Bce e tassi, Lagarde riaccende lo spread. BTP giù, su mercati esplode l’ansia
Christine Lagarde, presidente della Bce, torna a parlare di tassi, rilasciando una intervista a Bloomberg da Davos, dove è presente in occasione dei lavori del World Economic Forum (WEF), evento annuale che raccoglie il gotha della finanza.
Da Davos parla anche il banchiere centrale olandese Klaas Knot, numero uno della Banca di Olanda, in un’intervista rilasciata alla CNBC, avvertendo che i mercati, nell’andare troppo oltre con le loro speculazioni su imminenti tagli dei tassi da parte della Bce, rischiano l’autogol.
L’impatto delle dichiarazioni di Lagarde e del suo collega Knot è immediato:
il Ftse Mib segna un ribasso dell’1%, accusando anche le notizie no arrivate dal fronte macroeconomico della Cina, che hanno scatenato l’immediato tonfo della borsa di Hong Kong.
Protagonista, tra i dati, il Pil cinese relativo al quarto trimestre del 2023 e all’intero 2023, , che si è confermato peggiore delle attese.
Bce, da Davos Lagarde annuncia timing tagli tassi. Ma con alert mercati
I messaggi arrivati da Lagarde e colleghi da Davos si sono confermati, per l’ennesima volta, contraddittori.
Da un lato, la presidente della Bce Christine Lagarde ha detto che “è probabile che un taglio dei tassi” dell’area euro arrivi durante l’estate, stando alle intenzioni emerse dagli esponenti del Consiglio direttivo della Banca centrale europea.
Dall’altro lato, non è mancato l’ennesimo avvertimento ai mercati che, soprattutto alla fine del 2023, hanno scommesso sull’arrivo di una carrellata di sforbiciate ai tassi, sia da parte della Bce che da parte della Fed, per poi iniziare a interrogarsi sulla validità di quelle speculazioni a partire dall’inizio del 2024, complici gli attenti arrivati dalle banche centrali.
Ai microfoni di Bloomberg, interpellata da Francine Lacqua, alla domanda se sia possibile che la Bce inizi a tagliare i tassi in estate, Lagarde ha dato una risposta affermativa:
“Direi la stessa ancora anche io”. Come al solito, tuttavia, il “ma” non è mancato:
“Devo essere prudente, perchè stiamo anche dicendo che siamo dipendenti dai dati, e c’è ancora un livello di incertezza”.
Inoltre, “alcuni indicatori non sono ancorati ai livelli a cui vorremmo che fossero”.
Riferendosi alle varie dichiarazioni che sono state rilasciate dai suoi colleghi della Bce, Lagarde ha poi sottolineato che ogni esponente della Banca centrale europea ha “una propria view, che io rispetto del tutto”, ricordando che di solito i membri dell’Eurotower tendono poi a “convergere verso decisioni prese sulla base dei dati”. Dati che possono riferirsi alle rispettive “economie locali e domestiche e ai rispettivi tassi di inflazione, che sono diversi a seconda dei paesi”.
In una tale situazione, “non è di aiuto alla nostra lotta contro l’inflazione un’anticipazione (dei mercati sui tagli ai tassi) troppo superiore a quello che probabilmente accadrà“.
Il rischio che i mercati finiscano per fare autogol è stato rimarcato anche da uno degli esponenti più falchi della Bce, il governatore olandese Klaas Knot, noto per le sue posizioni hawkish.
Lagarde riaccende spread e tassi BTP. La frase sull’inflazione
Le dichiarazioni arrivate da Davos hanno provocato subito una reazione negativa dei mercati: giù i BTP, a fronte di rendimenti decennali che avanzano di 6 punti base al 3,88%.
Dai dati di Bloomberg, emerge che il repricing su quanto farà la Bce sui tassi è, in ogni caso, già in atto da un po’, visto che, nell’ultimo mese, i tassi dei BTP a 10 anni sono saliti di ben 16 punti base.
Puntano verso l’alto anche i rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni, ma a un ritmo inferiore:
fattore che porta lo spread BTP-Bund a scattare di quasi il 2%, avvicinandosi alla soglia di 160 punti base.
