Market mover e sentiment. eToro fa il punto
Gabriel Debach, analista di eToro, fa il punto della situazione in cui versano i mercati, riflettendo anche sul sentiment degli operatori.
Si apre una settimana piena di market mover, che arriveranno sia dal fronte macroeconomico che da quello societario, in particolare con la diffusione di dati sul Pil e sull’inflazione e con le nuove trimestrali Usa.
Iniziando dai market mover, questa settimana negli Stati Uniti saranno resi noti i dati relativi al Pil Usa e all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi PCE, la cui componente core è il parametro preferito dalla Fed nell’impostare la propria politica monetaria.
I dati saranno comunicati qualche giorno prima della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, in calendario nei giorni 2 e 3 maggio.
Il 22 marzo scorso, al termine della riunione del Fomc, la Fed ha annunciato una stretta monetaria di 25 punti base, che ha portato i tassi sui fed funds al nuovo range compreso tra tra il 4,75% e il 5% .
A proposito dell’imminente decisione sui tassi da parte del presidente Jerome Powell & Co, di recente l’ex numero uno di Pimco e responsabile consulente economico di Allianz, Mohamed El-Erian, commentando la recente crisi bancaria che ha scosso il mondo intero, esplosa con il crac di Silicon Valley Bank (SVB) e il disastro Credit Suisse, ha parlato di trilemma tassi.
Proprio oggi Credit Suisse si conferma tra i grandi protagonisti del mercato, con la pubblicazione della trimestrale relativa ai primi tre mesi del 2023, da cui sono emersi i numeri shock del disastro fuga depositi, che hanno costretto le autorità elvetiche a orchestrare la sua acquisizione da parte di UBS.
I dati sul Pil saranno resi noti anche in Europa, il prossimo venerdì, con l’arrivo delle stime preliminari del Pil di Italia, Germania, Francia, Spagna e area euro.
Mercati, eToro: sfiducia, eppure buone notizie ci sono
Così Gabriel Debach, market analyst di eToro, snocciola gli appuntamenti più importanti della settimana:
“Le cattive notizie volano, le buone notizie strisciano, così riporta un detto popolare. E come non dargli ragione. Le preoccupazioni dominano lo scenario all’interno dei mercati, tra rischi di recessione, rallentamento degli utili societari, rischi geopolitici, preoccupazioni bancarie e di rialzi dei tassi d’interesse, per citarne alcune, tutto questo con l’assenza di una bussola, ma con la preferenza di una navigazione a vista da parte delle Banche Centrali”.
“Ma di buone notizie – precisa Debach – ce ne sarebbero da dover evidenziare: dalle performance degli indici azionari in questo 2023 (il principale listino francese CAC40 così come quello europeo Euro Stoxx 50 scambiano persino, il primo, su nuovi massimi storici mentre il secondo a prezzi maggiori di quelli di novembre 2021), dalla riapertura cinese, all’espansione dei PMI, trainati dai servizi, da un’inflazione in rallentamento e dal tanto temuto inverno europeo, sul fronte energetico, superato a pieni voti. Nonostante ciò, la sfiducia (giusto o sbagliato che sia) regna sui mercati”.
L’analista di eToro fa riferimento al “pessimismo degli investitori individuali americani (AAII), che salvo una breve parentesi settimanale, è rimasto protagonista nel 2022 e in questo 2023″, tanto da rimanere al di sopra della media per la nona settimana consecutiva, mentre la liquidità nei fondi del mercato monetario, sia retail che istituzionali, è ai massimi storici”.
Occhio a dati Bank of America su gestori fondi
“I recenti dati sui gestori di fondi raccolti da Bank of America mostrano inoltre che gli investitori restano sottopesati rispetto alle obbligazioni su livelli che non si riportavano della Grande Crisi Finanziaria”, continua Debach.
Riguardo allo spauracchio “recessione Usa” che aleggia sui mercati finanziari di tutto il mondo, il market analyst di eToro cita il recente sondaggio di Bloomberg.
“Le probabilità che nei prossimi 12 mesi si verifichi una recessione negli Stati Uniti sono salite al 65% a marzo, secondo un sondaggio Bloomberg tra gli economisti, a cui si aggiunge un posizionamento netto non commerciale sui futures dell’S&P 500 che ha raggiunto nuovi minimi (su dati disponibili fino al 2015). La mancanza di stima per la ripresa del mercato resta pertanto protagonista”.
eToro presenta l’agenda della settimana
“In questa settimana – continua Gabriel Debach – la stagione degli utili negli Stati Uniti entrerà nel vivo, con circa il 35% delle società dell’indice S&P 500 attese alle pubblicazioni dei proprio conti, con la presenza di diversi grandi nomi, tra cui Alphabet e Microsoft (quest’ultime in piena lotta post lancio ChatGPT), per non dimenticare Meta, Amazon, Intel, Coca-Cola, Pepsi, Visa, Mastercard, Boeing, Altria, Emphase, Spotify, Merk ed Exxon Mobil”.
L’analista precisa che, “sebbene la stagione degli utili sia iniziata in modo relativamente solido, le preoccupazioni per l’impatto dell’inflazione, degli alti tassi di interesse e di una potenziale recessione degli Stati Uniti sono ancora molto presenti”.
