Notizie Notizie Italia Bankitalia, Panetta cita Draghi salva euro. Ora ‘eurobond e Unione bancaria’

Bankitalia, Panetta cita Draghi salva euro. Ora ‘eurobond e Unione bancaria’

Pubblicato 26 Gennaio 2024 Aggiornato 4 Settembre 2024 15:30

Il numero uno della Banca d’Italia Fabio Panetta torna a sponsorizzare la creazione di un eurobond e il completamento dell’Unione bancaria in Europa:

elementi entrambi cruciali per dar vita a un vero mercato dei capitali europeo, dunque a una vera Unione dei mercati dei capitali (UMC).

L’intervento di Panetta “Oltre i confini della moneta: il ruolo strategico dell’euro nell’Europa del futuro” è arrivato in occasione della conferenza internazionale ‘Ten Years with the Euro’, in corso a Riga, in Lettonia.

Panetta cita il What Ever It Takes di Mario Draghi

Fabio Panetta, attuale governatore di Bankitalia, ha ripercorso oggi la storia dell’euro ricordando anche il WhateverItTakes lanciato ai tempi della crisi dei debiti sovrani dall’ex presidente della Bce ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi:

“Fu il whatever it takes del Presidente Mario Draghi che invertì la tendenza nei mercati finanziari, rendendo chiaro a tutti che l’euro avrebbe superato quelle tensioni”, ha detto il governatore di Bankitalia, ricordando quanto accadde nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani che colpì l’Europa, quando l’euro rischiò di saltare in aria.

Fu Draghi, di fatto, a garantire la sopravvivenza della moneta unica e dell’Eurozona, salvando per il rotto della cuffia la stessa Italia. Tanto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non esitò poi a chiamarlo per assegnargli la guida dell’Italia all’inizio del 2021.

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Panetta: i tre fattori per rafforzare ruolo internazionale euro

Proprio al fine di blindare e rafforzare il ruolo internazionale dell’euro e per rendere la moneta più appetibile agli occhi degli investitori internazionali, il governatore Fabio Panetta ha presentato oggi i tre fattori principali da perseguire:

  • Un’adeguata combinazione di politiche macroeconomiche
  • Un mercato dei capitali europeo
  • La presenza di infrastrutture di pagamento e di mercato all’avanguardia tecnologica

La prima condizione sine qua non pro-euro

Per quanto riguarda la prima condizione sine qua non, il numero uno di Palazzo Koch ha rimarcato l’importanza cruciale della stabilità macroeconomica dell’Eurozona, ricordando che chi investe negli asset denominati in euro si aspetta di ricevere in cambio un dividendo:

“Gli investitori stranieri che investono in attività denominate in euro stanno a tutti gli effetti investendo sulla nostra economia e si aspettano un ‘dividendo’ in termini di crescita economica e bassi tassi di inflazione”, ha detto Panetta, facendo notare che “il modo per garantire tale dividendo è quello di attuare politiche macroeconomiche credibili, efficaci e anticicliche”.

Di fatto, “anche un paese strutturalmente solido faticherebbe a mantenere un ruolo primario a livello internazionale se passasse da una recessione all’altra, o se registrasse in modo ricorrente periodi di alta inflazione o di deflazione”.

A essere chiamata in causa è stata dunque la Bce, banca centrale europea, al momento guidata dalla presidente Christine Lagarde che proprio ieri,  in occasione del primo atto del 2024, ha dato chiarimenti ai mercati sulla possibile direzione dei tassi di interesse e sulle dinamiche dell’inflazione dell’Eurozona.

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Mercato capitali europeo: disponibilità eurobond necessaria per sviluppo attività finanziarie

Passando al secondo fattore necessario per rafforzare il ruolo internazionale dell’euro, Panetta ha ricordato i passi ancora da gigante che deve compiere il mercato dei capitali europeo, alle prese con il vulnus rappresentato dall’assenza un titolo sovrano privo di rischio emesso a livello europeo, dunque, di fatto, di un eurobond.

E l’eurobond, va detto, è stato sponsorizzato più volte dallo stesso ex presidente del Consiglio Mario Draghi.

Il tema è stato affrontato anche dall’attuale numero uno della Bce, Christine Lagarde.

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Panetta è tornato a insistere sulla necessità che l’area euro si rafforzi con la creazione di un eurobond, facendo riferimento a un “titolo comune europeo privo di rischio”, la cui nascita lui stesso aveva auspicato ancora prima di diventare governatore di Bankitalia (ufficialmente il 1° novembre 2023 al posto del predecessore Ignazio Visco), ai tempi in cui era esponente del Comitato direttivo della Bce.

La disponibilità di un titolo comune europeo privo di rischio è necessaria per lo sviluppo delle principali attività finanziarie. Essa faciliterebbe la determinazione del prezzo di prodotti finanziari rischiosi, quali le obbligazioni societarie e i derivati, stimolandone l’espansione; renderebbe disponibile una forma di collaterale utilizzabile in ogni paese e in tutti i segmenti di mercato, da impiegare come garanzia nelle attività delle controparti centrali e negli scambi interbancari di liquidità, anche su base transfrontaliera; agevolerebbe la diversificazione delle esposizioni degli intermediari sia bancari sia non bancari; costituirebbe la base delle riserve internazionali in euro detenute dalle banche centrali estere”.

