Buffett riduce la partecipazione in Bank of America. Ecco il portafoglio dell’«oracolo di Omaha»
Lo scorso 19 luglio, mentre i computer di mezzo mondo andavano in tilt per un malfunzionamento di Windows, lo storico investitore e punto di riferimento dei mercati Warren Buffett ne approfittava per ritoccare parzialmente il suo portafoglio. O per meglio dire, quello della Berkshire Hathaway, società di cui è Ceo e presidente, e che da quasi 60 anni garantisce profitti miliardari all’imprenditore di Omaha, grazie a un variegato insieme di partecipazioni azionarie.
Meno partecipazioni in Bank of America
Proprio mentre la stagione dei bilanci delle società americane sta entrando nel vivo, Warren Buffett ha deciso alleggerire la sua partecipazione azionaria nell’istituto di credito con sede a Charlotte. Fondata da Amedeo Giannini (italiano d’origine) nel 1928, Bank of America è attualmente la seconda più importante istituzione bancaria negli Stati Uniti, subito dopo il colosso JP Morgan Chase. I dati trimestrali, diffusi qualche giorno prima, avevano rivelato utili superiori alle attese, ma in calo del 7% rispetto al 2023.
La scelta tattica di Buffett di vendere 33,9 milioni di azioni BofA a $43,56 ciascuna, incassando 1,48 miliardi di dollari, appare dunque come una decisione strategica, nell’ottica di un ribilanciamento del portafoglio. Nonostante il parziale disinvestimento, Berkshire Hathaway rimane infatti tra i principali azionisti del colosso finanziario, conservando ancora ben 998.861.079 azioni, pari a $42 miliardi di dollari.
L’impatto sulle azioni BofA
La fiducia nella Banca da parte di Buffett persiste, nonostante il suo disinvestimento abbia frenato le azioni BofA. Nel pre-market di Wall Street, il titolo scambia in calo dell’1,5% rispetto alla chiusura di venerdì e quasi il 3% al di sotto del prezzo della transazione.
In ogni caso, Bank of America ha chiuso l’ultima seduta in progresso di oltre il 27% da inizio anno, a fronte del +15% dell’indice S&P 500 e del +21% messo a segno dal sotto-indice che traccia la performance del comparto bancario.
Il portafoglio di Buffett
L’«oracolo di Omaha» è seguito e stimato dagli operatori finanziari per il suo caratteristico approccio conservativo agli investimenti, con una forte attenzione alla costruzione di un portafoglio ricco di aziende redditizie e stabili, caratterizzate da grandi potenziali di crescita per il più lungo periodo possibile.
Nonostante la sforbiciata del 3,28%, Bank of America risiede ancora fra le top holdings partecipate da Buffett, con una quota azionaria dell’11,81%. Seconda però a quella di Apple, che con il suo 40,81% assicura alla holding di Omaha un valore di mercato di circa 135,4 miliardi di dollari. Seguono poi American Express (10,41%) pari a 34,5 miliardi, fino a spostarci sul settore food & beverage dominato dal 7,38% di Coca-Cola Co e il 3,62% della The Kraft Heinz Co, quinta multinazionale più importante del comparto alimentare.
Fra rating, petrolio e assicurazioni
All’interno dei settori finanziari e bancari spicca la partecipazione pari al 2,92% (9,7 miliardi di dollari) nella società leader nel rating creditizio Moody’s Corporation, di cui Buffett risulta azionista di controllo.
Ma Berkshire Hathaway detiene anche quote in alcuni leader mondiali del petrolio, come Chevron Corporation e Occidental Petroleum (rispettivamente 5,85% e 4,86%), per un valore di mercato complessivo che ammonta a 35,5 miliardi di dollari.
Fra le holding più importanti bisogna menzionare poi la società di assicurazioni sulla vita Chubb, di cui Buffett possiede circa 26 milioni di azioni pari a 6,7 miliardi, e la DeVita, specializzata in servizi di dialisi renali, il cui 1,5% (5 miliardi di dollari) è custodito dalla holding di Omaha.