Passando ai dati macro, questa sarà “una settimana intensa”.
Debach indica come appuntamenti cruciali “la crescita del PIL e l’indice dei prezzi PCE”.
In particolare, “si stima che l’economia statunitense sia cresciuta del 2,0% annuo nel primo trimestre del 2023, in rallentamento rispetto all’espansione del 2,6% del quarto trimestre del 2022. Tutto questo mentre la Fed stima una crescita dello 0,4% per l’intero 2023, evidenziando la necessità di monitorare la crescita dei prossimi trimestri con un rischio di recessione tecnica quale percorso delineato in silenzio”.
Riguardo all’indice PCE Usa, “l’indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed dovrebbe essersi raffreddato a marzo, ma l’inflazione PCE core è probabilmente aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente”.
L’analista di eToro fa notare che, “tra gli altri dati economici di rilievo (della settimana che si è appena aperta) figurano le vendite di nuove case il 25 aprile, gli ordini di beni durevoli il 26 aprile e per il 28 aprile l’indice del costo dell’occupazione, la lettura finale del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan e le aspettative di inflazione”.
“Sul fronte politico l’attenzione al tetto del debito pubblico resta al centro dell’attenzione”.
“In Europa – conclude l’esperto di eToro – la giornata di venerdì sarà decisamente impegnativa con le stime preliminari sulla crescita del Pil per Italia, Germania, Francia, Spagna e Area Euro: attese in crescita tra lo 0,2% e lo 0,3% nel primo trimestre, grazie al calo dei prezzi dell’energia e alla spesa dei fondi per la ripresa (PNRR). Inflazione anch’essa protagonista nella giornata”.
“In Asia – sottolinea ancora l’analista di eToro Gabriel Debach – tutti gli occhi saranno puntati per questo venerdì sulla prima decisione di politica monetaria della Banca del Giappone sotto la guida del governatore Kazuo Ueda e sulla relazione trimestrale di accompagnamento, alla ricerca di indizi su un potenziale cambio di rotta. Il Giappone pubblicherà anche il tasso di disoccupazione, le vendite al dettaglio e la produzione industriale di marzo”.
JPMorgan premia Pil area euro
Da segnalare che, nelle ultime ore, gli analisti di JP Morgan hanno rivisto al rialzo il proprio outlook sul Pil dell’area euro relativo al secondo trimestre dell’anno.
L’upgrade è stato motivato con la fiducia nelle potenzialità di crescita dell’Eurozona, dopo la pubblicazione degli indici Pmi.
JP Morgan prevede ora un’espansione del Pil dell’area euro, nel periodo compreso tra i mesi di aprile e giugno, pari a +2%, rispetto al +1,5% precedente.
Il colosso bancario americano ha mostrato ottimismo anche nei confronti della crescita dell’economia degli Stati Uniti, citando di nuovo il trend del Pmi preliminare di aprile, che ha “mostrato un miglioramento inatteso e diffuso”.
“In questo momento, le condizioni monetarie e del credito più rigide non sembrano rallentare in modo significativo l’attività” economica, ha aggiunto ancora la divisione di ricerca di JPMorgan.
Bank of Japan: questa settimana la prima di Kazuo Ueda
L’attenzione dei mercati, in vista delle prossime e imminenti riunioni della Fed e della Bce di Christine Lagarde, si concentrerà soprattutto sulla Bank of Japan.
E’ prevista per i prossimi 27-28 aprile la prima della banca centrale del Giappone presieduta dal nuovo governatore Kazuo Ueda, che ha sostituito l’ex numero uno Haruhiko Kuroda, dimessosi ufficialmente lo scorso 8 aprile, dopo aver guidato la Bank of Japan per ben 10 anni.
L’ex segretario al Tesoro Usa Larry Summers ha definito Kazuo Ueda il Ben Bernanke del Giappone.
“Possiamo pensare a lui come al Ben Bernanke del Giappone – aveva detto Larry Summers, parlando dell’economista che ha preso le redini della BoJ, – Ha studiato al MIT all’incirca nello stesso periodo in cui ha studiato Ben, con lo stesso consulente per la tesi di Ben Bernanke. Si è specializzato in aree simili di economia monetaria (a quelle studiate da Ben Bernanke), e ha un linguaggio accademico calmo, ma è anche capace di essere fermo quando si tratta di prendere decisioni”.
Secondo alcune indiscrezioni, l’intenzione di Ueda sarebbe quella di lanciare una revisione a 360 gradi, nel lungo termine, della politica monetaria ultra espansiva della Bank of Japan.
Nel breve periodo, tuttavia, non dovrebbero esserci variazioni: le stime sono dunque per il mantenimento dello status quo, per ora, della politica monetaria del Giappone.
Ueda stesso ha rilasciato alcune dichiarazioni in vista della riunione.
“La BoJ – ha detto nelle ultime ore – deve mantenere la politica monetaria accomodante, visto che il trend dell’inflazione permane al di sotto del target del 2%”.
Ueda ha aggiunto che un eventuale cambiamento alla politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC – yield curve control), dipenderà “da diversi fattori, come le condizioni economiche e il ritmo di crescita dell’inflazione”.