Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (23/01/25)

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Le aziende che distribuiscono dividendi elevati tendono ad attirare l’attenzione degli investitori per diversi motivi. I pagamenti regolari delle cedole offrono agli azionisti una fonte di reddito costante e tendenzialmente prevedibile, contribuendo a ridurre gli effetti negativi delle fluttuazioni di mercato sul rendimento complessivo dell’investimento. Inoltre, la capacità di mantenere una politica di dividendi costante o migliorativa nel tempo è spesso vista come segno di stabilità finanziaria e maturità aziendale. Esporsi su società che offrono dividendi consistenti consente anche di diversificare il portafoglio, limitando la dipendenza da titoli ad alta crescita e settori più volatili, come quello tecnologico. Di seguito, un approfondimento sulle aziende del Ftse Mib, il principale indice di Borsa Italiana, con i dividend yield più elevati.
Perché puntare sui dividendi nell’attuale scenario di mercato
In un contesto caratterizzato da incertezze sulla crescita economica, sull’operato delle banche centrali e soggetto a potenziali impatti geopolitici, investire in azioni che pagano dividendi può acquisire una rilevanza ancora maggiore.
In Europa, la Bce si appresta a tagliare nuovamente i tassi di interesse di 25 punti base nella riunione della prossima settimana e lo stesso potrebbe fare anche a marzo. Diversi funzionari hanno confermato le aspettative del mercato di 3-4 riduzioni entro l’estate, che dovrebbero portare il tasso sui depositi al 2%, livello generalmente ritenuto coerente con il cosiddetto “tasso neutrale”. La normalizzazione della politica monetaria – dati permettendo – dovrebbe sostenere la spesa e gli investimenti, oltre a ridurre gli oneri finanziari per le imprese, con un impatto positivo sugli utili. Questo potrebbe incrementare l’appetito per gli asset rischiosi e agevolare la distribuzione di dividendi.
Negli Usa, i riflettori sono puntati sulle prime mosse di Donald Trump. Il presidente statunitense ha iniziato a delineare le proprie politiche, minacciando dazi nei confronti delle controparti commerciali e promuovendo investimenti in tecnologia e sicurezza nazionale. Gli ultimi dati macro hanno dato respiro alla Fed, che può prendersi del tempo per decidere se e quanto abbassare il costo del denaro. Gli operatori puntano su uno o due tagli nel corso dell’anno, ma con ogni probabilità la banca centrale manterrà lo status quo nel meeting della prossima settimana. Le politiche di Trump ed eventuali cambi di prospettive sulle azioni della banca centrale potrebbero generare volatilità. Uno scenario nel quale i soggetti parzialmente avversi al rischio possono affidarsi ad azioni con alti dividendi per stabilizzare i rendimenti.
In sostanza, i titoli con cedole elevate offrono una combinazione interessante di redditività e protezione, che li rende adeguati ai portafogli di diversi investitori. Il tutto, stando attenti a selezionare società con flussi di cassa solidi, payout ratio ragionevoli e cedole sostenibili.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati
Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nell’ultimo anno per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il 2025 sono incoraggianti.
Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.
A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 12,1%, seguita da Banco Bpm (9,9%), Bper (9,6%), Intesa Sanpaolo (8,1%), Banca Popolare di Sondrio (7,9%) e Mediobanca (7,4%). Significativi rendimenti attesi anche per Eni (7,3%), Poste Italiane (6,9%) ed Enel (6,9%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti dovrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo.
