Notizie Notizie Italia Di Maio tuona contro Draghi: “Non tifa Italia e avvelena il clima”. Ma incassa attacco frontale di Confindustria

Di Maio tuona contro Draghi: “Non tifa Italia e avvelena il clima”. Ma incassa attacco frontale di Confindustria

26 Ottobre 2018 16:08

I numerosi inviti ad abbassare i toni non trovano seguito e l’attesa per il giudizio di S&P sull’Italia è surriscaldata dalle parole di Di Maio contro Draghi e da quelle di Boccia (Confindustria) circa l’atteggiamento del governo che rischia di innescare una grave crisi per l’Italia.

Ieri il numero uno della Bce Mario Draghi aveva annoverato l’Italia, fra gli elementi di incertezza per la zona euro insieme alla Brexit e alla guerra commerciale. L’ex governatore di Bankitalia ha invitato in primis ad abbassare i toni e poi ha messo in guardia sugli ultimi rialzi del differenziale e sulle possibili conseguenze per il comparto bancario: “Non ho la palla di cristallo, se sarà 300, 400 o quant’altro. Certamente questi bond sono nel portafoglio delle banche, se perdono valore intaccano il capitale delle banche”.  “Se mi si chiede cosa si può fare riguardo alle banche – ha aggiunto Draghi -, dato l’allargamento dello spread negli ultimi sei mesi, una prima risposta è ridurre lo spread e non mettere in dubbio la cornice istituzionale che sorregge l’euro”.

Di Maio contro Draghi: “Avvelena clima”

Oggi la dura replica del vicepremier Luigi Di Maio. “Siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente” ha detto Di Maio durante la registrazione della prima puntata di Nemo.  Sui mercati e lo spread, Di Maio afferma che questi non sono preoccupati per la manovra, “ma sono preoccupati per uno storytelling falso che l’Italia voglia uscire dall’euro e dall’Europa”. “Sono fiducioso che nelle prossime settimane lo spread comincerà a scendere perché saranno le settimane del dialogo con la Ue”, prosegue Di Maio secondo quanto riporta oggi l’Ansa, parlando a margine dell’assemblea nazionale dell’Anci. “Io non credo che si debba parlare di cambiare la manovra sul tema del 2,4% del deficit – spiega Di Maio –  per due motivi: uno perché manteniamo le promesse, due perché siamo uno stato sovrano”.

Conte:  “Spread preoccupa”

“La manovra viene descritta come particolarmente ardita, in realtà non è così” dice il premier Giuseppe Conte che sottolinea come il governo abbia ereditato “un rapporto “deficit-Pil dell’1,2% ma va considerato anche” il peso dell’Iva che è pari a “12,5 miliardi di euro. Siamo partiti da un 2% nel rapporto deficit-Pil, bisogna parlare di uno scostamento reale dello 0,4%”.  Il premier rimarca la sua preoccupazione per lo spread. “Se la risposta italiana alla bocciatura Ue della manovra è che le misure non cambiano desta qualche preoccupazione, però, nel governo italiano la questione spread. Il premier in una intervista alla ‘Stampa’ e a ‘Repubblica’ inoltre ha sottolineato che “sicuramente se lo spread sale, o se comunque si mantiene alto a questo punto, è un problema, quindi dobbiamo augurarci che scenda. Abbassiamo tutti i toni. Facciamo sistema affinché ciò avvenga. Io sto lavorando perché lo spread si abbassi. Vogliamo e dobbiamo mandare un messaggio di fiducia”.

Boccia (Confindustria): “Siamo molto arrabbiati”

“Non permetteremo a nessuno di scipparci il futuro”. Così il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia parlando della manovra e del governo alla platea di industriali Ict dell’Anitec-Assinform. “Difficilmente mi arrabbio. Sono molto arrabbiato ma uso la forza del pensiero e non quella dei toni“, dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dopo aver parlato della manovra e del Governo. “Non si può governare un Paese dicendo che te ne freghi dello spread e di Moody’s”, aggiunge Boccia. “Più la situazione si rende tesa e più io sono calmo ed è nella mia natura, ma siamo arrabbiati. E’ solo nei toni che non ci mostriamo arrabbiati ma nel merito siamo arrabbiati e molto determinati”. “Anche se lo diciamo con toni dolci questo non significa che non siamo arrabbiati” conclude Boccia.