massimi dal 2017.
A riportare il rumor è oggi Il Messaggero spiegando come Unicredit, dopo aver rinunciato a fare un offerta per Banca MPS, potrebbe concentrarsi nel prossimo futuro a un’integrazione con Banco BPM. Il quotidiano romano parla anche di una possibile tempistica molto veloce con il possibile arrivo nel weekend di una proposta o addirittura il lancio di un’Opa. Bocche cucite in casa Unicredit con un portavoce della banca che ha rifiutato di commentare.
Andrea Orcel, alla guida di Unicredit dallo scorso aprile, ha più volte rimarcato che la banca considererà attività di M&A che aggiungano valore per gli azionisti.
Molti analisti ritengono Banco BPM, terza maggiore banca italiana per dimensioni, una soluzione molto interessante per UniCredit in quanto consentirebbe di crescere in regioni quali la Lombardia e di aggiungere segmenti redditizi alla propria attività.
L’ipotesi, scrive Equita SIM, avrebbe un forte razionale industriale in quanto rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di Unicredit in Italia in termini assoluti (quota di mercato dall`11% al 18%), specialmente al Nord (quota di mercato dal 10% al 20%), riducendo il gap rispetto a Intesa Sanpaolo”. La sim milanese calcola che l’entità combinata avrebbe un CET1 in area 13% e un buffer rispetto allo SREP di circa 400 punti base.