Notizie Notizie Italia Governo Meloni alle prese con Decreto Npl: impatti su famiglie, imprese e investitori

Governo Meloni alle prese con Decreto Npl: impatti su famiglie, imprese e investitori

24 Agosto 2023 12:36

Il governo italiano è alle prese con una misura, che consentirebbe a famiglie e imprese insolventi con debiti inferiori a 25 milioni di euro di sborsarli, pagando ai fondi un premio del 20% sul valore della transazione tra banche e fondi. Come nel caso dell’imposta sugli extraprofitti bancari, approvata a sorpresa due settimane fa, il governa sta cercando di frenare i profitti in eccesso intascati dagli operatori finanziari. Gli investitori in crediti deteriorati, spesso internazionali, hanno acquistato gli Npl in circostanze drammatiche, secondo quanto si legge nella bozza di governo e “speculano sulla duplice debolezza” delle banche e delle famiglie italiane, ottenendo dei “margini da usurai, inaccettabili”, secondo i legislatori.

Npl, nuovo decreto per agevolare famiglie e imprese insolventi

Il governo Meloni sta cercando di finalizzare un nuovo decreto che consentirebbe ai privati e alle piccole imprese indebitate di ripagare i crediti deteriorati negli anni precedenti per una frazione del loro valore nominale, secondo fonti anonime di Bloomberg. Mentre, il quotidiano La Repubblica evidenzia che la norma e allo studio ormai da mesi, dal parlamento e dal Ministero delle imprese e made in Italy. Sempre secondo il quotidiano, la nuova legge sui non-performing loans, avrebbe dovuto esserci già nel decreto omnibus, ma è stata sostituita dalla controversa tassa sugli extraprofitti bancari.

Secondo gli analisti, la legge potrebbe turbare ulteriormente il settore bancario e gli investitori internazionali sul mercato dei crediti deteriorati. Le preoccupazioni degli investitori si concentrano sulla possibilità che le misure possano cancellare i loro rendimenti e mettere a repentaglio il mercato italiano dei prestiti in sofferenza.

“Il nostro obiettivo è quello di far uscire quante più persone e imprese possibile dai loro crediti inesigibili, saldare i vecchi debiti e riportarli al lavoro”, ha dichiarato a Bloomberg News il ministro dell’Industria Adolfo Urso.

La proposta è stata originariamente avanzata alla fine dell’anno scorso ma poi rimasta in sospeso per affinare i tecnicismi di una materia complessa, che se gestita male potrebbe avere effetti rilevanti sul mercato dei non performing loans italiano, il più grande d’Europa.

Sempre secondo quanto riporta La Repubblica anche l’opposizione ha presentato un disegno di legge separato sulla questione. Mentre il parlamento inizierà a discutere le misure il mese prossimo, includendole così in uno dei prossimi decreti.

In cosa consiste la misura

La nuova legge consentirebbe a famiglie e imprese insolventi con debiti inferiori a 25 milioni di euro, diventati crediti inesigibili tra il 2015 e il 2021 di riacquistarli dai fondi che li avevano acquistati da istituti di credito nazionali, prima della fine dello scorso anno. I debitori pagherebbero un premio del 20% sul prezzo a cui la banca l’aveva, ai tempi, ceduto ai fondi, secondo la proposta di legge presentata dal partito di Meloni, FdI.

La misura sarebbe un colpo per il mercato italiano dei così detti Non-performing loans (npl), composto prevalentemente da investitori internazionali. Dal 2015 ad oggi i fondi internazionali hanno speso miliardi di euro per acquistare crediti inesigibili detenuti dalle banche italiane, consentendoli così di uscire da posizioni difficili da recuperare, stimolando al contempo l’attività di prestito.

Mentre secondo il report di PricewaterhouseCoopers (PwC), le cessioni hanno contribuito a ridurre l’esposizione agli NPL degli istituti di credito italiani da 341 miliardi di euro alla fine del 2015 a 58 miliardi di euro nel marzo di quest’anno.

Possibili ripercussioni sul mercato degli NPL italiano

Come stavamo anticipando la misura sarebbe un colpo duro per gli operatori internazionali, impegnati sul mercato degli npl italiano.

Secondo Gregorio Consoli, socio presso lo studio legale Chiomenti, “la proposta di legge fissa un limite massimo di recupero sui crediti migliori, mentre i prestiti con recuperi bassi rimangono invariati, questo influisce sulla logica dei loro investimenti. Qualora dovesse esserci dell’incertezza sulle regole, i fondi internazionali probabilmente smetteranno di investire di conseguenza le banche avranno più difficoltà a vendere i loro crediti inesigibili e questo potrebbe avere un impatto sulla loro capacità di concedere nuovi prestiti”, ha commentato Consoli.