Notizie Notizie Italia Bankitalia, Panetta riassume l’Einaudi pensiero. Doppio monito debito Italia-tassi Bce

Bankitalia, Panetta riassume l’Einaudi pensiero. Doppio monito debito Italia-tassi Bce

25 Marzo 2024 15:29

Fabio Panetta, numero uno di Bankitalia, ha lanciato un monito alla Bce, parlando in occasione del suo intervento al Convegno “L’insegnamento di Luigi Einaudi a 150 anni dalla nascita”, che si è tenuto oggi, 25 marzo 2024, alla Sala della Protomoteca del Campidoglio, Roma.

Presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Con il discorso “L’attualità dell’insegnamento di Luigi Einaudi”, Panetta ha affrontato diversi temi, tutti riconducibili all’eredità lasciata all’Italia dal politico ed economista che fu presidente della Repubblica (dal 1948 al 1955), e che ancora prima era stato vicepresidente del Consiglio dei ministri, ministro del Bilancio e governatore della Banca d’Italia.

Panetta ricorda il pensiero di Einaudi sul rapporto tra lo Stato e il mercato

Nel riassumere il pensiero di Einaudi, i cui interventi sono stati “pervasi dal richiamo al valore della concorrenza quale motore dell’imprenditorialità, dell’innovazione e infine dello sviluppo”, Panetta ha ricordato come l’ex presidente della Repubblica fosse solito incidere nei suoi scritti la necessità di una concorrenza “priva di eccessi”, ben consapevole del rischio che “l’operare dei mercati, se incontrollato”, avrebbe potuto finire con il “lacerare il tessuto della società”.

Un mercato dunque libero, quello che auspicava Luigi Einaudi, ma anche, in alcuni casi, da imbrigliare, da sottoporre  all’occhio vigile del pubblico, dello Stato, in quanto non infallibile:

“Per questa ragione auspicava una concorrenza regolata e moderata dallo Stato, al quale spetta di rimediare ai fallimenti del mercato”, ha aggiunto Panetta.

Allo stesso tempo, Einaudi non ha mai mancato di rimarcare la necessità di mettere paletti, in alcuni casi, anche all’azione dello Stato, laddove avesse finito con l’essere troppo pervasiva e ingombrante:

“Einaudi sottolineò, nel contempo”, anche “la necessità di porre limiti precisi all’intervento dello Stato nell’economia”, come dimostrato dalla sua avversità a “un intervento pubblico volto a generare vantaggi esclusivi, favori, privilegi”.

“Le sue non erano solo parole, ma anche azioni – ha precisato Fabio Panetta – Da Ministro del Bilancio fece approvare la legge che limitava il ricorso alla creazione di moneta per finanziare le spese dello Stato. Contrario al disordine e agli squilibri, Einaudi considerava la moneta un’istituzione preziosa, la cui stabilità è necessaria per rafforzare la libertà economica e la coesione sociale”.

Sono state “queste stesse motivazioni nello scorso biennio”, ed è qui che è partito il riferimento del governatore di Bankitalia alla Bce, a spingere “le banche centrali ad attuare una decisa restrizione monetaria”.

Einaudi e il principio del pareggio di bilancio

Prima di arrivare alla questione tassi della Bce, Panetta ha rimarcato che è stato grazie a Luigi Einaudi, in particolare alla sua influenza sui lavori dell’Assemblea costituente, se nella Costituzione dell’Italia, “viene affermata l’esigenza di una oculata gestione pubblica”, e se è presente il principio secondo cui ogni legge che preveda nuove spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”, come recita l’articolo 81 della Costituzione.

Sempre Einaudi ha invocato negli anni “la necessità di un bilancio pubblico sostanzialmente in pareggio“.

Non che fosse “contrario a temporanei disavanzi in situazioni straordinarie”, ha ricordato oggi il governatore di Bankitalia. Ma a suo avviso era necessario che “si adottassero appena possibile misure di riequilibrio”.

E questa “modernità del pensiero di Einaudi è nei fatti: oltre sessant’anni dopo, il principio del pareggio, collegato al rispetto delle regole europee, è stato introdotto nella nostra Costituzione con la riforma del 2012″.

Prendendo spunto dalle azioni di Einaudi, Fabio Panetta ha poi lanciato un chiaro avvertimento da un lato all’Italia zavorrata dalla piaga del debito pubblico, dall’altro lato alla Bce guidata da Christine Lagarde.

Panetta striglia l’Italia dal debito elevato e menziona il principio di Einaudi

L’Italia, per ovvi motivi, è stata strigliata a causa di un’economia in cui il pareggio di bilancio, almeno alle condizioni attuali, si presenta piuttosto alla stregua di una sorta di utopia o di un miraggio, più che di un obiettivo raggiungibile.

L’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni – ha avvertito il numero uno di Palazzo Koch, aggiungendo, nel riprendere le lezioni di Einaudi, che “per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici”, qualcosa che “richiede una programmazione sia di breve sia di medio periodo della spesa e misure capaci di assicurare nel tempo una graduale ma costante riduzione del debito”.

Nel lanciare l’appello a una serie di misure taglia debito , Panetta ha ricordato che, “tanto più il percorso di riduzione sarà credibile, tanto minore sarà la compensazione che gli investitori richiederanno per detenere il nostro debito”.

