Powell e l’ultima frase sull’inflazione che mette il rally in stand by
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell ha evidenziato ieri, che il board della banca centrale americana non è ancora troppo ottimista sull’inflazione in calo ma ancora non abbastanza. Inoltre, Powell, ha dichiarato che è preoccupato che la Fed non abbia fatto abbastanza per calmierare i prezzi. Il numero uno della Fed ha parlato in occasione dell’evento organizzato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) a Washington, che potrebbe esserci ancora tanta strada da fare nella battaglia contro l’inflazione, affossando i mercati verso la fine della seduta. Il Nasdaq ha interrotto la striscia di otto sedute consecutive di rialzo registrando un calo dell’1% insieme allo S&P 500, che ha perso all’incirca lo 0,8%.
Le parole di Powell e l’impatto sui mercati
“Il Federal Open Market Committee (FOMC), il braccio operativo della Fed è impegnato a raggiungere una posizione di politica monetaria sufficientemente restrittiva da ridurre l’inflazione al 2%, non siamo sicuri di aver raggiunto una tale posizione”, sono state queste le parole di Powell che hanno scombussolato l’andamento dei mercati.
Il discorso arriva in un momento in cui l’inflazione si trova ancora ben al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2% nel medio termine, ma anche notevolmente al di sotto dei picchi nella prima metà del 2022. Proprio nel meeting dell’1 novembre dopo 11 rialzi dei tassi la banca centrale americana ha deciso di mantenere i tassi invariati nel range 5,25%-5,5% comunque sui massimi da 22 anni.
L’indice preferito dalla Fed, il Pce index ovvero l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali ad ottobre è cresciuto del 3,7% su base annuale in calo dal 5,3% registrato a febbraio 2022. Mentre l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto dei picchi superiori al 9% nel giugno del 2022.
Powell ha affermato che l’inflazione è ancora “ben al di sopra” del livello in cui la Fed vorrebbe vederla, descrivendo la politica come “significativamente restrittiva”. “Io e i miei colleghi siamo felici da questi progressi, ma ci aspettiamo che il processo per portare l’inflazione al 2% in modo sostenibile abbia ancora molta strada da fare”. “Continueremo su questa linea fino al raggiungimento del risultato desiderato”, ha aggiunto in seguito, affermando che la Fed manterrà i tassi elevati finché sia necessario.
“Se dovesse essere necessario inasprire ulteriormente la politica, non esiteremo a farlo”, ha affermato. “Continueremo tuttavia a muoverci con cautela, consentendoci di affrontare sia il rischio di essere fuorviati da alcuni mesi di dati positivi, sia il rischio di un inasprimento eccessivo”.
Le parole di Powell hanno scatenato il sell-off sugli indici USA che poi si è verificato anche nella seduta di Asia e oggi in Europa. Il nostro indice di riferimento, il Ftse Mib cede lo 0,6% a quota 28,476 punti. Scenario simile anche per il Dax di Francoforte che perde lo 0,87% e il Cac di Parigi che perde poco più dell’1% a quota 7.043 punti.
Usa, il quadro macroeconomico
Powell ha anche evidenziato i progressi dell’economia reale statunitense e ha descritto il 2023 un anno incredibile. Nell’ultimo trimestre il Pil degli Stati Uniti ha registrato una crescita del 4,9% su base annuale, anche se Powell ha affermato che l’aspettative di crescita nel 2024 “sono più moderate”. Anche il mercato del lavoro USA è rimasto resiliente nonostante la stretta monetaria della Fed. Il tasso di disoccupazione è salito leggermente dal 3,8% a settembre a 3,9% ad ottobre. Mentre i nonfarm payrolls ovvero le nuove busta paga ad ottobre hanno segnalato un calo registrando 150.000 unità rispetto ai 297.000 del mese precedente.