Debito pubblico da record a febbraio: 2.772 miliardi secondo Bankitalia
Anche quella odierna è una di quelle giornate in cui si torna a parlare con insistenza e preoccupazione del debito pubblico italiano, vale a dire il debito che lo Stato italiano ha dovuto contrarre per riuscire a soddisfare il proprio fabbisogno. Si tratta di un dato fondamentale per comprendere la robustezza dell’economia di uno Stato e la sua capacità di solvibilità, così come per indicare ai futuri creditori di quanto dovranno aumentare i tassi di interesse per compensare il maggior rischio che dovranno mettere in conto nel caso di ulteriori prestiti.
La situazione italiana, e questa è una costante ormai da anni, non è tra le più rosee d’Europa. Se la precedente rivelazione della Banca d’Italia, relativa al gennaio 2023, aveva evidenziato una leggera flessione in calo rispetto al mese precedente, fissando il debito pubblico italiano a 2.756,5 miliardi di euro, i dati diffusi oggi da Bankitalia nella sua serie “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” rivelano non soltanto che il debito pubblico italiano è tornato a salire, ma anche ha anche toccato nuovamente il suo massimo storico.
Debito pubblico: la situazione al febbraio 2023
A febbraio 2023 il debito delle Amministrazioni pubbliche ha toccato quota 2.772,0 miliardi di euro, aumentando di 21,6 miliardi di euro rispetto al mese scorso. Il motivo, come spiega Bankitalia nel lungo documento, è da ricercare nell’aumento del fabbisogno (12,9 miliardi) e nell’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 43,3). A pesare sul totale c’è stato anche l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi).
Storico alla mano, si tratta di un nuovo record storico dopo quello toccato nel giugno 2022, quando il debito complessivo aveva raggiunto i 2.770 miliardi di euro.
Cosa significa per i cittadini italiani?
Se si trattasse di un debito per ciascun cittadino italiano, e questo ci aiuta a capire la gravità della situazione, saremmo di fronte a una quota pro capite di 46.960 euro. Ma cosa significa per il Paese e quali conseguenze ci aspettano?
A riassumere il tutto ci ha pensato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, secondo il quale il governo attuale, così come i futuri, dovranno destinare sempre più risorse per pagare gli interessi sul debito e sempre meno risorse destinate al benessere della collettività:
Con la nuova politica monetaria della Bce e il continuo rialzo dei tassi di riferimento l’onere sul debito pubblico diventerà un problema sempre più grande, come attestano le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Sempre più risorse saranno destinate a pagare gli interessi sul debito, a vantaggio di chi può permettersi di acquistare titoli di Stato e a svantaggio di chi non riesce a pagare le bollette di luce e gas, con un aumento delle diseguaglianze.