Va detto che Lagarde non ha negato i progressi compiuti dalla Bce nella sua lotta contro l’inflazione dell’area euro che, così come confermano i dati, ha innestato la retromarcia.
“Siamo sulla strada giusta, stiamo andando verso il 2% (in riferimento al target sull’inflazione stabilito dalla stessa istituzione). Ma, a meno che e fino a quando non avremo fiducia sul fatto che il 2% sia raggiunto in modo sostenibile nel medio termine, e fino a quando non avremo a disposizone dati che confermeranno questo obiettivo, non canterò vittoria”.
Per chi avesse dubbi, Lagarde ha rigirato anche il coltello nella piaga, almeno per i mercati: “Non ancora”.
L’attenti a scommesse tassi anche dal banchiere centrale dell’Olanda
A parlare oggi da Davos è stato anche il falco olandese Klass Knot.
Anche il numero uno della banca centrale dell’Olanda, come Lagarde, ha cercato di rimettere in riga i mercati, paventando il rischio di un autogol.
“Siamo ottimisti sul fatto che ci sia una prospettiva credibile di un ritorno dell’inflazione al 2%, nel 2025 – ha detto il banchiere centrale – Ma molto ancora deve essere fatto affinché ciò avvenga”.
Ai microfoni della CNBC, Knot ha detto chiaramente che i mercati stanno esagerando, riferendosi a “un percorso dei tassi di interesse che contiene un numero decisamente inferiore dei tagli che al momento sono prezzati dai mercati”.
Riguardo al possibile timing dei tagli ai tassi, la view manifestata dalla numero uno della Bce Christine Lagarde risulta in linea con quella dell’altro falco dell’Eurotower, il presidente della Bundesbank ed esponente del Consiglio direttivo dell’istituzione centrale Joachim Nagel che, nei giorni scorsi, ha fatto riferimento alla possibilità di una riduzione entro l’estate, stroncando le scommesse dei trader sull’arrivo più imminente del dietrofront di Francoforte.
A innervosire ulteriormente i mercati sono state però soprattutto le parole di Philip Lane, capo economista della Bce, che ha avvertito che un taglio dei tassi troppo veloce potrebbe scatenare una nuova ondata di inflazione, costringendo la Bce ad alzare i tassi in modo anche più sostenuto.
Se la posizione di Nagel è infatti scontata, in quanto la view della Germania sull’inflazione e sui tassi è ben nota, quella di Lane ha stupito, in quanto proveniente da uno dei banchieri della Bce considerato tra gli esponenti più dovish.
In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Lane ha avvertito che “una revisione dei tassi troppo rapida può essere autolesionistica”.
A questo punto è grande attesa per la prossima riunione della Bce, la prima dell’anno, in calendario la prossima settimana, giovedì 25 gennaio.
Nel suo ultimo atto del 2023, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha confermato, come da attese, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
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Non solo Bce, mercati delusi anche dalla Fed di Powell
I mercati pagano oggi anche la delusione dei trader per quanto è emerso dalla Federal Reserve guidata da Jerome Powell.
Nella sessione di ieri, di fatto, il governatore della Fed Christopher Waller ha lanciato anche lui un altolà ai mercati, invitandoli a non scommettere in modo eccessivo sui tagli ai tassi Usa.
In generale i trader hanno iniziato a puntare in modo quasi febbrile su una carrellata di sforbiciate ai tassi, sia da parte della Bce di Christine Lagarde che della Fed di Jerome Powell alla fine dello scorso anno, a seguito delle ultime riunioni di politica monetaria delle due banche centrali.
La banca centrale americana ha chiaramente manifestato nel suo nuovo dot plot l’intenzione di tagliare i tassi sui fed funds nel corso del 2024.
Proprio tali scommesse, sia nell’area euro che negli Stati Uniti, hanno riacceso la febbre per il mercato del reddito fisso, innescando una valanga di buy sui titoli di stato Usa e dell’Eurozona.
Sorprendente, in particolare, la ripresa dei BTP.
Ma i mercati evidentemente hanno fatto i conti senza l’oste. E, a questo punto, bisognerà vedere chi saranno le vittime illustri di questo repricing. A cadere, di fatto, sarebbero proprio quei bond che tanno sono stati interessati dal boom di acquisti, BTP inclusi.
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