Mps: febbre M&A scatena nuovi buy sul titolo
Mps ancora in rally sul Ftse Mib con febbre M&A
Mps ancora in rally, grande protagonista del Ftse Mib: il titolo vola di oltre il 4% sul listino principale di Piazza Affari, confermandosi il migliore anche della seduta odierna.
Le ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e dallo stesso ceo del Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio hanno riacceso le speculazioni su un risiko bancario che veda protagonista la banca senese.
D’altronde il Mef – maggiore azionista dell’istituto dalla ricapitalizzazione precauzionale del 2017 -, detentore di una quota di maggioranza del 64% circa nel capitale di Siena, entro l’anno prossimo deve levare le tende.
E d’altronde il governo Meloni spinge per la creazione di un terzo polo bancario facendo leva proprio sulla necessità che Mps venga acquistata da un’altra banca made in Italy (il mercato scommetterebbe su un M&A con Banco BPM o Bper).
Sulla prospettiva di Mps pedina attiva per creare un terzo polo bancario è arrivato anche il benestare del ceo Luigi Lovaglio, che da mesi tesse le lodi dell’istituto che guida.
Mps: titolo in rally, ma da Banco BPM l’ennesimo no M&A
E così il titolo Mps continua a correre a Piazza Affari reduce, come ricorda Il Sole24Ore-Radiocor, di un balzo che negli ultimi sei mesi è stato di quasi il 10% e di un rally del 35% circa dalla pubblicazione della trimestrale, il 9 maggio scorso.
Mps oggi continua a correre anche e nonostante le dichiarazioni arrivate oggi dallo stesso presidente di Banco Bpm Massimo Tononi che, stando a quanto riportato dall’agenzia Radiocor, all’ingresso di Palazzo Koch dove si è recato per ascoltare le ultime Considerazioni finali di Ignazio Visco , ha escluso qualsiasi desiderio di Piazza Meda di convolare a nozze con Mps:
“Non abbiamo alcuna intenzione di perseguire un progetto di aggregazione con il Monte dei Paschi di Siena. Abbiamo una strategia stand alone che ha consentito di conseguire risultati davvero positivi e con cui contiamo di creare molto valore per i nostri azionisti futuri”, ha detto Tononi, replicando quanto era stato già detto dal numero uno di Banco BPM, il ceo Giuseppe Castagna.
Tononi ha escluso un interesse di Banco BPM anche verso singoli asset della banca senese, in un momento in cui si torna a parlare riguardo a Mps, oltre che dell’opzione del terzo polo bancario, anche di quella di uno spezzatino.
Banche italiane in Borsa, il commento di Trabattoni (Kairos)
Nel frattempo, la domanda in generale riguarda tutte le banche italiane ed è riportata nel commento “Italian Times” a cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos.
“Banche italiane: ancora opportunità ma fino a quando?”
Trabattoni parla in generale delle banche europee, reduci dalle trimestrali riferite ai primi tre mesi del 2023 che hanno messo in evidenza “utili superiori alle attese”.
Gli istituti di credito hanno beneficiato dell’aumento della redditività, a sua volta sostenuto dal rialzo dei tassi di interesse che la Bce di Christine Lagarde continua a varare nella sua lotta contro la fiammata dell’inflazione in Eurozona.
Tra l’altro, le strette monetarie dell’Eurotower si sono tradotte in una crescita dei tassi sui prestiti ma non in un pari aumento dei tassi sui depositi.
“Il trend positivo è legato al fatto che il rialzo dei tassi degli ultimi mesi si sia tradotto finora solo in un repricing delle attività bancarie, ma non in un parallelo incremento della remunerazione dei depositi”, ha scritto Trabattoni, facendo il punto della situazione in cui versa il settore bancario.
Per ora il quadro è positivo, ma cosa accadrà in futuro?
Secondo il responsabile della divisione di azionario italiano di Kairos, “l’approccio nei confronti delle banche è inevitabilmente destinato a diventare più selettivo ed opportunistico, considerati anche diversi elementi di cautela da monitorare”.