In coda alla classifica si confermano Ferrari (0,7%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 6,98 | 0,2500 | 3,6% | 0,8420 | 236,8% | 12,1% |
Banco BPM | 8,15 | 0,5600 | 6,9% | 0,8090 | 44,5% | 9,9% |
BPER Banca | 6,53 | 0,3000 | 4,6% | 0,6260 | 108,7% | 9,6% |
Intesa Sanpaolo | 4,12 | 0,2960 | 7,2% | 0,3350 | 13,2% | 8,1% |
Bca Pop Sondrio | 8,70 | 0,5600 | 6,4% | 0,6840 | 22,1% | 7,9% |
Mediobanca (**) | 15,14 | 1,0700 | 7,1% | 1,1230 | 5,0% | 7,4% |
Eni | 13,60 | 0,9400 | 6,9% | 0,9980 | 6,2% | 7,3% |
Poste italiane | 14,41 | 0,8000 | 5,6% | 0,9980 | 24,8% | 6,9% |
Enel | 6,69 | 0,4300 | 6,4% | 0,4580 | 6,5% | 6,9% |
Italgas | 5,62 | 0,3520 | 6,3% | 0,3810 | 8,2% | 6,8% |
Snam | 4,37 | 0,2820 | 6,5% | 0,2900 | 2,8% | 6,6% |
Banca Mediolanum | 12,81 | 0,7000 | 5,5% | 0,8220 | 17,4% | 6,4% |
Stellantis | 12,57 | 1,5500 | 12,3% | 0,7520 | -51,5% | 6,0% |
Azimut | 25,47 | 1,3800 | 5,4% | 1,4630 | 6,0% | 5,7% |
Unipol Gruppo | 12,89 | 0,3800 | 2,9% | 0,7400 | 94,7% | 5,7% |
UniCredit | 42,84 | 1,8029 | 4,2% | 2,3720 | 31,6% | 5,5% |
Inwit | 10,01 | 0,4800 | 4,8% | 0,5090 | 6,0% | 5,1% |
Terna | 7,82 | 0,3396 | 4,3% | 0,3810 | 12,2% | 4,9% |
Generali Assicurazioni | 29,22 | 1,2800 | 4,4% | 1,3900 | 8,6% | 4,8% |
A2A | 2,26 | 0,0958 | 4,2% | 0,1000 | 4,4% | 4,4% |
Hera | 3,49 | 0,1400 | 4,0% | 0,1430 | 2,1% | 4,1% |
FinecoBank | 18,19 | 0,6900 | 3,8% | 0,7320 | 6,1% | 4,0% |
Pirelli&C | 5,79 | 0,1980 | 3,4% | 0,2260 | 14,1% | 3,9% |
Tenaris (*) | 18,80 | 0,6000 | 3,2% | 0,6990 | 16,5% | 3,7% |
Iveco Group | 10,65 | 0,2200 | 2,1% | 0,3770 | 71,4% | 3,5% |
Recordati | 55,60 | 1,2000 | 2,2% | 1,3420 | 11,8% | 2,4% |
Saipem | 2,48 | – | – | 0,0540 | – | 2,2% |
Moncler | 58,64 | 1,1500 | 2,0% | 1,1410 | -0,8% | 1,9% |
Buzzi | 38,58 | 0,6000 | 1,6% | 0,7010 | 16,8% | 1,8% |
STMicroelectronics (*) | 24,45 | 0,3600 | 1,5% | 0,3110 | -13,6% | 1,3% |
Campari | 5,42 | 0,0650 | 1,2% | 0,0650 | 0,0% | 1,2% |
Amplifon | 26,22 | 0,2900 | 1,1% | 0,3040 | 4,8% | 1,2% |
Prysmian | 70,98 | 0,7000 | 1,0% | 0,8020 | 14,6% | 1,1% |
Leonardo | 29,37 | 0,2800 | 1,0% | 0,3010 | 7,5% | 1,0% |
Diasorin | 105,35 | 1,1500 | 1,1% | 1,0480 | -8,9% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 118,90 | 0,9100 | 0,8% | 0,9720 | 6,8% | 0,8% |
Interpump Group | 44,74 | 0,3200 | 0,7% | 0,3230 | 0,9% | 0,7% |
Ferrari | 408,20 | 2,4430 | 0,6% | 2,7780 | 13,7% | 0,7% |
Nexi | 4,75 | – | – | – | – | – |
Telecom Italia | 0,25 | – | – | – | – | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 23 gennaio 2025
Le prossime cedole a Piazza Affari
Ecco i dividendi sinora confermati da qui alla fine del primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Stm metterà in pagamento dal 26 marzo (stacco il 24) la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.
Ricordiamo che questo (20 gennaio) lunedì Enel e Snam hanno staccato l’acconto sul 2025, rispettivamente da 0,215 euro e 0,1162 euro.
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
Italian Wine Brands | 03/02/2025 | 05/02/2025 | 0,5 | Dividendo straordinario | |
Bifire | 10/02/2025 | 12/02/2025 | 0,0285 | 4^ tranche | 0,114 |
Banca Generali (**) | 24/02/2025 | 26/02/2025 | 0,6 | Saldo | 2,15 |
STMicroelectronics (*) | 24/03/2025 | 26/03/2025 | 0,09 | 4^ tranche | 0,36 |
(*) Dividendo in dollari
(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.