Notizie Indici e quotazioni Piazza Affari: Ftse Mib riduce perdite, sfida Wall Street e tonfo petrolio. Occhio alle banche

Piazza Affari: Ftse Mib riduce perdite, sfida Wall Street e tonfo petrolio. Occhio alle banche

4 Settembre 2024 16:21

Piazza Affari sfida Wall Street dando prova di resilienza: l’indice Ftse Mib riduce in modo considerevole le perdite iniziali che ha accusato nei primi minuti della giornata di contrattazioni, quando, pagando l’effetto del tracollo di ieri della borsa Usa, è scivolato dell’1,4% circa.

Il listino ha poi limato i ribassi.

Occhio anche ai prezzi del petrolio WTI e Brent, che cedono entrambi più dell’1% dopo il tonfo della vigilia superiore al 4%.

Banche: dossier Commerzbank non scalda il comparto

Osservate speciali oggi a Piazza Affari sono sicuramente le banche, dopo la notizia relativa alla decisione del governo di Berlino di vendere la quota residua detenuta in Commerzbank, pari al 16,49%:

una notizia che non è stata accolta tuttavia con alcun entusiasmo né alla borsa di Francoforte che a Milano e che, dunque, non è riuscita a rinfocolare le speculazioni sulla possibilità di un risiko tra le banche italiane, o tra una banca italiana e, magari, la stessa Commerzbank, o tra Commerzbank e Deutsche Bank, ipotesi di cui si era parlato all’inizio del 2024.

Vero è che i titoli di alcune banche italiane virano in territorio positivo dopo un avvio in rosso:

UniCredit guadagna lo 0,60%, Intesa SanPaolo sale dello 0,50%. Mps-Monte dei Paschi di Siena:, la banca senese ancora Monte di Stato attorno a cui, secondo i desiderata del governo Meloni, dovrebbe imperniarsi un terzo polo bancario, rimane invece ancora sotto pressione. Bene invece Banco BPM, mentre Bper arretra dello 0,70% circa.

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Piazza Affari resiste a tonfo Wall Street: Stm paga fattore Nvidia

Sul Ftse Mib di Piazza Affari si mettono in evidenza i ribassi soprattutto di Moncler, che arretra di oltre il 4%.

Tra i titoli peggiori anche Amplifon, Prysmian e ovviamente Stm-StMicroelectronics, titolo del gruppo italo-francese produttore di semiconduttori, direttamente interessato dunque dal contagio che ha affossato Nvidia.

Titoli migliori del Ftse Mib sono Saipem, Popolare di Sondrio, Telecom Italia.

Alle 16.15 circa ora italiana, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari arretra dello 0,45%, a quota 33.725,49 punti.

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Vittime illustri di Wall Street borsa Tokyo e borsa Taiwan

Tra le altre borse europee, fanno peggio l’indice Dax della borsa di Francoforte, che arretra dello 0,80%, e l’indice Cac della borsa di Parigi, che cede più dello 0,90%.

Sull’azionario globale spiccano tra le vittime illustri la borsa di Tokyo e la borsa di Taiwan.

A finire sotto il fuoco dei sell soprattutto le azioni tecnologiche, che hanno pagato la raffica di smobilizzi che ha messo in ginocchio l’azionario Usa.

In particolare, l’indice della borsa di Taiwan, il Taiwan Weighted Index, è crollato nei minimi di seduta fino a oltre il 5%, zavorrato dai sell che si sono abbattuti sui titoli chip Taiwan Semiconductor Manufacturing Company e Hon Hai Precision Industry, per poi limitare il danno a un tonfo di oltre il 4%.

In caduta di oltre il 4% anche l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, dove a essere bombardati da una valanga di smobilizzi sono state le azioni di Renesas Electronics, di Tokyo Electron e di Advantest.

Non è sfuggita ai sell la holding Softbank Group, a cui fa capo il colosso della multinazionale britannica Arm, nota per progettare CPU per Nvidia.

Proprio Nvidia, la Big Tech Usa campionessa dei Magnifici 7 a Wall Street, è stata tra quei titoli che, nella prima sessione di ieri per la borsa Usa, sono stati travolti in misura maggiore dalla valanga di smobilizzi:

le azioni del colosso americano, noto per la grande scommessa lanciata sul business dell’AI (artificial intelligence, intelligenza artificiale) con la produzione di chip ad hoc, sono crollate ieri di quasi il 10%, trascinando al ribasso l’intero comparto, come ha dimostrato il trend del VanEck Semiconductor ETF (SMH), scivolato del 7% circa.

In Asia le vendite non hanno risparmiato i titoli quotati alla borsa di Seoul dei fornitori di Nvidia, Samsung Electronics e SK Hynix.

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Petrolio WTI e Brent in calo YTD dopo forti tonfi vigilia

Occhio anche al petrolio, reduce dai forti crolli della vigilia.

Nella sessione di ieri il contratto WTI con scadenza a ottobre ha perso a New York il 4,36%, scivolando a quota $70,34 al barile, portando il trend da inizio anno a un calo pari a -1,8%.

Oggi il WTI continua a perdere terreno, arretrando sul Nymex fino a -1% e sfondando la soglia psicologica di $70 al barile, che lo porta a capitolare al minimo degli ultimi nove mesi.

Tonfo ieri anche per il contratto Brent con scadenza a novembre, crollato del 4,86% a $73,75 al barile. Il Brent cede anche oggi, cedendo lo 0,75%, rischiando di perdere anche la soglia di $73 al barile,

A zavorrare le quotazioni del petrolio, sia le aspettative di un probabile aumento dell’offerta da parte dell’Opec+ che la possibilità che la produzione in Libia venga ripristinata:

giorni fa il governo di Benghazi guidato da Khalifa Haftar – che controlla la Libia orientale – aveva annunciato la decisione di bloccare la produzione e le esportazioni di petrolio, a causa di una disputa con il governo di Tripoli su chi avrebbe dovuto guidare la banca centrale del paese.

Sui prezzi del petrolio, che hanno continuato a perdere terreno nelle contrattazioni delle borse asiatiche, pesano anche i timori che, nel corso dell’imminente riunione l’Opec+ , l’organizzazione che include paesi Opec come l’Arabia Saudita e paesi non Opec come la Russia, decida di aumentare la produzione in un mercato, come lo ha definito Joshua Young, fondatore della società di investimenti di petrolio e gas Bison Interests, interpellato dalla CNBC, caratterizzato già da un eccesso di offerta.

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