Nella rubrica “Italian Times” il gestore ha ricordato il trend sia delle banche europee che quelle americane, che “hanno riportato utili superiori alle attese ed in molti casi anche alzato l’orientamento sul 2023 grazie ad un margine d’interesse molto solido e ad accantonamenti piuttosto contenuti”.
Nel motivare la previsione di un approccio destinato a “diventare più selettivo ed opportunistico”, l’esperto di Kairos ha poi sottolineato che “il mercato inizia a chiedersi se quelli visti nel corso di questo primo trimestre dell’anno siano utili di picco o meno, e pertanto se d’ora in avanti le banche possano riservare ancora sorprese positive”.
Gli elementi di cautela da monitorare per le banche italiane sono stati così elencati:
- il primo consiste nel timing con cui le banche inevitabilmente inizieranno a corrispondere una remunerazione ai propri depositi (wholesale e retail), iniziando a comprimere il proprio margine
d’interesse netto. - Il secondo è la stretta creditizia (indotta dai fallimenti delle banche regionali americane e di Credit Suisse) che da qui ai prossimi mesi potrebbe accentuare il rischio di una recessione, con conseguente aumento degli accantonamenti e del costo del rischio bancario.
- Infine, dal secondo trimestre di quest’anno i titoli bancari inizieranno ad avere dei termini di paragone anno su anno più difficili da battere in sede di reporting trimestrale (dal momento che l’aumento dei tassi si è concentrato dal secondo quarter del 2022 in poi).
Trabattoni ha ribadito di conseguenza la preferenza di Kairos, “in questa fase, per banche di grandi dimensioni rispetto a quelle più piccole: questo inevitabilmente penalizza le PMI, che alla luce della loro maggiore correlazione al ciclo economico saranno percepite da qui ai prossimi mesi come più rischiose”.
Proprio “questo aiuta a spiegare la sottoperformance che anche nel mese in corso ha caratterizzato le mid e le small cap rispetto ai titoli a maggiore capitalizzazione: infatti a maggio il Ftse Mid Cap ha conseguito un -0.8% (+9.7% YtD), l’Aim -0.7% (-0.6% YtD) e lo Star -1.2% (+3.7% YtD)”.
“Il fattore determinante affinché questo divario di performance si chiuda è una maggiore fiducia nello scenario macroeconomico nazionale e di conseguenza una maggiore visibilità sull’andamento delle variabili economiche chiave a livello globale”, si legge ancora nel commento “Italian Times”.
A questo punto, secondo Trabattoni fondamentali per risollevare i titoli delle mid e small cap saranno le decisioni che la Fed di Jerome Powell prenderà nelle prossime riunioni di politica monetaria.
La prossima, a tal proposito, è prevista per il 13-14 giugno, in un momento in cui la probabilità che la banca centrale faccia una pausa nel suo ciclo di rialzi dei tassi è diminuita, a seguito della pubblicazione del parametro preferito dalla stessa Fed per monitorare il trend dell’inflazione degli Stati Uniti.
Detto questo “la possibilità che almeno in America il ciclo di rialzo dei tassi possa proseguire ma ad una velocità più ridotta (o addirittura essere interrotto) nei prossimi mesi costituirebbe un segnale incoraggiante non solo per gli asset più rate-sensitive (e.g. utilities, tecnologia) in quanto eccessivamente penalizzati dalle recenti politiche monetarie restrittive, ma anche per le mid e small cap, che soprattutto nel caso del segmento Aim tendono ad esibire una correlazione positiva con i fattori growth e quality”.
Di conseguenza, conclude Trabattoni, “in un contesto come quello appena delineato, il Team continua ad adottare un approccio attivo supportato da un’attenta analisi fondamentale bottom-up, che permette di selezionare aziende con bilanci in buona salute, caratterizzate da forte pricing power, con margini resilienti che permettano non solo di fronteggiare eventuali ulteriori aumenti dei costi, ma anche di navigare ogni fase del ciclo economico”.