Notizie Notizie Italia Mps pregusta upgrade Moody’s. Ma due banche dicono no M&A

Mps pregusta upgrade Moody’s. Ma due banche dicono no M&A

1 Giugno 2023 09:43

Mps: ancora tra i migliori Ftse Mib con annuncio Moody’s. Ma in un giorno doppio no da Banco BPM e Credit Agricole

Mps incassa la revisione al rialzo dell’outlook di Moody’s, ma si becca due no all’ipotesi M&A nello stesso giorno: quello delle ultime Considerazioni finali del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che lascerà Palazzo Koch nel mese di novembre.

L’ultima notizia che riguarda la banca senese è la decisione dell’agenzia di rating Moody’s Investors Service di migliorare l’outlook su long-term deposit e senior unsecured debt rating del Monte dei Paschi di Siena, da stabile a positivo.

Annuncio Moody’s. E Mps ora scommette anche su upgrade

Lo si legge nella nota che la banca senese, nel cui capitale il Tesoro italiano (Mef) detiene una quota di maggioranza del 64% circa, ha diffuso stamattina, poco prima dell’avvio delle contrattazioni a Piazza Affari.

Il miglioramento dell’outlook è successivo al rialzo a febbraio di due notch al long-term deposit
rating e di tre notch al long-term senior unsecured rating.

La modifica dell’outlook – ha comunicato la stessa Mps – si basa sull’attesa che il miglioramento del profilo creditizio della Banca, riflesso in particolare in una maggiore e sostenibile redditività e nella capacità di accesso al mercato obbligazionario, se confermato nei prossimi 12-18 mesi, potrebbe portare ad un upgrade del rating Baseline Credit Assessment (BCA)”.

“Inoltre – si legge ancora – le emissioni obbligazionarie attese per soddisfare il requisito MREL rafforzeranno la posizione di liquidità della Banca”.

La nota conclude sottolineando che “le prospettive positive riflettono anche l’aspettativa di Moody’s che l’implementazione del piano in corso, che ha acquisito slancio grazie al recente aumento di capitale da € 2,5 miliardi, produrrà ulteriori risultati; il raggiungimento di tali obiettivi nel periodo di outlook, potrebbe portare ad un upgrade di oltre un notch dei rating di MPS”.

E così il titolo Mps si conferma tra i migliori del Ftse Mib anche della giornata di oggi, salendo di oltre il 2% a 2,55 euro.

Il titolo pregusta praticamente la possibilità di un upgrade del rating che, vale la pena precisare, non c’è ancora stato. Ma l’outlook è stato rivisto al rialzo, il che significa che Moody’s è pronta a migliorare anche la valutazione sui bond del Monte.

Ma su M&A Siena incassa doppio no Banco BPM-Credit Agricole

Sul fronte M&A, le notizie non sono altrettanto buone, visto che Mps si è beccata due no nell’arco dello stesso giorno, per la precisione ieri, mercoledì 31 maggio.

Il doppio no è arrivato da Banco BPM e da Credit Agricole Italia, in occasione delle ultime considerazioni Finali del numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco .

Il no di Banco BPM è arrivato per voce del presidente di Piazza Meda Massimo Tononi che, stando a quanto riportato dall’agenzia Radiocor, all’ingresso di Palazzo Koch dove si è recato per ascoltare l’addio del governatore della Banca d’Italia, ha escluso qualsiasi intenzione di Banco BPM di convolare a nozze con Mps.

Non abbiamo alcuna intenzione di perseguire un progetto di aggregazione con il Monte dei Paschi di Siena. Abbiamo una strategia stand alone che ha consentito di conseguire risultati davvero positivi e con cui contiamo di creare molto valore per i nostri azionisti futuri”, ha detto Tononi, ribadendo quanto era stato detto praticamente già dal numero uno di Banco BPM, il ceo Giuseppe Castagna.

Tononi ha escluso un interesse di Banco BPM anche verso singoli asset della banca senese, in un momento in cui si torna a parlare, riguardo a Mps, oltre che dell’opzione del terzo polo bancario, anche di quella di un break up, ovvero di uno spezzatino.

Nel giorno delle ultime Considerazioni Finali del governatore di Bankitalia Ignazio Visco è arrivato il no a un accordo di M&A con Siena anche dal presidente di Credit Agricole Italia Ariberto Fassati, anche lui presente a Via Nazionale.

Fassati ha risposto così a una domanda su un eventuale interesse a lanciare un’operazione di fusione o acquisizione con il Monte di Stato:

“Stiamo bene così come siamo per il momento”, ha detto, stando a quanto riportato dall’agenzia Ansa.