“L’elenco potrebbe continuare”, è andato avanti Panetta, indicando che “la scarsa disponibilità di titoli privi di rischio denominati in euro rappresenta il vincolo più importante allo sviluppo della UMC (Unione dei mercati dei capitali) e quindi al rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro”.

Certo, “le obbligazioni emesse nell’ambito del programma Next Generation EU sono un primo, positivo passo in questa direzione – ha detto il governatore della Banca d’Italia – Ma emissioni episodiche non bastano per determinare un punto di svolta: per facilitare lo sviluppo della UMC e rafforzare il ruolo internazionale dell’euro abbiamo bisogno di un’offerta stabile e regolare di titoli europei privi di rischio”.

Il monito su Unione bancaria ancora incompleta

A impedire l’Unione del mercato dei capitali, ha ammonito Panetta, non è però solo l’assenza di un eurobond.

Incide anche “l’incompletezza dell’Unione bancaria europea”: una situazione che continua far sì che il sistema bancario europeo rimanga frammentato lungo linee nazionali”, ha avvisato il banchiere, ricordando che “nel 2021 le banche possedevano attività domestiche per un ammontare quattro volte superiore a quello delle attività che esse detenevano nei confronti di altri paesi dell’area dell’euro”.  Un aspetto che ostacola la creazione di un’autentica UMC, “dato il ruolo fondamentale delle banche in tutti i principali mercati dei capitali”.

Insomma, ha rimarcato Panetta, “è difficile immaginare una UMC (Unione del mercato dei capitali) pienamente funzionante se le banche non sono in grado di operare liberamente in tutta l’area dell’euro”.

Terzo elemento per blindare l’euro, ha sottolineato Panetta, “la disponibilità di infrastrutture di pagamento e di mercato all’avanguardia tecnologica”.

Un aspetto, ha spiegato il governatore, considerato “indispensabile per il funzionamento del sistema finanziario”, in una situazione in cui “la digitalizzazione è senza dubbio la sfida che definisce la nostra epoca”.

Necessario in questo contesto fare progressi anche sui metodi di pagamento, visto che “la domanda di servizi di pagamento digitali è cresciuta notevolmente in tutto il mondo, soprattutto a seguito della pandemia” Covid-19.

Draghi e euro irreversibile. Ma Panetta: “Non il suo ruolo internazionale”

Va messo in evidenza che il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, pur citando Mario Draghi nel suo discorso, si è mostrato oggi in realtà più pessimista dell’ex numero uno della Bce, noto per la sua famosa frase: l’euro è irreversibile.

Nel concludere il suo discorso, Panetta ha infatti lanciato un avvertimento chiaro sul rischio che l’euro imbocchi una traiettoria che finisca per scalfire la sua importanza a livello mondiale.

“Il ruolo internazionale dell’euro non può pertanto essere considerato un fenomeno irreversibile”.

“Nei prossimi decenni la moneta unica potrebbe mantenere il suo ruolo attuale”, ha sottolineato il governatore, ma anche “finire relegata ai margini del sistema monetario mondiale”. 

Certo, non è mancato il best scenario, laddove Panetta ha illustrato anche la possibilità che l’euro assuma “un rilievo globale ancora maggiore”.

Come tutelare la moneta europea?

Panetta ha concluso il suo discorso tornando a sottolineare l’importanza che si realizzino proprio quelle tre condizioni sine qua non sopra citate.

La presenza di “strumenti di intervento in grado di garantire stabilità macroeconomica, di un mercato dei capitali efficiente e integrato a livello europeo, di infrastrutture di pagamento e di mercato all’avanguardia tecnologica”, ha spiegato il numero uno della Baca d’Italia sono “elementi che ci consentirebbero di mettere a frutto i risultati sin qui conseguiti, rafforzando l’integrazione europea e avvicinando la UEM a una vera e propria unione monetaria, fiscale e infine politica”.

Un obiettivo non semplice da perseguire, vista la presenza di diverse sfide, che possono far apparire il progetto di “difficile attuazione”.

Ma questo “è quello che i cittadini europei si aspettano dalle loro istituzioni”.

La posta in gioco è molto alta”, ha concluso il timoniere di Bankitalia, ricordando che “l’euro costituisce il fondamento dell’Unione economica e monetaria” e che “quest’ultima, a sua volta, rappresenta ben più di un mero accordo economico e finanziario”.

“Essa simboleggia la determinazione con cui i paesi membri percorrono il cammino verso l’unificazione europea“, ha detto il governatore della Banca d’Italia, lasciando intendere tutto il desiderio che la maggiore integrazione economica e finanziaria dell’Europa getti le basi per la creazione, magari in futuro, di un’Europa più integrata anche a livello politico. Una Europa che, e anche su questo Draghi ha lanciato un appello, si trasformi negli Stati Uniti dell’Europa. Diventando essa stessa Stato.