Notizie Notizie Mondo Draghi presenta rapporto competitività UE. ‘Un cambiamento radicale’ per una Europa unita

Draghi presenta rapporto competitività UE. ‘Un cambiamento radicale’ per una Europa unita

5 Settembre 2024 13:42

“Grazie Mario Draghi, per l’importante conversazione sulla competitività dell’Europa e sul suo futuro. La nostra Unione deve dotarsi dei mezzi per fronteggiare le realtà economiche e geopolitiche attuali e future. Insieme siamo più forti“. Così Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, su X, dopo l’incontro con l’ex presidente della Bce ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi, chiamato l’anno scorso dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a redigere un rapporto sulla competitività dell’Europa.

Draghi presenta il rapporto sulla competitività UE

Riforme senza precedenti e immediate per l’Europa.

Nella giornata di ieri, mercoledì 4 settembre, Draghi ha presentato i punti salienti del suo rapporto, in occasione di un incontro a porte chiuse con gli ambasciatori UE e i leader dei gruppi del Parlamento europeo.

Secondo le indiscrezioni, il rapporto sulla competitività che porta la firma dell’ex premier ed ex presidente della Bce sarà pubblicato la prossima settimana, forse già nella giornata di lunedì prossimo.

Un commento sul rapporto di Draghi è stato rilasciato, riporta un articolo di Euronews, da Manfred Weber, leader del gruppo di centro destra PPE che, dopo l’incontro con l’ex presidente del Consiglio, si è così espresso:

“Il grande messaggio secondo il quale la competitività è il problema numero uno…in quanto partito pro business dell’Europa, noi lo accogliamo con grande favore “, ha detto Weber ai giornalisti, aggiungendo che “gli ultimi cinque anni sono stati gli anni del Green Deal..” e che ora “si apre un nuovo capitolo, sulla base di questo (rapporto)”.

Draghi cita i ‘freni strutturali’ che ostacolano l’Europa

Nell’illustrare la sua relazione, Draghi ha avvertito che l’Unione europea rimane indietro, rispetto alle altre economie del mondo, a causa di alcuni fattori che la caratterizzano, come l’innovazione limitata, e i prezzi energetici elevati, la carenza di competenze:

tutti fattori che l’ex premier ha definito “freni strutturali”, che hanno ostacolato la competitività dell’Europa.

Di conseguenza, Draghi ha lanciato un avvertimento ribadendo l’urgenza di agire:

in particolare, per velocizzare la digitalizzazione dell’economia e avviare un “cambiamento radicale” che può avvenire attraverso il forte ruolo del settore privato e una cooperazione senza precedenti tra le istituzioni europee.

Il rapporto del banchiere italiano, che dovrebbe contare 400 pagine, affronta questioni spinose, come lo scarso livello della produttività europea rispetto alle altre economie, la necessità che l’UE si liberi di alcune dipendenze – tra cui quella dai minerali della Cina per le batterie – e la sfida rappresentata dai cambiamenti climatici.

Il rapporto, si apprende dalle fonti, si conclude poi con alcune raccomandazioni per i 10 settori più importanti dell’economia.

Stando a quanto riportato da una fonte interpellata da EurActiv presente all’incontro, Draghi ieri “ha impiegato molto tempo parlando dei diversi problemi che ha identificato, relativi alla competitività dell’Europa, sostenendo che l’Unione europea e i suoi stati membri abbiano bisogno di riforme, al fine di far fronte alle sfide del futuro”.

L’ex presidente del Consiglio, ha aggiunto la fonte, “non ha illustrato però le soluzioni presenti nel rapporto. Nulla su uno strumento di debito comune, sulla difesa”.

L’auspicio di una cooperazione senza precedenti tra stati UE

Un funzionario UE ha poi confermato che Draghi, nella giornata di ieri, non ha fatto alcuna raccomandazione concreta:

“Qualcuno (tra i leader dei gruppi) ha fatto alcune domande, ma lui non ha risposto in modo diretto“, in vista evidentemente della pubblicazione del rapporto, prevista per la prossima settimana.

Ancora, un’altra fonte ha rivelato che l’intervento di Draghi si è concluso con un appello a favore di una Europa unita:

“Draghi ha sottolineato la necessità di una cooperazione senza precedenti tra gli stati membri e di una riforma completa di tutte le istituzioni al fine di rendere effettive in modo efficiente le raccomandazioni contenute nel rapporto”.

