Tetto debito Usa: schiaffo Fitch con ansia default
Tetto debito Usa, arriva la mossa di Fitch. L’annuncio dell’agenzia con ansia default
Alert default Usa, Fitch mette sotto osservazione il rating AAA sul debito, con implicazioni negative, agitando la minaccia del downgrade.
Il tempo stringe, e il tetto sul debito degli Stati Uniti non è stato ancora alzato o sospeso.
La Casa Bianca ha diramato un comunicato dopo l’annuncio di Fitch, avvertendo che la decisione dell’agenzia di rating rende ancora più impellente il bisogno che il Congresso approvi velocemente un accordo sul tetto sul debito, al fine di scongiurare il default Usa nella data X del prossimo 1° giugno.
Nonostante i ripetuti incontri tra il presidente americano Joe Biden e lo Speaker repubblicano alla Camera, Kevin McCarthy, non c’è stata finora nessuna fumata bianca.
E la data X è sempre più vicina: se le controparti non riusciranno ad arrivare a una intesa, per la prima volta nei suoi 246 anni di storia l’America farà default.
Gli Stati Uniti possono per ora ancora vantare un rating AAA, dunque a tripla A, la valutazione più alta assegnata dalle agenzie di rating: ma solo da parte di Fitch e di Moody’s, se si fa riferimento alle tre sorelle del rating.
L’altra sorella S&P Global Ratings si è smarcata infatti da parecchio, per la precisione il 5 agosto del 2011, quando strappò il rating AAA degli Usa, in quella che fu una bocciatura storica.
“We have lowered our long-term sovereign credit rating on the United States of America to ‘AA+’ from ‘AAA’ “, annunciò Standard & Poor’s il 5 agosto 2011.
Era l’epoca dell’amministrazione di Barack Obama, ma era anche l’anno in cui gli Stati Uniti erano riusciti a evitare per un soffio il peggio:
quello che viene considerato ormai da tutto il mondo uno degli spettri più minacciosi – il default Usa – e allo stesso tempo un teatrino della politica americana, ovvero il braccio di ferro tra la Casa Bianca e l’opposizione, nelle trattative per alzare o sospendere il tetto sul debito.
Quell’anno, gli Stati Uniti rischiarono di fare default il 2 agosto: Obama e i repubblicani riuscirono ad arrivare a un accordo appena 10 giorni circa prima della data X.
Ma l’agenzia Standard & Poor’s non perdonò il prolungarsi dei negoziati, e bocciò l’America tre giorni dopo, il 5 agosto, a dispetto dell’intesa che permise di alzare il tetto sul debito Usa.
Ora il teatrino politico made in Usa si ripropone: siamo al 25 maggio e mancano solo otto giorni alla data X del 1° giugno.
Fitch spera ancora in un accordo su tetto debito entro la data X
Fitch ha ritenuto dunque inevitabile mettere il rating americano sotto osservazione.
Nella nota dell’agenzia di rating, si legge che la mossa riflette il continuo braccio di ferro tra i democratici e i repubblicani, che “sta ostacolando il raggiungimento di un accordo per alzare o sospendere il tetto sul debito”.
Fitch prevede ancora che le controparti arriveranno a un accordo prima della data X.
Tuttavia, crede anche che i rischi di un mancato innalzamento o sospensione del tetto sul debito prima di quella data siano aumentati.
L’agenzia ha fatto riferimento all'”incapacità delle autorità americane di affrontare in modo significativo le sfide fiscali di medio termine”, fattore che “si tradurrà in un aumento dei deficit”.
Il risultato “sarà un debito ancora più pesante, che segnalerà rischi al ribasso per il merito creditizio degli Stati Uniti”.
La tripla A di Fitch, in realtà, non sarà strappata in uno scenario di default sul debito, si legge ancora nella nota dell’agenzia. Non subito, almeno.
Ma è ovvio che, a quel punto, il governo federale si troverà ufficialmente nella condizione di non poter onorare il pagamento dovuto su alcune obbligazioni.
In ogni caso, il rischio di “non riuscire a onorare nei tempi dovuti e a pieno il pagamento dei debiti è meno probabile del raggiungimento di un accordo entro la data X ed è un evento il cui verificarsi presenta una probabilità molto bassa”.
Fatto sta che sui mercati la mossa di Fitch non poteva passare inosservata, in un momento in cui gli investitori stanno temendo sempre di più la prospettiva di un default Usa.
Durante le contrattazioni dei mercati asiatici, i rendimenti dei Treasuries Usa a 2 e 10 anni sono schizzati ai livelli record dalla metà di marzo, ovvero dal periodo dell’inizio della crisi delle banche scatenata dal crac di SVB- Silicon Valley Bank – e Credit Suisse.
L’ansia è incisa soprattutto sui Treasuries Usa con scadenza proprio nella data X del prossimo 1° giugno che, nella sessione di ieri, hanno visto i rendimenti schizzare brevemente al di sopra della soglia del 7%, livelli che si vedono piuttosto nei titoli di stato con rating “junk”, ovvero spazzatura.
McCarthy rinnova fiducia in accordo con Biden su tetto debito
La mossa di Fitch, che ha agitato praticamente lo spettro di un downgrade, non ha spaventato tuttavia più di tanto lo Speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, che ha rinnovato la propria fiducia nella capacità delle controparti di arrivare a un accordo.
“Arriveremo a un accordo degno della fiducia dei cittadini americani – ha detto McCarthy, aggiungendo che su questo “non dovrebbe esserci alcun timore”. D’altronde, “i soldi arrivano al Tesoro ogni giorno”.
Ma da Washington le indicazioni arrivate non sono così confortanti, visto che ai parlamentari del Congresso Usa è stato detto di poter lasciare Washington nella pausa – che inizierà oggi – prevista per la festività del Memorial Day. Il che significa che il voto su un eventuale accordo sul tetto sul debito Usa non avverrà nel corso dell’imminente weekend.
Un nuovo attenti è stato lanciato nel frattempo dal segretario al Tesoro Usa Janet Yellen che, nella giornata di ieri, ha detto di star intravedendo già “alcuni stress sui mercati finanziari”, provocati dai timori che gli Stati Uniti possano fare default per la prima volta nella loro storia.
Tornando a Fitch, all’inizio di marzo un alert era stato lanciato dallo stesso James McCormack, responsabile globale della divisione di rating sovrani dell’agenzia di rating.
“Siamo molto preoccupati questa volta”, aveva detto McCormack in un’intervista rilasciata alla CNN.
“Stavolta siamo più preoccupati”, aveva rimarcato, parlando del rischio di una perdita di fiducia da parte degli investitori.
“Il fatto che gli investitori debbano pensare a quel rischio (di default sul debito) non è proprio qualcosa che accade quando si guarda a un asset privo di rischio, giusto?”