Notizie Notizie Mondo Sberla Moody’s: debito Usa rischia di perdere ultimo rating tripla A

Sberla Moody’s: debito Usa rischia di perdere ultimo rating tripla A

13 Novembre 2023 09:40

E ora il debito Usa rischia di perdere anche la tripla A (AAA) di Moody’s, dopo aver detto già addio alle valutazioni più alte delle altre sorelle del rating Standard & Poor’s e Fitch.

La sberla Moody’s è arrivata venerdì sera, 10 novembre.

L’agenzia di rating, l’unica rimasta delle tre ad attribuire ancora al debito federale Usa il giudizio a tripla A, ha confermato la valutazione, tagliando tuttavia l’outlook da “stabile” a “negativo”.

Così facendo, l’agenzia ha lanciato praticamente il seguente messaggio: anche la nostra tripla A è ormai a rischio.

Moody’s taglia outlook debito Usa. Cita ‘polarizzazione politica Congresso’

Tra i motivi che hanno indotto Moody’s a tagliare l’outlook sul debito Usa, oltre ai livelli di deficit e debito alti, la crescente polarizzazione che domina ormai da tempo la politica degli Stati Uniti, in un contesto tra l’altro tutto fuorché benigno per i fondamentali dell’economia americana, ancora alle prese con l’effetto della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve.

In una situazione di tassi di interesse più alti, senza misure efficaci di politica fiscale volte a ridurre le spese del governo o ad aumentare le entrate fiscali, Moody’s prevede che i deficit degli Stati Uniti rimarranno molto alti”, a discapito del debito.

Un altro fattore è rappresentato per l’appunto dalla polarizzazione presente all’interno del Congresso.

“Questa continua polarizzazione politica presente nel Congresso americano aumenta il rischio che i governi successivi non riusciranno a raggiungere un accordo su piani” volti a tagliare il debito.

Detto questo, Moody’s prevede comunque che gli Stati Uniti continueranno a spiccare con “la loro crescita economica eccezionale” e che a blindare la sostenibilità del debito potrebbero essere anche “ulteriori sorprese riguardo alla crescita (del Pil) nel medio termine”.

E certo di crescita economica eccezionale si può ben parlare se si fa riferimento a quel dato sul Pil Usa del terzo trimestre reso noto due settimane fa circa, balzato al ritmo annualizzato, su base adjusted, pari a ben +4,9%, rispetto al +2,1% del secondo trimestre del 2023. Una crescita boom che ha superato le stime degli analisti e che avrà sorpreso anche la Fed di Jerome Powell, sempre sull’attenti verso il pericolo inflazione.

Detto questo, evidentemente Moody’s ha ritenuto il taglio dell’outlook sul debito Usa necessario, alla luce di un deficit Usa che, a suo avviso, continuerà a salire in misura maggiore.

C’è ovviamente anche qui il nodo spesa per interessi, reso più difficile da sciogliere dal balzo dei rendimenti dei Treasuries Usa successivo ai ripetuti rialzi dei tassi da parte della Fed guidata dal presidente Jerome Powell, che fa ancora fatica a sotterrare l’ascia di guerra contro l’inflazione, sebbene le pause fatte nel suo ciclo di strette monetarie abbiano rafforzato le speranze delle colombe (speranze che si sono intensificate anche nell’area euro, guardando alla Bce di Christine Lagarde).

Tornando a Moody’s, l’agenzia di rating ha messo in evidenza che il rialzo di quest’anno dei rendimenti dei Treasuries ha fatto ulteriormente scattare l’ansia sul debito americano.

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Taglio outlook da Moody’s, la reazione dell’amministrazione Biden

Non poteva mancare ovviamente la reazione negativa dell’amministrazione Biden alla decisione di Moody’s di tagliare l’outlook sul debito Usa:

“Sebbene Moody’s abbia mantenuto il rating a tripla AAA degli Stati Uniti, non siamo d’accordo riguardo all’outlook negativo – ha commentato la vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo in un comunicato – L’economia americana rimane solida e i titoli di stato Treasuries rappresentano l’asset più sicuro e liquido del mondo”.

Certo, si tratta di un altro colpo per la credibilità degli Stati Uniti, che hanno già perso la tripla A di Fitch e di Standard & Poor’s.

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Fitch e S&P hanno già strappato rating tripla A dal debito Usa

La bocciatura di Fitch è scattata quest’anno, agli inizi di agosto, e ha seguito l’avvertimento già lanciato dall’agenzia di rating nelle settimane concitate che hanno portato all’accordo last minute raggiunto alla fine di maggio tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e lo Speaker repubblicano della Camera (ormai ex), Kevin McCarthy, volto a scongiurare quello che sarebbe stato il primo default della storia degli Stati Uniti, a causa della difficoltà delle controparti a raggiungere una intesa per innalzare o sospendere il tetto sul debito.

Fitch, infatti, aveva già perso la pazienza in quei giorni di trattative convulse tra l’amministrazione Biden e i Repubblicani, mettendo sotto osservazione il rating sul debito Usa, con implicazioni negative.

L’agenzia finiva per bocciare il giudizio sul debito Usa, portando la valutazione dalla tripla A ad AA+ e citando, oltre alle tensioni continue tra i due partiti, le aspettative di “un deterioramento fiscale nel corso dei prossimi tre anni”,.

L’annuncio shock, quello che aveva portato gli Stati Uniti a perdere per la prima volta nella loro storia la tripla A, era arrivato però molti anni prima, esattamente dodici anni fa, con lo shock firmato S&P Global Ratings in data 5 agosto del 2011.

Standard&Poor’s abbassava il rating più alto della classifica affibbiato fino a quel momento al debito Usa, dopo che gli Stati Uniti erano riusciti a sventare per un soffio il default sul loro debito, ai tempi dell’amministrazione di Barack Obama.

Usa alle prese con nuovo rischio shutdown. La data X cade questa settimana

Tra l’altro, il giudizio di Moody’s non avrà potuto prescindere dall’ennesimo rischio di shutdown governativo che l’America sta correndo, di nuovo, in queste ore.

Non per niente era stata proprio l’agenzia di rating a lanciare un nuovo avvertimento, facendo paventare già il mese scorso il rischio che gli Usa perdessero anche la loro ultima tripla A conferita un tempo da tutte e tre le sorelle del rating.

Shutdown Usa: a rischio anche rating AAA di Moody’s. Il fattore Ucraina

La data X da cerchiare sul calendario è quella del 17 novembre prossimo, quando un nuovo shutdown potrebbe portare alla paralisi delle attività del governo federale Usa.

Nelle ultime ore il nuovo Speaker repubblicano della Camera Mike Johnson ha presentato un piano per evitare lo shutdown.

Ma le misure contenute nel piano si sono scontrate piuttosto velocemente sia con l’opposizione dei democratici che dei repubblicani.

Diversamente dai precedenti accordi che hanno assicurato i finanziamenti alle agenzie federali per un periodo di tempo specifico, la misura annunciata da Johnson finanzierebbe alcune attività governative fino al 19 gennaio e altre fino al prossimo 2 febbraio. Tanto che c’è qualcuno che già parla di rischio di due shutdown, invece che di uno.