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Le reazioni del mondo della politica alle parole di Draghi

La presentazione del rapporto sulla competitività UE, nella giornata di ieri, è stata accolta positivamente non solo dal principale gruppo del Parlamento europeo, ovvero dal PPE, ma anche da Renew, tanto che la leader Valerie Hayer ha detto di sperare che “i rapporti di Letta e di Draghi” diventino “le fondamenta del programma politico della nuova Commissione europea”, secondo EUNews.

Pollice verso invece da parte del M5S, con Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle all’Europarlamento, che ha detto che “il rapporto sulla competitività presentato da Mario Draghi alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo non risponde in maniera sufficiente alle gravi e importanti sfide che sono dinanzi allìUnione europea”.

Secondo Tridico, il “tema della guerra in Ucraina che ha destabilizzato il mercato energetico e rallentato la transizione verde non viene affrontato nell’ottica dell’unico interesse europeo che è quello di una soluzione pacifica, duratura e giusta”.

Manon Aubry, co presidente del Gruppo di sinistra del Parlamento europeo, citata da Euractiv, ha detto dal canto suo che, sebbene la presentazione non abbia “detto molto sulla sostanza (del rapporto), la lente della competitività attraverso la quale il rapporto è stato scritto è fuorviante.

“Penso che questo prisma della competitività mascheri la realtà sociale di milioni di persone, che oggi si chiedono come faranno ad arrivare al we e a pagare le bollette”.

Su X la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) al Parlamento UE, Iratxe Garcia Perez, si è così espressa:

“Non ci aspettiamo niente di meno dal rapporto Draghi delle sue parole: abbiamo bisogno di un ‘cambiamento radicale’. Sono necessarie idee progressiste per modernizzare la nostra economia e preparare l’UE al futuro. @TheProgressives rappresenta una visione su come dotare l’UE degli strumenti necessari per affrontare le sfide attuali e future, quali la disuguaglianza sociale e il cambiamento climatico”.

I vari appelli su competitività UE ed Europa Stato

Più volte, nell’ultimo anno, mentre lavorava al rapporto sulla competitività europea che sarà conosciuto presto dal pubblico, Draghi ha rimarcato le vulnerabilità dell’Europa, non risparmiando né critiche né moniti.

Non è la competitività a essere un concetto errato. E’ il modo in cui l’Europa si è concentrata su di essa che è stato sbagliato“, aveva detto in un discorso proferito nel mese di aprile, con cui l’economista era tornato a ricordare quanto l’Europa fosse rimasta indietro rispetto alle altre economie del mondo, e quanto il continente dipendesse (e dipenda) da fonti esterne, in particolare dalla Cina, per l’approviggionamento di materie prime cruciali.

Per non parlare del fatto che l’Europa, era tornato a ribadire, non fosse riuscita ancora a essere, non solo di nome, ma anche di fatto, una Unione europea.

Ancora prima, nel novembre del 2023, l‘ex presidente della Bce noto come “Mr. Whatever It Takes”, -a cui va riconosciuto il merito di avere salvato l’euro durante il periodo drammatico della crisi dei debiti sovrani- si era riferito all’Europa come Stato, presentando ancora una volta il sogno di una Europa davvero unita.

“Il modello di crescita europeo si è dissolto, fondamentalmente, quindi non possiamo più far conto su quelli che erano i pilastri di prima. Occorre reinventarsi un modo diverso di crescere: e per farlo, però, a differenza che in passato, occorre diventare Stato“.

Qualche mese prima, con il discorso proferito alla Martin Feldstein Lecture a Cambridge (Massachusetts) “Il prossimo volo del calabrone: il sentiero verso una politica di bilancio comune nell’Eurozona”, l’ex presidente del Consiglio era tornato su quello che rimane, per i paesi del Nord Europa, un vero e proprio tabù: il lancio degli eurobond, di strumenti di debito comune.

Una utopia? Magari no, se si riflette sul volo dei calabroni, aveva tenuto a dire Draghi:

Credo che gli europei siano ora più pronti, rispetto a venti anni fa” verso una maggiore integrazione “perché ora ci sono solo tre opzioni: paralisi, uscita o integrazione”: così Mario Draghi, tornando a rilanciare per l’ennesima volta la possibilità, e il sogno, di una Europa capace di farsi davvero una.

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