Sell su banche italiane e BTP. Su tassi Bce (e Fed) ‘certezze’ smontate
Sell importanti oggi sui titoli delle principali banche italiane scambiati sul Ftse Mib di Piazza Affari.
Giù anche i BTP, così come i principali titoli di stato dell’area euro, a fronte del rialzo dei rendimenti che, nel caso dei BTP a 10 anni, scattano nella giornata di oggi fino a +7 punti base, al 3,878%.
Lo spread BTP-Bund a 10 anni rimane poco mosso, attorno a 167 punti base, per effetto dello scatto segnato anche dai tassi dei Bund tedeschi decennali.
Banche italiane, giornata no: Banco BPM -5%, Mps e Bper -4%
Giornata no per i titoli delle principali banche italiane e per i BTP.
Piazza Affari, dove i buy si fermano a seguito di tre sessioni consecutive di rialzi, vede l’indice azionario benchmark Ftse Mib scendere di mezzo punto percentuale circa, zavorrato dai titoli finanziari.
La maglia nera della sessione odierna spetta a Banco BPM, che capitola fino a oltre il 5% nei minimi di giornata.
Sell importanti anche su Bper e su Mps-Monte dei Paschi di Siena, con le azioni che scivolano di oltre il 4%. A sostenere il Ftse Mib è il rialzo del titolo Pirelli, dopo la mossa di Marco Tronchetti Provera.
In generale, mancano oggi i motivi per essere bullish sul comparto bancario. L’Italia di Meloni continua a essere inoltre attenzionata dalla comunità internazionale degli investitori.
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Tornando alle banche, Mps continua a confermarsi tra i dossier più scottanti del governo Meloni, che ha avviato il processo tanto atteso di privatizzazione della banca senese.
Con la mossa arrivata poco dopo il grande annuncio di Moody’s sul rating del debito italiano, il Tesoro italiano ha piazzato una quota del 25% del capitale del Monte dei Paschi, facendo scendere la sua partecipazione al 39,23% dal 64% circa e innescando nelle ultime settimane di contrattazioni di Piazza Affari del 2023 nuove ipotesi su quelli che potrebbero essere in questo 2024 i protagonisti di un eventuale risiko bancario.
Diversi i fattori che hanno continuato a fare da assist al titolo Mps negli ultimi mesi, tra cui la promozione del rating da parte di Moody’s e gli esiti positivi di valutazioni importanti effettuate sulla banca e in generale sul sistema bancario dell’Eurozona da parte della Bce.
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I trader attendono di capire quelli che saranno i prossimi passi del Tesoro maggiore azionista per riconsegnare al mercato il monte senese. Ma oggi le aspettative su un eventuale risiko tra le banche italiane non scaldano il settore, che si conferma anzi l’elemento che affossa più di tutti il Ftse Mib.
Sui titoli bancari scattano oggi a Piazza Affari le prese di profitto.
A perdere terreno sono anche UniCredit, Intesa SanPaolo e Mediobanca.
Titoli banche italiane: il commento di Kairos
Occhio intanto al commento diffuso da Massimo Trabattoni, head of Italian equity di Kairos Parters Sgr, che ha confermato ieri la view cautamente positiva sui titoli delle banche italiane, pur ammettendo di non aspettarsi scintille in Borsa.
In un commento dedicato all’azionario, Trabattoni ha scritto che, “per quanto riguarda le large cap italiane, l’attenzione degli investitori sarà volta a capire se la sovraperformance dei titoli finanziari, che ha caratterizzato tutto il 2023, sia destinata ad esaurirsi già nei primi mesi del 2024″.
“A nostro parere – ha spiegato il responsabile della divisione di Kairos dedicata all’azionario del made in Italy – il momentum delle banche italiane è destinato a rimanere positivo (anche se marginalmente sempre meno) ancora per qualche mese, perché la remunerazione sui depositi italiani è ancora significativamente più bassa rispetto a quella degli altri istituti bancari europei, offrendo così ancora dell’upside sul margine d’interesse“.
Detto questo, Trabattoni ha sottolineato anche che, “in uno scenario di tassi non più in salita ma stabili o addirittura in discesa, ci aspettiamo che nel medio termine la preferenza del mercato si sposti verso titoli con un profilo più quality/growth (in settori come tecnologia o utilities) che hanno sofferto il recente ciclo di rialzo tassi, ma potrebbero vedere accenni di ripresa già nei primi mesi del 2024 se le aspettative del mercato propendessero per una stabilizzazione del livello dei tassi di interesse o addirittura per un loro taglio“.
