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Bce e tassi, Panetta mette sull’attenti Lagarde

16 Febbraio 2023 16:04

Bce e tassi: parla Fabio Panetta, membro Consiglio direttivo Eurotower

Fabio Panetta, esponente del Consiglio direttivo della Bce, lancia un avvertimento sul rischio che la banca centrale europea stessa guidata da Christine Lagarde alzi in modo eccessivo i tassi dell’area euro.

Così Panetta nel discorso “La politica monetaria all’indomani dello shock energetico”, proferito oggi in occasione dell’evento organizzato dal Centre for European Reform, dalla Delegazione dell’Unione europea nel Regno Unito e dall’Ufficio di rappresentanza della BCE a Londra.

Date l’entità e la rapidità dell’aggiustamento monetario attuato sinora, resta da vedere quanto rapidi e forti saranno gli effetti sull’economia – ha detto Panetta – Prime evidenze suggeriscono che i tassi attivi bancari stiano aumentando più rapidamente rispetto alle precedenti fasi di rialzo, in linea con il rapido aumento registrato anche dai tassi ufficiali. A loro volta, i prestiti a famiglie e imprese stanno decelerando rapidamente”.

Un fenomeno, quello illustrato da Fabio Panetta, che è stato messo in evidenza dalla Bce nel bollettino economico reso noto oggi, laddove ha sottolineato che “negli ultimi mesi il credito bancario alle imprese ha segnato una brusca decelerazione, nel contesto di un marcato rialzo dei tassi bancari” e, anche, di “un considerevole inasprimento dei criteri di concessione dei prestiti, come emerge anche dall’ultima indagine sul credito bancario nell’area dell’euro”.

Il banchiere esponente della Bce ha ricordato che gli effetti delle manovre di politica monetaria non sono immediati, ma impiegano del tempo a manifestarsi.

Dato il forte sfasamento temporale con cui la politica monetaria si trasmette all’economia reale, la maggior parte degli effetti della restrizione monetaria è ancora là da venire – ha spiegato – Ciò significa, ad esempio, che l’aggiustamento in corso nel mercato del credito – che comporta un incremento dei tassi sugli impieghi, un irrigidimento degli standard di erogazione dei finanziamenti e una minore domanda di prestiti – comprimerà i consumi e gli investimenti nei prossimi mesi”.

Di qui, l’alert sul pericolo che si esageri con le strette monetarie:

“Emerge quindi l’esigenza di considerare il rischio che la stretta monetaria possa rivelarsi eccessiva. Dopo anni di bassa crescita, una nuova recessione potrebbe danneggiare in modo permanente la nostra capacità produttiva e pregiudicare le opportunità di lavoro, soprattutto per i cittadini economicamente vulnerabili. Anche se venisse successivamente corretto, un eccesso di rigore monetario risulterebbe inevitabilmente molto costoso, data la scarsa flessibilità dell’economia europea”.

Fabio Panetta lancia alert, ma Lagarde ripete il mantra

Le dichiarazioni di Fabio Panetta arrivano dopo qualche ora dal discorso della numero uno della Bce, Christine Lagarde che invece, nel suo discorso al Parlamento europeo, ha ripetuto imperterrita quello che è diventato il suo mantra:

Nel complesso, le pressioni sui prezzi rimangono forti e l’inflazione di fondo è tuttora elevata”.

Per chi non avesse capito bene, Lagarde ha ribadito l’intenzione di alzare i tassi di 50 punti base a marzo.

“Alla luce delle pressioni sull’inflazione di fondo, intendiamo alzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella riunione di marzo, e poi valuteremo il percorso successivo della nostra politica monetaria“.

Dal canto suo, oggi Panetta si è confermato decisamente più flessibile rispetto alla presidente dell’Eurotower sottolineando che,
se è vero che “quando l’economia è colpita da shock significativi, che spingono l’inflazione in una direzione ben chiara, la politica monetaria deve reagire con forza”, è altrettanto vero che “quando invece i rischi inflazionistici sono più bilanciati, un approccio fondato sui dati, strettamente connesso con l’evoluzione del quadro economico è un presupposto essenziale per evitare errori che altrimenti finiremmo per pagare a caro prezzo”.

