Nvidia: “Nessuna citazione in giudizio”, ma resta cautela sul titolo
Nvidia ha smentito di aver ricevuto una citazione in giudizio dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti in relazione ad una presunta indagine antitrust. In precedenza, le indiscrezioni hanno contribuito a frenare il titolo, aggiungendosi alla cautela sulla spesa delle aziende per l’intelligenza artificiale e agli strascichi della trimestrale, che ha lasciato qualche dubbio sulle prospettive dei nuovi chip Blackwell. Ecco le ultime sul momento di Nvidia e le prospettive secondo gli analisti.
- Nvidia: “Nessuna citazione in giudizio, solo richiesta informazioni”
- Nvidia reduce da due sedute in calo
- Il punto tecnico di Filippo Diodovich (IG Italia)
- Gli strascichi della trimestrale
- Analisti cauti su spesa per AI
- Perdita di $10 miliardi per il Ceo di Nvidia
- Attenzione ai dati sul mercato del lavoro Usa
Nvidia: “Nessuna citazione in giudizio, solo richiesta informazioni”
Nessun mandato di comparizione, solo una richiesta di informazioni. Così Nvidia ha sminuito i rumors circolati nelle ultime ore su una presunta citazione in giudizio giunta dal Department of Justice (DOJ) per possibili violazioni delle leggi antitrust.
“Non siamo stati citati in giudizio, ma siamo lieti di rispondere a qualsiasi domanda che le autorità di regolamentazione potrebbero avere sulla nostra attività”, ha dichiarato un portavoce del colosso dei chip a Cnbc.
In merito alle possibili accuse di monopolio, che circolano dal mese di giugno, la società ha chiarito: “Nvidia vince per merito, come dimostrano i risultati dei nostri benchmark e il valore per i clienti, che possono scegliere la soluzione migliore per loro”.
Il DOJ ha inviato a Nvidia e altre società delle richieste di informazioni, per verificare se l’azienda ostacoli il passaggio ad altri fornitori o le penalizzi in qualche modo nel caso prediligano altre soluzioni.
Inoltre, l’ente avrebbe messo nel mirino anche l’acquisizione di RunAI, annunciata ad aprile. Il dubbio è che l’integrazione della società israeliana di software per il computing AI possa rendere più complesso il passaggio da Nvidia ad altri fornitori.
Nvidia reduce da due sedute in calo
Prima del chiarimento di Nvidia, le indiscrezioni sull’indagine per potenziali pratiche anticoncorrenziali nel mercato dei chip AI hanno contribuito a frenare drasticamente il titolo. Le azioni della società californiana hanno perso il 9,5% nella seduta di martedì e l’1,7% nella sessione di ieri (a 106,21 dollari), tornando in prossimità dei livelli di inizio agosto, quando i timori di recessione negli Usa avevano fatto tremare i mercati, innescando un sell-off sanguinoso per il settore tecnologico.
Con il tracollo di martedì, Nvidia ha visto la sua capitalizzazione scendere in un solo giorno di 279 miliardi di dollari. In seguito all’ulteriore ribasso di ieri, la market cap è poi scesa a $2.605 miliardi.
Nel pre-market odierno, il titolo mostra un modesto rialzo (+0,5%), sintomo che le rassicurazioni della società potrebbero non bastare a restituire sicurezza agli investitori.
Va comunque sottolineato che da inizio anno il guadagno complessivo resta superiore al 114%. Inoltre, il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg indica 66 raccomandazioni d’acquisto e 8 Hold (nessun Sell), con un target price medio di 148,2 dollari e un upside potenziale del 40% rispetto ai corsi attuali.
Il punto tecnico di Filippo Diodovich (IG Italia)
A livello tecnico, secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, “il cedimento del supporto dinamico rappresentato dalle media mobile a 100 giorni ha peggiorato l’impostazione grafica per Nvidia. L’eventuale cedimento del supporto posizionato a $103,44, bottom del 9 agosto, può creare i presupposti per un’estensione della discesa in direzione di target short ipotizzabili a $100 e $97,16. Concreti segnali positivi solamente con una perentoria vittoria al di sopra della resistenza a $115.”
Secondo Jay Woods, Chief Global Strategist di Freedom Capital Markets, i 100 dollari rappresentano un livello chiave da tenere d’occhio.
Gli strascichi della trimestrale
La scorsa settimana Nvidia ha diffuso una trimestrale da record, ma si è confrontata con aspettative troppo elevate che hanno impedito al titolo di registrare il solito balzo post-utili a cui ci aveva abituato nelle ultime occasioni. All’indomani dei conti, le azioni hanno lasciato sul terreno il 6,4%, con un timido rimbalzo dell’1,5% venerdì, prima del tracollo di martedì 3 settembre (-9,5%).
Come sottolineato da Diodovich, il titolo ha scontato “qualche incertezza in merito alle prospettive future sui ricavi dei prossimi chip grafici Blackwell, nuovo standard per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nonostante le rassicurazioni del management, i recenti problemi tecnici hanno creato molti timori sull’effettiva produzione e distribuzione dei chip nel quarto trimestre 2024.”
Analisti cauti su spesa per AI
Sul titolo e sul settore hanno influito anche i report pubblicati martedì da JPMorgan Asset Management e BlackRock Investment Institute.
JPMorgan ha scritto che per giustificare un’enorme spesa per la tecnologia nei prossimi 12-18 mesi sarà necessaria una domanda più ampia da parte dei clienti aziendali, non solo da società come OpenAI che addestrano nuovi modelli di intelligenza artificiale.
BlackRock ha affermato che serve pazienza poiché la costruzione di data center e l’aumento della capacità di elaborazione in genere richiedono “anni, non trimestri, per essere completati”. Nel frattempo, il recente sell-off sui tecnologici “implica spazio per ricostruire le partecipazioni”.
Perdita di $10 miliardi per il Ceo di Nvidia
Il crollo di Nvidia ha inferto un duro colpo anche al patrimonio del Ceo Jensen Huang, co-fondatore della società. Con il -9,5% di martedì, il manager ha subito una perdita personale di circa 10 miliardi di dollari, che ha fatto scendere la sua ricchezza a 94,9 miliardi di dollari.
Secondo l’indice dei miliardari di Bloomberg, che ha iniziato a tracciare il suo patrimonio nel 2016, Huang è la diciottesima persona più ricca del mondo e il suo patrimonio è cresciuto di 51 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, anche dopo il forte calo di martedì.
Attenzione ai dati sul mercato del lavoro Usa
La direzione di Nvidia nelle prossime sedute sarà senz’altro condizionata anche dall’andamento dei mercati, che aspettano con ansia il dato di domani sul mercato del lavoro statunitense. Il rapporto sui nonfarm payrolls, tasso di disoccupazione e salari medi orari potrebbe incidere sulle prossime mosse della Federal Reserve.
In particolare, un raffreddamento eccessivo del mercato del lavoro potrebbe accelerare la normalizzazione della politica monetaria, inducendo la Fed ad abbassare il costo del denaro più rapidamente.
Dato ormai per certo un taglio dei tassi a settembre, al momento i futures sui Fed Funds indicano oltre 100 punti base di allentamento monetario entro fine anno, equivalenti a due riduzioni da 25 punti base e una da 50 bp.