Eppure ieri il titolo Mps si è confermato di nuovo al top dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari. Vero che, nel corso della sessione, dopo un rally superiore a +4%, le azioni del Monte dei Paschi hanno rallentato decisamente il passo, salendo poi nel finale dell’1,79%. Vero però, anche, che alcune banche italiane si sono confermate tra le peggiori di Piazza Affari: Unicredit ha perso il 3,5% e Intesa Sanpaolo il 2,47%.

Sindacati non soddisfatti dopo incontro con ceo Lovaglio

Un’altra notizia su Mps è arrivata nel pomeriggio: quella che ha visto i sindacati First, Fabi, Uilca, Fisac e Unisin della banca definirsi insoddisfatti per le proposte che sono arrivate dai vertici della banca senese sul premio aziendale.

A seguito dell’incontro di martedì 30 maggio con il ceo del Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio, convocato sui temi legati “alla contrattazione di secondo livello, con particolare riferimento al premio aziendale”, i sindacti hanno detto di essere insoddisfatti “sulle prime ipotesi quantitative proposte” dalla banca.

Tali proposte sono state considerate “del tutto inadeguate a compensare il disagio affrontato dalle lavoratrici e dai lavoratori nell’ultimo periodo di attivita della Banca”.

I sindacati hanno dunque chiesto al ceo Lovaglio di fare un ulteriore sforzo “in termini economici, puntando ad inserire la trattativa sul premio aziendale in un contesto di equilibrio, del quale lo stesso dovrebbe rappresentare la parte solidaristica e prevalente, rispetto al sistema variabile complessivo”.

Riguardo al Piano di Ristrutturazione 2022-2026,  si legge inoltre che “il Sindacato (nello specifico Fisac Cgil) ha tenuto a precisare che il Monte dei Paschi dovrà continuare ad essere protagonista delle scelte strategiche riguardanti il proprio futuro, con l’obiettivo di salvaguardare l’integrità del Gruppo e delle sue attività, l’insediamento territoriale e il valore storico del marchio, oltre alle complessive condizioni economiche, professionali e normative dei Dipendenti. In tal senso, l’AD (Lovaglio) ha ribadito una posizione sostanzialmente coerente con le linee guida, politiche ed operative, del vigente Piano Industriale”.

Mps e nodo risiko: anche UniCredit di Orcel ha già detto no

Tornando alla voglia di M&A – espressa sicuramente dal governo Meloni e dalla banca stessa, non proprio dalle altre banche italiane viste come potenziali cavalieri bianchi – lo scorso fine settimana, in occasione del Festival dell’Economia di Trento, il ministro Giorgetti aveva definito Mps potenziale “preda ambita”, facendo un parallelismo con il percorso di uscita del Mef da Ita Airways, decretato con l’accordo con Lufthansa annunciato la scorsa settimana.

Qualche ora più tardi, era stato lo stesso ceo Luigi Lovaglio a dirsi d’accordo con la soluzione del terzo polo bancario, rinfocolando così ulteriormente le speculazioni sulle nozze del Monte dei Paschi, dal cui capitale lo Stato maggiore azionista dovrà uscire, riconsegnando la banca al mercato, entro l’anno prossimo, in base agli accordi che ha preso con l’Unione europea.

Gli analisti di Equita in particolare avevano commentato le dichiarazioni di Lovaglio – che pure aveva risposto con un no comment alla prospettiva di un matrimonio con Banco BPM e Bper – indicando che comunque i due istituti sarebbero i candidati più probabili a chiudere un accordo con il Monte di Stato.

“Sebbene non vengano fatti commenti sulle opzioni e sui nomi, questa dichiarazione (di Lovaglio) fa chiaramente propendere la preferenza, in caso di M&A, verso Banco BPM o Bper (nonostante le smentite di queste ultime) piuttosto che per UniCredit, il nome che – vista la sua dimensione relativa – riuscirebbe a nostro avviso più facilmente a integrare l’intero perimetro”, avevano puntualizzato da Equita.

Ma UniCredit, si sa, ci ha già provato, in quelle trattive storiche intavolate tra il ceo Andrea Orcel e il Tesoro maggiore azionista di Mps che sono collassate ufficialmente  alla fine di ottobre del 2021.

Da allora, Orcel si è tenuto decisamente alla larga dal Monte dei Paschi, nonostante le speranze, dei governi di turno, che puntualmente e periodicamente si ripresentano, di rifilare a Piazza Gae Aulenti il Monte dei Paschi di Siena.

Alla fine di gennaio di quest’anno, si sono di fatto riaffacciate le speranze, stavolta nutrite dal governo di Giorgia Meloni, di tornare a puntare sull’opzione UniCredit o Banco BPM, stando ad alcune indiscrezioni.

Ma un secco no è stato poi ufficializzato dagli istituti in occasione della presentazione delle trimestrali.

Chiari nello specifico i no di Andrea Orcel Carlo Messina, e Giuseppe Castagna., ceo rispettivamente di UniCredit, Intesa SanPaolo e Banco BPM.