BTP e Bund ostaggio di scommesse Bce e offerta bond
Per quanto riguarda i BTP ma anche in generale i titoli di stato dell’area euro, oggi il trend al ribasso è condizionato da almeno due fattori, riassunti in un articolo di Reuters:
da un lato, l’attesa per le emissioni di bond sovrani da parte dei rispettivi governi dell’Eurozona, nel mese di gennaio:
Spagna e Belgio si sono già messe in evidenza stamattina con l’emissione di nuovi titoli di stato, mentre la Germania ha fissato la cedola del nuovo Bund a 10 anni che collocherà nella giornata di domani al 2,2%.
Il fermento presente nel mercato dei bond e l’attenzione rivolta all’emissione di nuovi titoli di stato sono stati messi in evidenza in particolare dallo strategist sui tassi di Commerzbank, Hauke Siemssen.
Dall’altro lato, come è stato evidente già nella prima settimana del 2024 sul mercato dei Treasury – con i rendimenti dei bond Usa a 10 anni tornati a superare la soglia del 4% -, sui bond pesa la cautela dei trader, che negli ultimi giorni hanno ridimensionato in modo significativo le scommesse su quei tagli ai tassi da parte della Fed di Jerome Powell e della Bce di Christine Lagarde che tanto si erano confermate il market mover dei mercati nelle ultime sessioni del 2023.
Nelle ultime ore, in particolare, Boris Vujcic, governatore della Banca centrale della Croazia ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, ha detto di non prevedere alcuna sforbiciata ai tassi di interesse dell’area euro prima dell’estate di quest’anno, vista la riduzione della crescita dell’inflazione che, a quanto pare, continuerà a essere solo graduale.
Interpellato da Reuters, anche Jussi Hiljanen, responsabile della divisione di strategia sui tassi presso la banca SEB, ha motivato il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato proprio con lo smorzarsi delle speranze su imminenti tagli ai tassi da parte della Fed e della Bce.
“Nel corso delle ultime due settimane – ha detto lo strategist – il trend sia negli Stati Uniti che in Europa è stato dominato dalle attese su tagli ai tassi che sono state posticipate“.
Per quanto riguarda la Bce, ha fatto notare Jussi Hiljanen, “non vedo nulla che al momento lasci pensare che un taglio dei tassi possa arrivare a marzo”. Certo, “potreebbe anche essere ma un taglio è molto incerto”.
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Dal canto suo Trabattoni di Kairos, in merito ai recenti movimenti di mercato, ha confermato che nel “primo trimestre del 2024 le aspettative sui tassi di interesse saranno ancora una volta il principale driver delle dinamiche economiche e finanziarie globali”.
Nel caso specifico dei BTP, il responsabile strategist della divisione dell’azionario italiano di Kairos ha poi sottolineato che, “da un punto di vista macro, la conferma del rating da parte di Moody’s, Fitch e S&P ha, almeno temporaneamente, ridotto per l’Italia il Rischio Paese, come confermato dal restringimento dello Spread BTP-Bund a 10 anni nel corso delle ultime settimane”.
A questo punto, secondo l’esperto, “il prossimo passo per proseguire su questo sentiero virtuoso è una corretta messa a terra delle risorse del PNRR, in modo da conseguire una crescita sostenibile del PIL da qui ai prossimi anni, in grado di più che compensare il maggiore costo dell’indebitamento”.
E’ pur vero che, per fare previsioni sul trend dei BTP, non si potrà tuttavia prescindere dalle aspettative sui tassi dell’area euro decisi da Lagarde & Co.
L’articolo di Reuters indica che, nel caso dell’area euro, le attese di un taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea nel mese di marzo hanno continuato ad assottigliarsi anche nella giornata di oggi.
Il risultato, stando a quanto trapela dal mercato monetario, è che i trader ritengono che ci sia una probabilità di una prima sforbiciata ai tassi dell’area euro, pari a -25 punti base, nel mese di marzo, pari al 40% circa, in ritirata rispetto al 45% quasi di ieri e in forte crollo rispetto al 70% circa del 28 dicembre dello scorso anno.
In tutto, i trader oggi prevedono che i tagli ai tassi della Bce, nel corso del 2024, saranno di 140 punti base, rispetto ai 170 punti base attesi alla fine di dicembre.
Non per niente i tassi dei Bund tedeschi a due anni, che sono i più sensibili alle aspettative dei mercati sulle mosse di politica monetaria della Bce, sono balzati oggi di 5 punti base al 2,599%.
Il countdown al prossimo giorno X per la Bce, e di conseguenza per i mercati, in calendario il prossimo 25 gennaio, è già scattato.