Notizie Notizie Mondo BTP: fondi e banche blindano l’Italia di Meloni. Bond euro fanno il tutto esaurito

BTP: fondi e banche blindano l’Italia di Meloni. Bond euro fanno il tutto esaurito

12 Gennaio 2024 11:29

I numeri arrivati dal Tesoro italiano, relativi alle ultime emissioni di BTP, lo confermano:

la febbre per i titoli di stato italiani c’è, ed è anche superiore alle stime più ottimistiche degli analisti.

Il fermento riguarda in generale tutta l’area euro: nella settimana che si avvia a conclusione, richieste record sono scattate anche per i nuovi debiti sovrani emessi dalla Spagna e dal Belgio.

L’ondata di buy che sta investendo il mercato del reddito fisso made in Europe si spiega con i ghiotti rendimenti che i BTP e altri titoli di debito dell’Eurozona continuano a offrire. Ghiotti rendimenti che sono destinati a smorzarsi, visto che la prospettiva è quella di una Bce di Christine Lagarde che si appresta a tagliare i tassi dell’area euro. Di conseguenza, fondi e banche centrali a caccia di rendimenti si affannano a posizionarsi sui titoli.

Ottima notizia per i BTP in vista della fine dell’altro QE della Bce

L’articolo di Bloomberg “Europe’s Record Bond Sales Draw Global Buyers Hunting Yields”, ovvero “Le vendite record di bond in Europa attraggono i buyer di tutto il mondo a caccia di rendimenti”, sottolinea come il boom della domanda di BTP e di altri bond sovrani sia una notizia più che positiva per i governi dei rispettivi paesi, soprattutto se si considera che la Bce sta staccando la spina anche al ben noto piano PEPP, noto anche come QE pandemico, come ha annunciato la stessa  Banca centrale europea nel suo ultimo atto del 2023, ovvero nel corso della sua ultima riunione del 2023 del 14 dicembre scorso.

Un piano importante e cruciale, il PEPP, soprattutto per l’Italia visto che, come ha fatto notare più volte Robin Brooks, capo economista @IIF, (Institute of International Finance) ed ex capo strategist forex di Goldman Sachs, la sopravvivenza del QE pandemico ha di fatto garantito che i reinvestimenti in BTP e altri titoli di stato italiani da parte della Bce siano andati avanti in modo tale da consentire a Roma di continuare a beneficiare ancora di una sorta di Quantitative easing (QE), a dispetto di quel QT-Quantitative Tightening annunciato da Francoforte, che tanto aveva fatto scattare sull’attenti il governo Meloni.

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E invece, grazie al boom di richieste di bond italiani, almeno per ora l’Italia è blindata anche dagli investitori istituzionali, e non solo dalla platea dei risparmiatori e piccoli investitori italiani che non hanno esitato a rispondere con grande entusiasmo al lancio del BTP Valore, il titolo di stato riservato ai retail che è diventato motivo di orgoglio per il governo Meloni.

Febbre per BTP e bond euro: ecco chi sta facendo shopping

L’articolo di Bloomberg ha messo infatti in evidenza il forte interesse manifestato verso i BTP ma anche verso i titoli di stato dell’area euro emessi da Spagna e Belgio da parte di banche centrali e fondi.

Per la precisione, a fare incetta di questi bond sono stati i fondi e le banche centrali con sede in Medio Oriente e in Asia, che stanno mostrando tra l’altro un interesse più spiccato verso l’Europa, rispetto ai titoli di stato emessi dagli Stati Uniti, i Treasury Usa.

“Gli investitori internazionali, soprattutto giapponesi e cinesi, stanno acquistando una quantità di Treasury Usa molto inferiore rispetto a quella precedentemente acquistata,  diversificando i portafogli puntando più verso l’Europa – ha confermato a Bloomberg Raphael Turin, responsabile della divisione di strategie sui mercati di capitali presso Tikehau Capital, società che gestisce 42 miliardi di euro.

Turin ha precisato che gli investitori includono sia fondi pensione che banche centrali, che hanno accolto con entusiasmo la valanga di emissioni di titoli di stato lanciate dai paesi dell’area euro, superiore a più di 120 miliardi di euro nel corso di questa settimana, secondo i dati compilati da Bloomberg.

Prendiamo il Belgio, per esempio – si legge nell’articolo di Bloomberg – gli ordini per i suoi bond a 10 anni sono stati superiori a 10 volte l’offerta lanciata per 7 miliardi di euro, e quasi un quinto dei bond è stato allocato presso le regioni al di là dell’Europa, rispetto a 1/10 di un collocamento simile di due anni fa”.

Il trend dovrebbe andare avanti, se si considera che gli strategist di Bank of America hanno stilato un’analisi in cui si legge che, nel corso dei prossimi anni, il mercato del reddito fisso dell’area euro potrebbe essere inondato da flussi in arrivo per un ammontare fino a 7 trilioni di euro.

Fondi e banche non temono più rischio ridenominazione euro

Il motivo è semplice: per quanto la Bce possa decidere di tagliare, i tassi di riferimento dell’Eurozona – al momento quelli sui depositi presso la Bce sono al record del 4% – rimarranno comunque alti.

Ma c’è anche un altro fattore, messo in evidenza da Frederik Ducrozet, responsabile della divisione di ricerca macro di Pictet Wealth management, ovvero il fatto che in particolare gli investitori di Asia e Medio Oriente non prezzano più il rischio di ridenominazione dell’euro – nel caso dell’Italia il rischio di Italexit noto per incidere sul trend dello spread BTP-Bund – allo stesso modo in cui lo prezzavano nel 2010, e, diciamo, nel 2016 o nel 2017″.

Quel rischio “non è più argomento di discussione”. Certo, ha aggiunto Ducrozet, “non si può escludere la possibilità di future crisi, ma anche i populisti di Italia, Francia e altri ormai giocano secondo le regole europee. E questo è un fattore positivo, che attrae investimenti nei bond sovrani”.

L’ottimismo è confermato dagli strategist di Bank of America Erjon Satko e Sophia Salim , che hanno detto di ritenere che l’offerta di BTP e di titoli di stato dell’area euro, “anche se superiore a quella del 2023, potrà essere ben assorbita”.

Detto questo, la febbre per i debiti sovrani dell’area euro non andrà certo avanti all’infinito, soprattutto in vista delle scommesse degli investitori sulle prossime mosse della Bce che, a loro avviso, taglierà i tassi dell’area euro di 140 punti base nel corso del 2024.

Per quanto riguarda l’Italia, la febbre per i BTP è stata messa in evidenza questa settimana soprattutto nel caso dell’emissione dei nuovi BTP a 7 anni e della riapertura del BTP a 30 anni lanciate entrambe nella giornata di martedì 9 gennaio.

A fronte di una offerta complessiva di 15 miliardi di euro, la febbre degli investitori istituzionali è stata tale da far volare gli ordini alla cifra record di oltre 155 miliardi di euro.

Gli ordini, ha reso poi noto ieri il Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze), hanno visto protagonisti più di 270 investitori per il BTP a 7 anni, con scadenza il 15 febbraio 2031, mentre sono stati circa 385 gli investitori che hanno preso parte alla riapertura del BTP 30 anni in corso di emissione, con scadenza 1° ottobre 2053.

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