Lagarde a tutto campo su tassi Bce, dazi Trump e inflazione. La reazione di Btp e spread

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La Banca Centrale Europea non sta andando troppo piano nell’abbassare i tassi di interesse. La presidente dell’Euotower, Christine Lagarde, difende a spada tratta l’operato della banca centrale e non si tira indietro davanti alla possibilità di un’azione più perentoria nel prossimo futuro. “Non ci vediamo dietro la curva”, ha detto Lagarde a Davos dove è presente in occasione del World Economic Forum. “Siamo su questa sorta di percorso regolare e graduale”, ha detto ai microfoni della Cnbc quando mancano 8 giorni al prossimo meeting Bce.
Inflazione al 2% a portata di mano
La Lagarde ha ribadito che i rischi per la crescita sono al ribasso. L’inflazione è attesa raggiungere in modo sostenibile l’obiettivo del 2% nel corso dell’anno, anche se l’aumento dei prezzi dell’energia e l’indebolimento dell’euro rappresentano ancora dei rischi. L’economia, nel frattempo, sta vacillando.
Lagarde ha ribadito che i rischi per la crescita sono al ribasso, mentre sull’inflazione è alta la fiducia che il target di riportarla stabilmente al 2% venga raggiunto quest’anno. “Siamo certi che la disinflazione continuerà e non siamo troppo preoccupati per un’eventuale esportazione di inflazione dagli Usa verso l’Europa. Tuttavia, ci saranno fenomeni interessanti da monitorare, come l’andamento dell’euro-dollaro” che probabilmente risentirà delle politiche della Casa Bianca.
Plauso all’approccio attendista di Trump sui dazi
Proprio su quanto andrà a mettere in atto l’Amministrazione Trump, la numero uno della Bce ritiene essenziale “non farsi sorprendere”, plaudendo alla decisione del nuovo presidente Usa di non introdurre subito tariffe generalizzate nel suo primo giorno alla Casa Bianca. “Le tariffe generalizzate non sempre producono i risultati attesi”, spiega l’ex Fmi che prevede che Trump porti avanti dazi «più selettivi e mirati».
Circa il percorso di riduzione dei tassi, la Lagarde ha evidenziato toni abbastanza aggressivi, non escludendo un’accelerazione nel percorso di allentamento monetario. Lagarde non ha così escludo tagli dei tassi d’interesse più corposi, ossia 50 punti base, una ipotesi circolata il mese scorso e che poi la Bce ha deciso di non perseguire per il momento.
Taglio jumbo? La Lagarde non lo esclude
Lagarde, che ha comunque ribadito che l’approccio sarà sempre dettato dai dati macro e dall’impatto di quello che farà Trump oltreoceano, indica il livello neutrale dei tassi nel range 1,75%-2,25%, un po’ sotto il livello tra il 2% e il 2,5% indicato dalla maggioranza dei colleghi Bce. “Quando ci avvicineremo a questo, il dibattito sarà un po’ più caldo”, ha detto.
Sui mercati la reazione alle parole della Lagarde è stata contenuta. L’euro/dollaro si mantiene in rialzo a 1,044 euro dopo il sussulto al rialzo avuto nel giorno dell’insediamento di Trump con gli investitori che hanno accolto con favore l’approccio soft sui dazi.
Anche sull’obbligazionario movimento contenuti. Si mantiene nei pressi dei minimi a tre anni lo spread Btp-Bund in area 107. Il rendimento del decennale italiano è tornato in questi giorni sotto area 3,6%, in discesa così come quelli degli altri governativi Ue, dei Gilt britannici e dei Treasury Usa.
Ieri l’Ecofin ha approvato il Piano strutturale di bilancio (psb) presentato dall’Italia e che prevede il rientro del deficit sotto la soglia del 3% del Pil entro il 2026.