Con queste parole, Fabio Panetta si è collegato all’annosa questione dei nuovi debiti (BTP, BOT & Co.) che l’Italia deve emettere periodicamente per rifinanziarie il proprio stock di debito:

nuovi titoli di stato che, essendo collocati da una nazione marchiata dal debito, necessariamente devono essere offerti a rendimenti più alti rispetto a quelli di altri nuovi bond sovrani emessi da altre nazioni considerate dai mercati più virtuose. (il cosiddetto premio, principio alla base, anche, del parametro spread BTP-Bund)”.

L’eventuale calo di questa compensazione, ovvero di questi rendimenti, ha continuato il governatore, avrebbe un effetto positivo sui conti pubblici, in quanto aumenterebbe “a sua volta gli spazi di manovra per interventi fiscali di natura sociale e per fronteggiare future situazioni impreviste“.

Ma come liberarsi del “fardello del debito”?

Attingendo all’Einaudi pensiero, Panetta ha ricordato che l’Italia potrà liberarsi di questa zavorra “soltanto agendo al tempo stesso sul fronte della crescita“.

Ovvero? Intanto facendo tesoro di quanto insegnato dall’ex presidente della Repubblica, oggi celebrato a 150 anni dalla sua nascita, il cui pensiero si basava sulla distinzione tra “la spesa pubblica utile” e “quella improduttiva”.

“In termini attuali, si potrebbe dire che egli riteneva essenziale migliorare la qualità del bilancio pubblico, riorientandone la composizione al fine di innalzare lo sviluppo potenziale dell’economia”, ha ricordato Panetta.

Panetta e l’appello alla Bce: non fare danni all’economia

Dall’altro lato, puntare per l’appunto sulla crescita. Ed è qui che è scattato il richiamo anche alla Banca centrale europea.

Il numero uno di Palazzo Koch ha fatto a tal proposito un’altra distinzione. Quella tra l’impennata dell’inflazione che si verificò proprio ai tempi di Luigi Einaudi, e quella che ha visto i prezzi infiammarsi negli ultimi anni:

una situazione, quest’ultima, da cui le banche centrali stanno uscendo, sebbene ancora a fatica.

“Alla metà del 1946, quando l’inflazione bellica sembrava vinta, si ebbe un’improvvisa impennata dei prezzi, la cui dinamica annua giunse a superare il 60 per cento – ha ricordato Panetta – Il risanamento monetario fu conseguito agendo su quattro fronti: riformando il regime di riserva obbligatoria e aumentando il tasso di sconto; assegnando alla Banca d’Italia la vigilanza sulle banche; ristabilendo un limite al finanziamento monetario dello Stato; reinserendo l’Italia nella comunità finanziaria internazionale con l’adesione agli accordi di Bretton Woods”.

Per il governatore di Bankitalia, fu questa manovra “innovativa e intelligente” a determinare “un cambio di regime monetario”.

E in Italia, fu la figura di Luigi Einaudi allora governatore della Banca d’Italia a contribuire “in modo decisivo” alla “credibilità” dell’istituzione centrale, piegando così “la dinamica dei prezzi” e riacquisendo “il controllo delle aspettative”.

In quel modo fu possibile “riassorbire la liquidità in eccesso, senza penalizzare troppo l’attività produttiva e il credito”.

Allo stesso modo, “oggi, in una situazione diversa da allora, l’obiettivo ultimo della Banca centrale europea non può che essere lo stesso: riconquistare la stabilità dei prezzi senza inutili danni per l’economia reale”.

D’altronde, “nell’area dell’euro l’inflazione è in rapido calo e prosegue il suo avvicinamento all’obiettivo del 2 per cento, rendendo possibile un taglio dei tassi. Va in questa direzione il consenso che sta emergendo – soprattutto nelle settimane più recenti – nell’ambito del Consiglio direttivo della Bce”.

Così come in tante altre occasioni, il governatore di Bankitalia Fabio Panetta è tornato così oggi a lanciare un monito alla Bce di Lagarde, ancora ufficialmente restìa ad abbassare i tassi, nonostante gli appelli che arrivano dall’area euro.

“L’esame delle condizioni macroeconomiche indica che la disinflazione è in una fase avanzata e che il cammino verso l’obiettivo del 2 per cento prosegue con speditezza. Si sta rapidamente avvicinando il momento di un’inversione di rotta nell’orientamento della politica monetaria”, aveva detto già Panetta nel discorso proferito alla fine di gennaio, in occasione del 30° Congresso Assiom Forex.

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Ancora prima, il governatore aveva lanciato alla Bce di Lagarde un avvertimento anche rischio rappresentato dall’esecuzione del piano QT , con cui l’Eurotower sta portando avanti il processo di riduzione del proprio bilancio.

Nuovo governatore di Bankitalia dal 1° novembre del 2023, Fabio Panetta si è messo in luce più volte in passato per essere stato tra gli esponenti più dovish del Comitato esecutivo della Bce.

Tra le frasi più significative, quella con cui ha avvertito Lagarde e i falchi dell’Eurotower sulla necessità di “non guidare come pazzi a fari spenti nella notte”, con quei rialzi dei tassi lanciati in modo secondo tanti economisti e non anche compulsivo, al fine di contrastare la crescita dell’inflazione dell’area euro.

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