Rischi inflazione più equilibrati. E Panetta cita Battisti

Tornando al bollettino economico, gli economisti della Bce hanno di fatto messo in evidenza come, al momento, i rischi sull’outlook del Pil e dell’inflazione dell’Eurozona siano diventati più equilibrati: dunque, come ha detto Panetta, sono diventati più bilanciati.

Per usare ancora le parole di Fabio Panetta,con l’attenuazione dello shock energetico e a seguito dell’aumento dei nostri tassi ufficiali, oggi prossimi a valori restrittivi, i rischi inflazionistici sono oggi più equilibrati rispetto alle scorse settimane. Nel contempo, le prospettive per l’economia e l’inflazione si sono fatte più incerte sia a livello globale sia nell’area dell’euro”

Questo significa, che “in un tale contesto non è più necessario porre enfasi unicamente sui rischi inflazionistici al fine di evitare gli scenari peggiori. Occorre invece considerare il rischio che la stretta monetaria risulti eccessiva, oltre all’eventualità che la nostra azione possa rivelarsi insufficiente”.

Insomma, ha concluso Fabio Panetta, “dobbiamo procedere con gradualità, al fine di evitare costi eccessivi per l’economia reale”. E “questo non significa che non agiremo con decisione nella nostra lotta all’inflazione. Significa che ci muoveremo con decisione nella giusta direzione”. Praticamente, “Non dobbiamo “guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”, ha detto Panetta citando la frase della canzone “Emozioni” di Lucio Battisti, come ha fatto notare lo stesso sito della Bce.

Nell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 2 febbraio scorso, la Bce di Christine Lagarde ha snobbato del tutto gli appelli arrivati dal governo Meloni alzando i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%.

Lagarde ha rincarato anche la dose anticipando una stretta monetaria di uguale entità nella prossima riunione di marzo, e sottolineando addirittura di “non riuscire a pensare a qualsiasi scenario in cui una stretta di 50 punti base non potrebbe manifestarsi, a meno di casi piuttosto estremi”.

Ribadita anche la determinazione di sconfiggere l’inflazione ricorrendo allo strumento del QT-Quantitative Tightening.

Va detto che, tuttavia, sia i tassi dei BTP che lo spread BTP-Bund hanno snobbato del tutto le parole della numero uno dell’Eurotower. L’ennesima conferma di un problema che sta assillando anche la Fed di Jerome Powell e che starebbe sancendo secondo qualcuno divorzio tra banche centrali e mercati, come ha messo in evidenza l’articolo di Reuters “Markets to central bankers: we don’t believe you”. Tradotto: “I mercati alle banche centrali: non vi crediamo”.

Fabio Panetta ha ricordato oggi che “il riorientamento della nostra azione monetaria è iniziato nel dicembre del 2021” e che, “da luglio scorso abbiamo aumentato i tassi di 300 punti base. Abbiamo poi avviato la normalizzazione del nostro bilancio, riducendolo di circa 1.000 miliardi di euro dal suo picco massimo. Inoltre, a partire dal prossimo mese di marzo ridurremo di 15 miliardi di euro in media ogni mese la consistenza dei titoli detenuti nell’ambito del programma di acquisto di attività”.

L’esponente del Consiglio direttivo della Bce ha dunque avvisato che, “all’indomani di questa forte restrizione monetaria è necessario riesaminare le prospettive dell’inflazione nel medio termine, nonché i rischi ad esse associati”.

Panetta si è soffermato sul rischio che i rialzi dei tassi finiscano per essere eccessivi e arrecare danni all’economia dell’Eurozona più volte:

“Nella fase in cui abbiamo normalizzato il livello dei tassi ufficiali la velocità dell’aggiustamento ha assunto un’importanza fondamentale. Ma ora che le condizioni monetarie stanno divenendo più restrittive, diventano a mano a mano più rilevanti l’entità e la durata della stretta monetaria. Modificando i tassi con gradualità – procedendo a piccoli passi – potremo definire entrambe queste variabili con precisione. Questa strategia ci consentirà di tornare al nostro obiettivo senza ritardi ingiustificati. E ci consentirà di farlo a costi minimi per l’economia e per l’occupazione, riducendo il rischio di una stretta eccessiva”.