Notizie Notizie Italia BTP e banche italiane: sberla Germania-Moody’s

BTP e banche italiane: sberla Germania-Moody’s

1 Marzo 2023 16:22

Doppio schiaffo da Moody’s e dalla Germania alle banche italiane e ai BTP.

All’indomani della bella notizia per il Pil dell’Italia, Moody’s ha annunciato la decisione di aver lasciato a “negativo” l’outlook per le banche italiane, nonostante la carrellata di buone notizie arrivate con la pubblicazione delle trimestrali.

In una nota l’agenzia Moody’s ha precisato che la view sulle banche italiane resta così com’è, ovvero negativa: è stato invece rivisto al rialzo l’outlook sulle banche tedesche, che è passato da “negativo” a “stabile”.

Outlook stabile anche per le banche di altri paesi, tra cui Francia, Spagna, Olanda, UK, Svezia, Svizzera.

Sempre oggi, il falco della Bce Joachim Nagel, presidente della Bundesbank ed esponente tra più hawkish del Consiglio direttivo della Bce, ha messo sull’attenti il ‘boss’ Christine Lagarde e l’Eurotower intera.

Nello stesso giorno in cui sono stati pubblicati i numeri relativi all’inflazione della Germania il numero uno della Banca centrale tedesca ha invitato la Banca centrale europea a essere “più testarda dell’inflazione”, auspicando e prevedendo, anche, un’accelerazione dell’antitesi del Quantitative easing, ovvero del QT-Quantitative Tightening.

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Gli smobilizzi dei titoli di stato dell’area che diventeranno realtà questo mese, ha avvertito Nagel, “potrebbero salire a 20 miliardi di euro” al mese, dunque a un valore superiore rispetto ai 15 miliardi di euro che erano stati preannunciati dalla numero uno della Bce, Christine Lagarde.

Il tedesco Nagel: la Bce sia più testarda dell’inflazione

Il banchiere tedesco ha ammesso di sentirsi anche più a suo agio guardando ai mercati, che di recente hanno rafforzato le loro scommesse hawkish sui tassi dell’Eurozona.

“Mi sento molto più tranquillo guardando alla percezione che il mercato ha riguardo al ruolo della Bce”.

Il mercato prezza infatti un rialzo dei tassi di 50 punti base nella prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce in calendario il 16 marzo, in linea con quanto ribadito dagli stessi esponenti dell’Eurotower più volte, con una probabilità del 64%.

La percentuale rimanente scommette su una stretta monetaria addirittura di 75 punti base, vista l’intenzione dell’Eurotower, confermata da Christine Lagarde appena qualche giorno fa, di fare il possibile pur di sfiammare la crescita dell’inflazione dell’Eurozona.

Tra l’altro qualche ora fa è arrivato anche l’outlook sui tassi dell’area euro da parte di Goldman Sachs che, sulla scia degli ultimi dati arrivati dal fronte macro dell’area euro, ha detto di prevedere un rialzodi 50 punti base anche nel mese di maggio.

La stretta porterebbe il tasso terminale stimato dal colosso di Wall Street al 3,75% a giugno, rispetto al 3,50% inizialmente previsto.

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Tornando alle parole del presidente della Bundesbank ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, Joachim Nagel, l’auspicio di un QT più aggressivo, indicato dallo stesso già qualche mese fa, ai tempi in cui il Quantitative Tightening non era stato ancora annunciato, rischia di mettere ulteriormente sotto pressione i BTP e gli altri titoli di stato dell’area euro, già oggetto di sell off nelle ultime ore.

Ansia BTP: tassi titoli di stato a 2 anni volano al record dal 2012

Un articolo di Reuters ha fatto riferimento ai rendimenti dei Bund tedeschi a due anni, noti per essere molto sensibili ai cambiamenti delle aspettative sui tassi, che sono volati fino al 3,209%, al valore più alto dall’ottobre del 2008, ovvero in quasi 15 anni.

I rendimenti dei Bund a 10 anni sono avanzati inoltre fino a +8 punti base al 2,711%, testando il valore più alto dal luglio del 2011, anche in questo caso al massimo in più di dieci anni.

Forte ansia anche sui BTP, con i tassi dei BTP a due anni sono schizzati al record dall’agosto del 2012 al 3,737%, per poi rallentare – sempre in base a quanto riportato da Reuters– attorno al 3,731%.

I tassi dei BTP a 10 anni sono saliti fino a +8 punti base, al 4,547%, non lontano dal record degli ultimi due mesi testato nella sessione di ieri.

E certo la prospettiva di quanto ha detto Joachim Nagel, ovvero il rischio che la Bce possa essere ancora più veloce nello smobilizzare i BTP e i titoli di altri debiti sovrani dell’area euro, spaventa ulteriormente chi punta sui titoli di stato made in Eurozone.

Va ricordata a tal proposito la frase che Nagel proferì non molto tempo nei confronti dello stesso scudo anti-spread salva BTP della Bce.

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Occhio non solo ai BTP e al rischio di tensioni sul debito italiano che arriva con le parole di Nagel, ma anche alle banche italiane.

Ieri Moody’s ha annunciato di aver rivisto al rialzo le stime sul Pil dell’Italia del 2023, dal calo precedentemente atteso dell’1,4% a una crescita pari a +0,3%, a seguito dell’espansione del 2022, pari a +3,9%.

Nonostante il segno meno sventato dall’economia italiana, l’agenzia di rating ha diramato però oggi una nota, da cui è emerso che, invece, le prospettive per le banche italiane non sono state migliorate.

Moody’s ha giustificato la decisione con le preoccupazioni per la qualità del credito delle banche italiane e, anche, per l’aumento dei costi della raccolta.

L’agenzia di rating teme che in Italia gli istituti di credito facciano fronte a un nuovo rialzo degli NPL, crediti deteriorati, in quanto “il rialzo dei prezzi (dunque la crescita dell’inflazione) arrecherà un danno al merito creditizio delle famiglie e delle piccole aziende”.

Certo, le banche italiane continueranno a beneficiare degli effetti positivi sui loro NII (margini di interesse) dei tassi di interesse.

Moody’s ha scritto che  i tassi di interesse più elevati aumenteranno il reddito da interessi e la redditività delle banche, superando gli accantonamenti per coprire le perdite sui crediti e i costi operativi più alti”.

Sulle banche italiane, tuttavia, peserà anche un altro fattore, ovvero il rimborso di prestiti a tassi ultra agevolati che erano stati concessi dalla Bce alle banche” dell’Eurozona nell’ambito del programma TLTRO.

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Questi rimborsi eserciteranno una pressione rialzista sugli oneri che gli istituti dovranno sostenere.

Una nota positiva è rappresentata comunque dal fatto che Moody’s ha confermato la sua fiducia verso  i coefficienti patrimoniali delle banche italiane che, a suo avviso, “rimarranno solidi”.

Certo è che l’outlook delle banche italiane rimane negativo, mentre quello delle banche tedesche è stato migliorato. Riferendosi a queste ultime, l’agenzia ha menzionato l’effetto positivo che ìl miglioramento significativo dell’outlook sull’economia avrà sulla qualità degli asset e sulla redditività degli istituti. 

Citati in particolare alcuni fattori che faranno da assist alle banche tedesche: gli stimoli fiscali lanciati da Berlino, la solidità del mercato del lavoro made in Germany e aziende più flessibili grazie alla diversificazione delle fonti di energia.