Tria e Salvini blindano Draghi contro Di Maio. Su banche assist da fondo Gentiloni?
In caso di crisi, salvare le banche italiane attingendo al fondo Gentiloni? Dell’importanza di dare agli istituti un assist nel caso in cui il legame con i BTP diventasse insostenibile per la loro sopravvivenza, a causa del balzo dello spread, hanno parlato nel fine settimana sia il ministro dell’economia Giovanni Tria che il vicepremier Matteo Salvini.
I due si sono smarcati non solo dal sentiment anti-banche del M5S, ma anche dalle posizioni anti-Draghi manifestate la scorsa settimana dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio.
In occasione della festa del Foglio a Firenze, Tria ha difeso il numero uno della Bce: “Draghi non è stato inopportuno perchè non ha detto nulla di strano”.
Idem Salvini: “Ha fatto tanto per l’Italia” anche se, a difesa di Di Maio, ha ricordato che in un contesto in cui “ci massacrano tutti, è naturale che qualcuno perda la pazienza“.
Il riferimento è alla frase con cui il leader del M5S aveva accusato il banchiere centrale di non tifare per l’Italia e di avvelenare il clima.
Le riposte che Draghi aveva dato alle domande postegli durante la conferenza stampa successiva alla riunione della Bce avevano sollevato anche il monito del ministro degli Affari europei Paolo Savona e l’irritazione del presidente della Commissione Finanze al Senato, Alberto Bagnai.
Tria e Salvini hanno preso le distanze non solo da queste critiche, e in particolare da quelle di Di Maio, ma anche dalla posizione ‘anti-banche’ che contraddistingue l’anima del M5S (ma che spesso è stata caratteristica anche della Lega).
Per limare le differenze, la Stampa scrive oggi che i due leader nel vertice di ieri sera dedicato a manovra e banche, avrebbero tentato di trovare un accordo.
Tra l’altro, “in questi giorni i grillini hanno compulsato con ansia un report di Goldman Sachs datato 12 ottobre in cui si definisce «improbabile» la sopravvivenza di questo governo alla metà del 2019 – quindi subito dopo le Europee – e dove si profetizza la rinascita della maggioranza di centrodestra. Uno scenario che inquieta Di Maio, non a caso più bellicoso di Salvini”.
E’ in questo contesto che, secondo il quotidiano, Salvini avrebbe cercato di ricordare a Di Maio che “le banche non sono solo i banchieri”.
La necessità di fare qualcosa per le banche, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, è stata ribadita anche dal ministro Tria che, pur affermando che “per ora non ci sono pericoli” e che tutte le banche italiane più importanti “sono in grado di superare i test sulla capitalizzazione”, ha detto che, in caso di crisi, sarebbe “doveroso” un intervento del governo.
A tal proposito, Il Sole 24 Ore ha ricordato che “circa 9 dei 20 miliardi di debito aggiuntivo messi in campo da Gentiloni – appunto il fondo Gentiloni – a fine 2016 non sono stati utilizzati”.
Il punto è che “un loro impiego inciderebbe sull’indebitamento netto” e quindi renderebbe necessario un nuovo incontro-scontro tra Roma e Bruxelles.
Qualche giorno fa anche il Messaggero ha parlato dell’opzione del fondo Gentiloni, scrivendo che, se “il Movimento Cinque Stelle ha frenato sulla ricapitalizzazione con soldi pubblici degli istituti, Salvini ha detto invece, che le banche saranno salvate «a ogni costo»”.
Il quotidiano ha segnalato che “nei forzieri del Tesoro ci sono ancora 15 dei 20 miliardi stanziati dal governo Gentiloni per i salvataggi bancari”. Il punto è che “i grillini hanno sempre gridato allo scandalo contro quel fondo, difficile per loro usarlo come ha fatto il Pd per salvare gli istituti”.
Di conseguenza stando ad alcune indiscrezioni, “al massimo, spiegano fonti vicine al dossier, quei soldi si potrebbero dirottare alla garanzia dei depositi bancari“. Inoltre “per Mps la via d’uscita preferita dal Movimento, sarebbe una fusione con il Bancoposta“.
Così ieri sera il vicepremier Matteo Salvini, dopo il vertice con Di Maio sulla manovra e sulle banche:
“Abbiamo parlato di economia, manovra, conti pubblici. Nessuna banca sarà in difficoltà, siamo positivi e lavoriamo come Lega e M5stelle in sintonia per la crescita e il cambiamento del paese, come prevede il contratto di governo”.
Giorni fa Salvini aveva già mostrato un’apertura alla proposta pro-banche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.
Fiducia nelle banche è stata espressa anche dal viceministro all’economia, Massimo Garavaglia:
“Siamo convinti che il sistema sia molto solido, quindi che l’intervento non sia necessario e speriamo che la febbre passi presto. Ove fosse necessario intervenire sulle banche, lo si farà e in fretta”. L’incognita rimane sul ‘come’, vista l’incidenza che l’utilizzo del fondo Gentiloni avrebbe sull’indebitamento netto.